Ieri Assemblea Pubblica di Apindustria Vicenza
Martedi 8 Giugno 2010 alle 22:26 | 0 commenti
Apindustria Vicenza - Lunedì 7 giugno a Villa Tacchi di Gazzo Padovano si è tenuta l'Assemblea Pubblica di Apindustria Vicenza. Imprese e territorio: possibile uno sviluppo etico?
Se ne è parlato con relatori di spessore davanti ad una platea affollata e attenta. Dura l'analisi del Presidente De Marchi nei confronti della manovra finanziaria, insufficiente e totalmente mancante di una seria politica industriale.
In una sala gremita si è svolto il dibattito centrato sulla riflessione circa la struttura del nostro sistema produttivo e sul provocatorio presupposto che le piccole e medie imprese mostrano, rispetto alle grandi aziende, soprattutto una maggior propensione etica nei confronti del tessuto socio-territoriale dell'area in cui operano. Piccole e grandi imprese: due modi distinti? Due approcci diversi nell'ottica dello sviluppo responsabile?
Lunedì 7 giugno a Villa Tacchi di Gazzo Padovano erano in tanti tra associati, politici e autorità , tutti molto interessati al dibattito che attorno al tema hanno fatto scaturire i relatori e il mattatore della serata: Sebastiano Barisoni, caporedattorenews di Radio 24 ha abilmente pungolato i quattro relatori per una puntuale ed acuta analisi della situazione in cui versano attualmente i mercati nostrani ed esteri, prendendo in analisi le nuove leve produttive, gli scenari internazionali, le politiche di investimento e sviluppo, le manovre fiscali e quant'altro. Il palco dei relatori era composto da Lauro Buoro, Presidente di Nice S.p.A., Enrico Gervasoni, Consulente strategico per il progresso socio-economico, Enzo Rullani, Professore di Economia della Conoscenza, presso TeDIS, Venice International University e Marco Vitale, Presidente del Fondo Italiano di Investimento per le Piccole e Medie Imprese. "Micro-Macro. Territorio. Sviluppo. Etica. Le PMI nell'evoluzione dei mercati", il titolo del convegno.
A fare gli onori di casa il presidente di Apindustria Vicenza, Filippo De Marchi, che nel saluto introduttivo ha condotto una severa analisi dell'ultima manovra finanziaria varata dal governo, puntualizzando anche le più recenti e importanti battaglie che hanno visto l'associazione impegnata in prima linea negli ultimi mesi, tra cui le misure cautelari in materia tributaria, la modifica della legge sui concordati, i correttivi agli studi di settore.
«Pur con dati che preannunciano un possibile ritorno alla stabilità - ha affermato De Marchi - la prospettiva di crescita è maggiore per le aziende con oltre 50 addetti. Le PMI sono, al solito, fuori dai giochi e dalle intenzioni dei Governi. E la manovra finanziaria certo non aiuterà : non contiene alcun elemento di politica industriale, capace di rilanciare la competitività delle PMI. PMI e i tagli che mette in campo sono indiscriminati e quindi ingiusti; ma proprio perché scontentano tutti non sono destabilizzanti per il Governo! Si veda ad esempio il tema del federalismo fiscale: sarebbe una buona soluzione per il Nord del Paese ma non certo per il Centro-Sud, anche per abitudini radicate e informali che condizionano i comportamenti degli uomini assai più delle regole. Tra l'altro permane una sostanziale distanza tra l'economia reale, quella delle famiglie e delle imprese: le scelte che si operano sono sempre di più di "alta finanza" e nessuno sta sanando il vuoto creatosi». Nelle affermazioni di De Marchi una dura critica alla politica che rimane "inerte e autoincensante" e un'esortazione a rafforzare la rappresentatività e la struttura delle Associazioni. «Dobbiamo uscire dallo schema che ricalca quello verticalizzato della politica per far partecipare di più la base alla vita associativa e contemporaneamente abbiamo il dovere morale di perdere la visione campanilistica che viene dalle nostre radici culturali a favore di strategie di squadra».
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