Il Bacchiglione straripa, la città è sconvolta. Centrale operativa per emergenze 0444/545311
Lunedi 1 Novembre 2010 alle 11:02 | 0 commenti
Puro panico.
Oggi, 1 novembre 2010, alle nove circa del mattino, il Bacchiglione, esausto dopo l'ondata di pioggia continua che ha investito Vicenza negli ultimi giorni, ha superato gli argini, straripando. La città in allerta, la gente sconvolta.
A breve sequenza di nostri servizi video.
Contrà Chioare (foto) prima, ma anche Corso Padova, Zona Stadio, St. Agostino, Piazza Matteotti si trovano ora sommerse da un metro e mezzo di acqua fangosa, mentre le autorità disperate tentano il tutto e per tutto per ripristinare almeno la corrente dove, a causa dell'acqua, le centraline sono saltate. "Facciamo il possibile" hanno detto due agenti della Protezione Civile che, giubbotto arancione e stivali di gomma d'ordinanza, hanno cercato di ripristinare la corrente nella zona limitrofa a Parco Querini. "Ci sono delle cabine sott'acqua" hanno aggiunto, "facciamo l'impossibile". Lo stesso parco è ormai una gigantesca piscina, dalla quale spuntano beffarde solo le cime degli alberi.
Per le strade, le molte macchine parcheggiate sono ormai sommerse fino a metà .
Decine e decine di automobili che saranno, dopo questa strage, probabilmente inutilizzabili.
La maggior parte delle persone guarda attonita quella che è una vera e propria calamità naturale, alla quale nessuno è preparato, e che non si verificava a Vicenza dal 1966.
Tuttavia alcuni temerari adottano misure drastiche e si addentrano per le strade, dove l'acqua è più bassa; c'è chi per questo si costruisce stivali di emergenza usando sacchetti dell'immondizia e scotch attorno alle gambe, per cercare di recuperare almeno la bici, lasciata la sera prima vicino a casa.
E non è ancora finita.
Mentre scriviamo, infatti, ore 10.40, la pioggia continua a cadere senza sosta, e l'acqua continua a salire, mentre abbiamo appena spento le due candele che fino a poco fa ci illuminavano, in quanto la corrente è tornata: questo dimostra che gli sforzi della Protezione Civile non sono stati vani.
Una vera e propria strage.
Un alluvione, con quest'acqua fangosa che fa tanto pensare alle tragedie medio-orientali, a quei bambini pakistani, indiani e non, che vediamo nuotare per strada per portare in salvo le mucche.
Più abituati di noi, seppur con mezzi nettamente inferiori, affrontano la strage con una rassegnazione che è per noi impossibile.
Ora, dunque, siamo noi le mucche?
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