Il canadese Hesjedal vince il Giro d'Italia: è come se un siciliano fosse campione di hockey
Martedi 29 Maggio 2012 alle 08:55 | 0 commenti
Dal nostro collaboratore a Vancouver per un corso di specializzazione.
Grazie al trionfo Ryder Hesjedal al 95° Giro d'Italia, il Canada è totalmente impazzito per il ciclismo. Il ciclista di Victoria, capitale della British Columbia, costa ovest canadese, è riuscito nell'impresa non solo di scalzare Joaquin Rodriguez dal gradino più alto della corsa rosa, ma anche di occupare le prime pagine dei quotidiani della costa pacifica con una notizia sportiva che non ha a che fare con l'hockey. Qualcosa di impensabile, tanto più che domani, mercoledì, iniziano le finali di Stanley Cup.
Le immagini di Hesjedal sono ovunque: domenica più di qualche telegiornale apriva con la vittoria al Giro, prima anche della notizia della strage di Hula; lunedì la metà dei quotidiani di Vancouver (2 su 4) avevano la maglia rosa come titolo principale di prima pagina. Si parla di momento storico per tutto il paese e le lacrime di Hesjedal sul podio milanese mentre suonavano le note di "O Canada" hanno riempito i televisori delle famiglie canadesi.
Una sorta di rivincita per Hesjedal, fino a sabato sicuramente più conosciuto in Europa che nel suo paese (chi è che diceva "nemo propheta in patria"?). Ora il trentunenne di Victoria viene celebrato come una gloria nazionale tanto che si nutre pure l'ingenua speranza che fra un mese possa ripetere l'impresa al Tour de France. Per rendere l'idea, sul principale quotidiano della British Columbia, "The Vancouver Sun", per cercare di spiegare il valore della vittoria di Hesjedal ai canadesi si riporta questo paragone: «È come se un ragazzo nato e cresciuto nelle calde e polverose strade della Sicilia diventasse un giocatore di hockey alla pari di Wayne Gretzky». E in Canada Gretzky è considerato il più grande giocatore di hockey di tutti i tempi, una sorta di mito, come se nel calcio ci fosse una fusione tra Pelé, Maradona e Baggio.
La rivincita, però, è anche per tutti i canadesi - pochi - appassionati di ciclismo su strada perché ora sono in tanti quelli che vogliono capire come funziona una corsa a tappe del genere: quanti chilometri, quanti giorni, il palmares, i distacchi, la biciclette (anche perché la bici del campione è canadese, doppia soddisfazione locale). Una cosa solo non riescono a realizzare: «Ma quella maglia... perché rosa?»
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