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I sei candidati sindaco all'assemblea Cgil di Vicenza e provincia: le richieste del sindacato

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 28 Maggio 2018 alle 17:25 | 0 commenti

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Tutti e sei i candidati sindaco erano stamane 28 maggio all'assemblea CGIL di Vicenza e provincia. Di seguito il testo del documento dettagliato che tratta gli argomenti che il sindacato chiede ai candidati e al futuro sindaco: VICENZA NEL TERRITORIO In un territorio sempre più attraversato da fenomeni complessivi di difficile governo locale, pensiamo ad una Vicenza che si assuma un ruolo di regia di un “sistema vasto”, o addirittura di capofila di una aggregazione di comuni.

L’amministrazione locale, soprattutto il capoluogo di provincia, ha il compito fondamentale di mettere insieme e coordinare i vari attori locali, le istituzioni di livello superiore ed i comuni limitrofi del territorio, per definire una risposta di sistema alle sfide che abbiamo di fronte.

Il singolo Comune da solo può fare poco, ma può fare di più se si associa ad altri Comuni e se riesce ad allargare la propria sfera di intervento entrando in relazione con altri attori e livelli istituzionali.

La scelta contraria può creare svantaggiose e cruente concorrenze tra territori, in un momento peraltro dove c’è il rischio concreto di una progressiva marginalizzazione del nostro territorio a favore di territori limitrofi (Verona da una parte e Padova-Mestre-Treviso dall’altra).

Oltre agli interventi rivolti specificamente alle attività produttive, servono politiche di contesto, ovvero:

  • pianificazione territoriale sovracomunale,

  • infrastrutture materiali e immateriali e mobilità collettiva,

  • servizi alle persone e alle aziende,

  • tutela dell’ambiente, della sicurezza e della coesione sociale,

  • iniziative culturali.

La “governance” pubblica è fondamentale e non è più il tempo di affidare ai singoli la regolazione dello sviluppo.

 

 

  1. DEMOGRAFIA: INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE E FLUSSI MIGRATORI

 

Occorrono consapevolezza e progetti per il governo delle conseguenze di una dinamica demografica caratterizzata da invecchiamento della popolazione e aumento del flusso migratorio.

Sono oltre 27.000 gli anziani con più di 65 anni di età residenti in città e l’età media della popolazione è di 45,6 anni. L’indice di vecchiaia è 187,6 (ogni 100 ragazzi fino ai 15 anni ci sono 187,6 persone con più di 65 anni).

 

A questi numeri va data una risposta:

  • rafforzando l’attività del servizio di assistenza domiciliare,

  • monitorando attentamente il fenomeno degli anziani soli,

  • attivando quanto prima i posti letto di strutture intermedie,

  • migliorando la capacità ricettiva delle strutture residenziali.

La multietnicità e positive politiche di integrazione dei cittadini migranti rappresentano una ricchezza che è necessario riconoscere e promuovere attraverso specifiche iniziative.

 

 

  1. VIVIBILITA' AMBIENTALE

 

Sono necessarie scelte ed interventi su:

    • consumo di suolo,

    • qualità dell'aria,

    • qualità dell'acqua (PFAS) e gestione pubblica o privata dell'acqua,

    • degrado urbano,

    • viabilità e mobilità sostenibile,

    • spazi verdi

La provincia di Vicenza è inserita in un ambiente produttivo ricco e articolato e ciò rappresenta un elemento di tenuta, ma dobbiamo anche comprendere che la competizione internazionale non sfida più la singola impresa o il singolo Comune, ma mette in discussione, piuttosto, la capacità di risposta dell’intero sistema produttivo locale.

Il territorio può divenire un fattore decisivo di competitività, ma per avere questo ruolo esso deve saper attrarre competenze, persone, investimenti, più di quanto non sia avvenuto negli ultimi anni.

Il criterio a cui far riferimento è quello della qualità, intesa non solo come qualità dei prodotti e dei processi produttivi dentro la singola impresa ma essenzialmente come qualità d’insieme. Quindi qualità:

  • ambientale (aria, acqua e zone verdi),

  • urbanistica e dell’abitare,

  • delle relazioni sociali,

  • dei servizi ai cittadini ed alle imprese,

  • della formazione e delle competenze professionali,

  • del funzionamento delle istituzioni locali,

  • dell’offerta culturale.

Le politiche dell’amministrazione comunale devono porre limiti precisi al consumo di suolo e all’impermeabilizzazione dei terreni che in un territorio come quello vicentino hanno prodotto gravissimi danni.

Il consumo di suolo è un problema che sta alla base dei disastrosi effetti che ormai anche eventi non eccezionali producono nel territorio.

 

Negli ultimi tempi si è diffusa anche nel sistema delle imprese la consapevolezza che il settore edile può uscire dalla crisi solo se si realizzano opere e costruzioni diverse dal passato. Ciò significa puntare sul riuso, sul recupero e la riqualificazione dell’esistente, sulla riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici, e sulla salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio, che nella nostra realtà significa in particolare proteggere da rischi idrogeologici e bonificare aree inquinate.

Si rende poi necessario ripensare le modalità di spostamento di persone e merci, privilegiando il trasporto pubblico rispetto a quello privato ed il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma.

 

 

  1. SANITA' - SOCIO-SANITARIO - SERVIZI ASSISTENZIALI

 

  • Siamo convinti che la sanità pubblica sia uno strumento essenziale per garantire il diritto, costituzionalmente garantito a tutti i cittadini, alla salute ed al benessere psico-fisico.

  • Un buon sistema sanitario pubblico deve articolarsi in una rete ospedaliera specialistica di qualità ed in una rete di servizi socio-sanitari diffusi su tutto il territorio.

  • Altrettanto necessario è poi un sistema locale di servizi assistenziali.

 

Da diversi anni il sistema complessivo delle prestazioni erogate dallo stato sociale è messo in discussione. Efficienza e qualità dei servizi sono priorità che non riescono a trovare un giusto equilibrio con le risorse a disposizione. Infine, in una fase di delicato cambiamento, dopo la recente riforma della sanità veneta, è fondamentale che i sindaci riprendano il ruolo che tocca e spetta a loro.

Una recente ricerca dell’Ires Cgil Veneto ha messo in evidenza le criticità da superare e le buone pratiche da valorizzare nella ex Ulss 6 (oggi distretto Est), in particolare per quanto riguarda:

  • una debolezza nell’integrazione territoriale (pochi posti letto in strutture intermedie e poche medicine di gruppo integrate);

  • una discreta presa in carico da parte dell’ADI per i pazienti dimessi dall’ospedale.

 

Siamo convinti che Il Piano di Zona, deve veramente favorire l’integrazione tra le politiche sociali e sociosanitarie, le politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro e mettere a punto un assetto organizzativo tale da garantire la qualità degli interventi, il superamento della logica settoriale e la possibilità di procedere a verifiche congiunte, soprattutto in un momento di crisi come l’attuale.

Riteniamo importante il lavoro di rete, poiché favorisce la corresponsabilità di quanti, sia soggetti istituzionali che gruppi organizzati e persone, vengono coinvolti nell’organizzazione dei servizi e nella fruizione degli stessi per una gestione concertata delle risorse, anche finanziarie.

Il rapporto con il terzo settore deve restare robusto, attento, trasparente. Al contempo il controllo pubblico nella gestione dei servizi in appalto deve essere sempre attento e costante, la governance deve rimanere saldamente in mano pubblica e vanno evitate nuove esternalizzazioni. Questo vale in particolar modo per il settore della non autosufficienza.

 

 

  1. IPAB

 

  • Nella nostra città l'IPAB secondo noi è e può diventare un punto di riferimento fondamentale per i cittadini e per l'amministrazione, non solo come “casa di riposo”, ma come “centro servizi” per rispondere a molteplici bisogni.

  • La legge regionale in discussione dovrà assicurare la natura giuridica pubblica delle IPAB.

 

Le IPAB, che sono nate da una legge del 1890, la cosiddetta legge Crispi, sono oggi interessate da un processo di possibile modifica della propria natura, dovendo scegliere se trasformarle in aziende pubbliche di servizi alla persona o in fondazioni di diritto privato. Noi crediamo che la Legge regionale in discussione debba stabilire per le IPAB la natura giuridica pubblica.

IPAB Vicenza è per dimensioni tra le più importanti del Veneto, ma molte sue strutture necessitano di interventi di ammodernamento.

L'Accordo di Programma tra Comune di Vicenza, Regione Veneto ed IPAB di Vicenza denominato “Intervento per la programmazione dei Centri di Servizio Residenziali per anziani non autosufficienti e per la qualificazione dei servizi semi-residenziali per anziani non autosufficienti” delineava il futuro di questo ente: in esso erano contenute le scelte strategiche e gestionali che l’Ente doveva assumere nei prossimi anni.

La nuova gestione, seguita a due Commissariamenti, tutta spinta verso un processo di privatizzazione dell’Ente ci lascia preoccupati e contrariati.

L’attività dell’IPAB va infine ripensata integrandola con quella erogata da altre istituzioni (Comune ed ULSS); pensiamo ad esempio che essa potrebbe erogare prestazioni a carattere domiciliare, assicurare attività di sollievo, gestire strutture intermedie tipo residenze protette, fungere da punto per talune prestazioni a carattere sanitario (punti prelievo, riabilitazione, aggregazione dei medici di medicina generale e altro ancora). Parliamo di una vero “centro” di servizi pubblici socio sanitari, necessari oggi e indispensabili domani per un sistema integrato tra residenzialità/semi-residenzialità e domiciliarità.

 

 

  1. ALTA VELOCITA'/ALTA CAPACITA'

 

  • Riteniamo importante investire risorse per il trasporto su rotaia, e quindi sull'Alta Capacità/Alta Velocità, attraverso progetti realistici e rispettosi della città di Vicenza.

  • Durante i lavori va garantita la legalità, la sicurezza ed il minor impatto possibile sui quartieri

 

Dopo cinque anni siamo in presenza di uno studio analitico dell’attraversamento di Vicenza della AV/AC Verona

– Padova del corridoio T-EN 5. Il predetto studio è il risultato della lunga fase di gestazione, compresa la scelta da parte delle Istituzioni pubbliche di aprire alla campagna di ascolto che ha permesso di migliorare l’opera e ridurre l’impatto ambientale. Le osservazioni in procedura VIA statale hanno senz’altro il compito di migliorare

l’assetto dell’opera ma si può ritenere che parte fondamentale delle modifiche siano intervenute tra lo studio di fattibilità del 2012 e la soluzione 2016 conclusa con il voto del Consiglio Comunale di Vicenza.

Ci siamo mossi in questi anni con la convinzione che bisogna potenziare l’offerta ferroviaria in tutti i segmenti di attività generando nuova offerta che sorregga la domanda di trasporto su rotaia. Questa considerazione vale sia per le merci sia per i passeggeri, consapevoli che l’inquinamento della pianura padana esige delle scelte rigorose e radicali a favore del trasporto collettivo. Per fare ciò non è sufficiente la saturazione della linea esistente ma produrre uno sforzo fondamentale di maggiore capacità fatta dal raddoppio dei binari, nuove stazioni, investimenti in tecnologie a bordo ed a terra e soluzioni mirate alla maggiore fluidità delle linee eliminando le attuali sovrapposizioni, offrendo una maggiore velocità commerciale ed una condizione ottimale di qualità e affidabilità del servizio.

Abbiamo contestato in modo energico operazioni malate di “gigantismo”, che fanno unicamente l’interesse di progettisti e costruttori a prescindere dalla reale condizione di domanda potenziale espressa dal territorio vicentino. Per questa ragione abbiamo ritenuto fondamentale mantenere la stazione centrale in via Roma collegata al centro cittadino e sostenere un’opera di ricucitura urbana che abbia al suo centro intermodalità riconosciuta e apprezzata. Allo stesso modo risulta convincente la fermata in Fiera al servizio del traffico pendolare e mirato all’offerta AV su eventi fieristici.

Il tempo “dilatato” della fase di progettazione ha permesso un lungo, articolato e soddisfacente lavoro di miglioramento di tutti gli assetti dell’opera. Senz’altro depone a favore delle Istituzioni aver favorito il confronto non solo nel luogo della decisione politica comunale, ma aver coinvolto tutti gli stakeholder e i singoli cittadini secondo un approccio partecipativo.

Il tema risorse certe e disponibili per lotti funzionali, non solo costruttivi, è questione fondamentale per ridurre i disagi temporali e costruire opere complete in grado di produrre un’efficace e misurabile cambiamento del modello di sviluppo oggi basato sull’uso abnorme dell’auto privata. Su questo non smetteremo l’insistenza su opere sobrie che permettano un reale coinvolgimento e controllo democratico della popolazione servita.

Riteniamo infine necessari dei “protocolli” per garantire, durante tutto il periodo di costruzione dell'opera, il rispetto della legalità, il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza per il personale impegnato nei lavori ed il minor impatto possibile sulla vita quotidiana dei cittadini dei quartieri coinvolti nei lavori.

 

 

  1. SERVIZI PUBBLICI LOCALI – AIM – VIACQUA

 

  • AIM e VIACQUA sono due realtà fondamentali per Vicenza, occorre salvaguardarle e garantirne il futuro.

  • Occorre dare gambe e futuro a SVT (Società Vicentina Trasporti).

 

  • Chiediamo disponibilità a definire accordi con le OO. SS. e le associazioni dei consumatori sui temi delle tariffe agevolate/benefici per soggetti in difficoltà e risoluzione dei contenziosi.

I servizi pubblici locali sono sottoposti a forti pressioni legislative e di mercato. Le ricerche dell'Ires Veneto svolte in questi anni hanno fatto emergere le criticità e rischi del sistema dei servizi pubblici locali vicentini:

  • eccessiva frammentazione e nanismo,

  • rapporti difficili con il sistema del credito,

 

  • ingenti investimenti da effettuare,

 

  • tagli delle risorse nazionali e regionali,

 

  • concorrenza vorace e strutturata,

 

  • vincoli del Patto di stabilità,

 

  • occupazione da salvaguardare.

 

Crediamo che la dirigenza debba proporre piani industriali che affrontino queste criticità e che non abbiano un obiettivo solo di mercato, ma anche di servizio e di reinvestimento nell’azienda per garantire qualità, sicurezza e continuità delle prestazioni, tariffe, investimenti nelle strutture e investimenti sociali, sensibilità alle fasce più deboli della popolazione, buona occupazione.

Il Comune di Vicenza e le sue società, che sono e devono restare interamente pubbliche, devono superare l'eccessiva frammentazione ricercando collaborazioni ed aggregazioni almeno di livello provinciale, come avvenuto nel settore del trasporto pubblico locale con la nascita di SVT (Società Vicentina Trasporti), che adesso va messa nelle condizioni di ben operare, evitando nel contempo avventure economico-finanziarie o gigantismi che esproprino il controllo delle società.

Una particolarissima attenzione va prestata al settore dell’igiene ambientale, comparto ambìto dalla criminalità organizzata.

VIACQUA, nata dalla fusione di Acque Vicentine e AVS, è l'altra realtà pubblica che si occupa di un bene comune sempre più prezioso: l'acqua. Sono necessari investimenti per garantirne la qualità, ridurre le dispersioni, migliorare il servizio, condizioni per preservare questo bene, che deve rimanere pubblico, dalle insidie del mercato e dei giganti privati del settore.

 

 

  1. IL LAVORO/I LAVORI

 

  • L'universo dei lavori attuale che ha sostituito/convive con il lavoro tradizionale locale, prevalentemente manifatturiero, non è sicuramente un tema che sta in capo ai comuni, tuttavia ci sono svariati aspetti dove il Sindaco della città capoluogo della provincia può e deve intervenire. In particolare elenchiamo i seguenti ambiti di sicura responsabilità e quindi di necessario intervento:

  • indirizzi per la zona industriale e la Fiera,

 

  • progetti per rilanciare il turismo a Vicenza,

 

  • progetti per favorire lavori e opere di recupero urbano,

 

  • norme per contenere il lavoro domenicale,

 

  • dipendenti comunali e relazioni con le RSU e le OO.SS. Che li rappresentano,

 

  • politiche attive del lavoro: progetti, rapporti con gli altri comuni e coinvolgimento delle parti sociali.

Riteniamo che la zona industriale e la Fiera possano assumere, grazie anche al vantaggio della posizione logistica (ferrovia ed autostrada) ed alla presenza di attività produttive di rilevanza e pregio, un ruolo primario nel sistema produttivo vicentino e che, anche con il concorso delle parti sociali e delle aziende presenti, possa diventare una zona produttiva ad alta qualità.

Un serio intervento dovrebbe prevedere:

 

  • il miglioramento efficiente dell'accessibilità alla zona, con l’introduzione di nuove modalità, che contengano i costi, migliorino le condizioni ambientali e garantiscano sicurezza agli utenti;

  • l’introduzione dei servizi alla persona e all’impresa;

 

  • il risanamento e la valorizzazione ambientale, con il recupero del verde, il contenimento energetico e la tutela della sicurezza interna ed esterna ai luoghi di lavoro;

  • il collegamento i tessuti insediativi limitrofi e con la città;

 

Il turismo è molto cresciuto nel corso di questi anni, grazie anche alle iniziative svolte per valorizzare la città, il suo patrimonio storico ed artistico e le attrattive del territorio circostante, ed alle esposizioni che hanno attirato in città centinaia di migliaia di visitatori. Servono progetti per investire ulteriormente sul turismo, una buona promozione ma anche un miglior coinvolgimento dal basso dei protagonisti del territorio e un’idea diffusa e complementare delle varie forme artistiche presenti in via permanente in città, possono far fare a Vicenza il salto culturale che le spetta, e quindi generare attività economiche e buona occupazione.

I Comuni possono essere motori dell’economia anche progettando ed avviando interventi diffusi di recupero ambientale ed edilizio.

Il territorio deve senz’altro accrescere le proprie competenze su settori innovativi come il risparmio energetico, l’energia pulita e la tutela ambientale, perché la sfida della “green economy” e dell'economia “circolare” va sicuramente colta come opportunità di sviluppo.

Riteniamo che occorra intervenire anche per contenere le aperture domenicali dei negozi, a beneficio della qualità di vita delle persone che lavorano nel settore ed anche per recuperare collettivamente la dimensione del riposo e della vita di relazione nella giornata della domenica e durante le festività.

Il Comune di Vicenza è chiamato a dare risposte all'altezza delle necessità e dei bisogni dei cittadini in un quadro generale di carenza di risorse e di limiti normativi che certo non aiutano a cambiare ed a innovare anche l'organizzazione dell'amministrazione comunale ma che non può essere usato a pretesto per garantire solo l'ordinaria amministrazione o, peggio ancora, attuare nuovi processi di esternalizzazione e privatizzazione.

Per queste ragioni riteniamo fondamentale che il comune investa molto sul proprio personale, rafforzando il proprio organico e investendo in formazione, aggiornamento e riqualificazione, per favorire una sempre maggiore sintonia tra i servizi comunali erogati ed i bisogni del territorio e delle persone. Qualità dei servizi e qualità del lavoro sono strettamente connessi.

E’ con questa impostazione e con tale approccio che la CGIL intende proseguire con la prossima amministrazione comunale il confronto sindacale.

Il Governo della città e la scelta delle persone con ruoli apicali che avranno il compito di dare operatività alle scelte politiche della prossima amministrazione dovrà caratterizzarsi per la trasparenza e la capacità di

coinvolgimento dei suoi dipendenti, nella condivisione quindi di obiettivi, priorità e strategie, a partire dalla conferma della gestione diretta del settore educativo e scolastico.

Il recente rinnovo del CCNL Funzioni Locali, dopo nove anni di blocco della contrattazione, consentirà inoltre di riaprire una stagione di contrattazione integrativa anche all'interno del Comune di Vicenza, rispetto alla quale Amministrazione comunale, RSU e OO. SS. saranno chiamati ad un confronto serrato già a partire dai prossimi mesi.

Grande attenzione va posta infine alla qualità del servizio e del lavoro svolto dalle aziende appaltatrici, in particolare le cooperative, ai fini di tutelarne i dipendenti e/o soci-cooperatori.

Essendo molto indebolito il ruolo delle Province, sul tema delle politiche attive del lavoro hanno assunto un ruolo i singoli Comuni. La ex Provincia ha istituito un Patto territoriale del lavoro ed inclusione sociale insieme a ULSS e Comuni, anche al fine di concorrere ai bandi regionali e/o privati.

La vecchia Commissione Lavoro provinciale non esiste più, esistono occasioni sporadiche di confronto, dove anche i Comuni sono chiamati ad interagire.

Il Comune di Vicenza sarà chiamato ad avere un ruolo anche nelle prossime stagioni all’interno della Provincia. Riteniamo che:

  • debba esserci una regia provinciale in cui i soggetti istituzionali si confrontino anche con le parti sociali,

 

  • il Comune di Vicenza debba concorrere in prima persona rispetto a questa regia,

 

  • il Comune di Vicenza si occupi anche del tema dell'orientamento e della ricollocazione delle persone che cercano lavoro,

  • ci sia la necessità di uno spazio di confronto sull’economia vicentina e le sue prospettive (quale terziario, quale secondario, quali i ruoli di Fiera, AIM, VIACQUA e Camera Commercio.

 

 

  1. BANCA POPOLARE DI VICENZA - VENETO BANCA

 

  • Giudizio CGIL Vicenza sulla vicenda

 

  • Necessario: tutelare per i risparmiatori colpiti, tutelare gli ex dipendenti e ricostruire la fiducia

 

Il nostro territorio non si meritava il disastro e lo scandalo delle due banche venete presenti a Vicenza, e da questo punto di vista, la vicenda mette in luce un vero e proprio fallimento della classe dirigente vicentina, cioè di quegli operatori del mondo dell’economia e della finanza, politici e altri attori rilevanti del nostro territorio che hanno diretto la vita economica, politica e sociale locale nel corso degli ultimi decenni attraverso un sistema clientelare, verticistico e per nulla trasparente.

La loro responsabilità, a partire dall’ex presidente della BPVI, è di non aver visto lungo e di non aver capito che nel mondo attuale non poteva reggere un modello, che alcuni hanno definito “Capitalismo di relazione”, nel quale di fatto la “governance” del sistema passava attraverso rapporti di favore tra soggetti che ricoprivano ruoli rilevanti nel contesto locale.

Esce a pezzi anche il concetto della cosiddetta “banca del territorio”, cioè della bontà in sé di un istituto di credito locale che fa della territorialità la proprio identità e bandiera. Rimane certamente la necessità di avere un sistema del credito vicino alle famiglie ed al tessuto produttivo, ma non basta essere una banca del loco, è necessario prima ancora garantire trasparenza ed una governance affidabile e lungimirante.

E questa vicenda oltre a creare un gravissimo danno al sistema economico-produttivo locale segnala un gigantesco problema etico, sul quale tutti noi abbiamo “dormito” o poco vigilato. Non rubare, non mentire, uguaglianza davanti alla legge... imperativi etici di enorme valore sono stati violati ed hanno provocato una ferita difficilmente sanabile, in quanto qualcuno ha rubato, qualcuno ha mentito e qualcuno si è salvato prima del collasso ed altri no, ed occorre fare luce, conoscere ed ottenere giustizia!

Adesso occorre che:

 

  • si concludano le indagini e che venga fatta giustizia,

 

  • vengano in qualche modo risarciti i risparmiatori truffati,

 

  • si tutelino gli ex dipendenti che ancora non sono confluiti in Intesa,

 

  • il patrimonio immobiliare storico di Vicenza rimanga sotto l'egida del Comune della città,

 

  • si vigili per evitare che in futuro accadano situazioni analoghe.

 

Queste sono le condizioni per cercare di “ricostruire la fiducia” dei cittadini, dei risparmiatori e degli operatori economici onesti nelle istituzioni locali e nel sistema bancario locale, gravemente compromessa da quanto accaduto.

 

 

  1. ISTRUZIONE – DIRITTO ALLO STUDIO - CULTURA

 

Riteniamo importante:

 

  • prevedete interventi per la messa in sicurezza delle strutture scolastiche,

 

  • sostenere il polo universitario,

 

  • sostenere il diritto allo studio,

 

  • promuove e valorizzare la cultura e l'arte,

 

  • vietare ai minori l'accesso a Hit Show (fiera delle armi)

 

Le dinamiche demografiche e sociali segnalano anche l'assoluta necessità di sostenere le famiglie con figli, per arginare la tendenza alla denatalità, attraverso misure sociali a sostegno della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e attraverso servizi all'infanzia diffusi e di qualità.

La scuola pubblica gioca poi un ruolo di primo piano per l'educazione delle future generazioni, per questo deve garantire una qualità adeguata attraverso investimenti mirati, in primis sulla formazione degli insegnanti.

Molto può fare il Comune sul diritto allo studio e sulla prevenzione della dispersione scolastica: agevolando le famiglie e gli studenti attraverso il trasporto pubblico, sostenendo il tempo pieno e il costo delle mense scolastiche.

E' importante anche intervenire per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, che lascia a desiderare soprattutto dopo i tagli subiti dalle Province.

Il polo universitario della città va sostenuto per offrire agli studenti maggiori opportunità per conseguire la Laurea, visto il gap del nostro paese rispetto ad altri paesi europei.

Va sostenuta anche la formazione degli adulti ed avviata una campagna di alfabetizzazione rispetto all'uso delle nuove tecnologie digitali.

Vicenza è e maggiormente può diventare città d'arte e di cultura, vanno diffuse e incentivate iniziative che vadano in questa direzione, a beneficio dell'intera collettività.

Alla luce anche delle ripetute stragi avvenute nelle scuole degli USA ad opera di studenti in possesso di armi, a nostro avviso va vietato l'accesso ai minori a Hit Show (fiera delle armi), per ostacolare la diffusione dell'uso da parte dei privati delle armi. Occorre a chiedere alla Fiera un Codice di responsabilità sociale, allo scopo di attuare questa misura.

 

 

  1. NEGOZIAZIONE SOCIALE

 

Serve la volontà politica di aprire un tavolo di confronto con le OO. SS. per definire un protocollo di relazioni sindacali e misure a favore dei cittadini che favoriscano coesione e integrazione sociale

La contrattazione sociale tra Organizzazioni sindacali e Comune vuole promuovere e tutelare i diritti del lavoro e di cittadinanza.

Le principali priorità da affrontare sono: la difesa dei redditi da lavoro e da pensione, la garanzia di servizi sociali equi e diffusi, la riorganizzazione della pubblica amministrazione, la lotta all’evasione fiscale, l’offerta di edilizia pubblica e le politiche di accoglienza nei confronti dei migranti.

In questi ultimi anni il Sindacato Confederale ha elaborato delle proposte che tengono insieme la difesa dello stato sociale, l’equità e la progressività.

In questo contesto chiediamo che:

 

  • gli stanziamenti destinati al sociale non siano ridimensionati,

 

- vi sia una applicazione estesa dell’Isee nel caso di erogazione di prestazioni/sussidi sociali al fine di misurare la vera capacità reddituale di un nucleo familiare,

- vi sia una progressività nell’imposizione dell’Addizionale Irpef che garantisca maggiormente le fasce più deboli,

  • si amplino le possibilità di tariffe sociali per acqua, luce e gas destinate ai nuclei familiari più in difficoltà,

 

  • si prevedano agevolazioni/riduzioni per nuclei familiari in difficoltà nell’applicazione della Tarsu,

 

  • si destinino adeguate risorse umane al controllo e contrasto all’evasione fiscale in ossequio all’accordo sottoscritto con l’Agenzia delle Entrate;

  • si attui un monitoraggio costante degli anziani soli ultrasettantenni,

 

  • si stimoli, con i comuni dell’hinterland, la costruzione di convenzioni per la gestione associata dei servizi,

 

  • in ogni processo di trasformazione urbana si preveda, soprattutto in un momento di carenza di risorse pubbliche, il potenziamento dell’offerta di alloggi sociali e una percentuale di alloggi in locazione a prezzi calmierati, per venire incontro alle giovani coppie, alla mobilità del posto di lavoro, al mutare nel tempo della dimensione della famiglia.

 

 

  1. DAL DIN: PARCO DELLA PACE - BRETELLINA

 

  • Va difeso il progetto e realizzato il “Parco della pace”

 

  • Contrarietà rispetto alla “bretellina”

 

La città ha subito un forte trauma con la costruzione della nuova base militare USA presso il Dal Molin, opera che ha visto la CGIL berica in prima fila per impedirne la realizzazione.

Nessun risarcimento potrà riparare quel danno di cui si stanno vedendo le prime conseguenze idrogeologiche, che vanno riparate.

Il nascente Parco della Pace deve mantenere le finalità e lo spirito con i quali è stato acquisito (seppur a termine) dal Comune di Vicenza. Noi riteniamo che il Parco, rispettando il percorso partecipativo in corso e non disconoscendo le difficoltà gestionali ed economiche di questa fase, non debba essere pensato in termini minimalisti, ma con forme e funzioni di alto valore simbolico, estetico e funzionale in modo da farlo vivere come parte integrata alla città e alla vita dei cittadini.

La CGIL esprime contrarietà rispetto al progetto della cosiddetta “bretellina”, strada di collegamento della base Dal Din con la non ancora realizzata tangenziale, in quanto il tracciato risulta modificato rispetto al progetto originario, e va impedito che la sua realizzazione eventuale comporti ulteriore esborso di soldi pubblici.

 

 

  1. DISCRIMINAZIONI – VIOLENZE - FEMMINICIDI

 

Chiediamo:

 

  • un “bilancio di genere”,

 

  • progetti sulle pari opportunità,

 

  • azioni contro le discriminazioni e per fermare le violenze, in particolare i femminicidi.

 

Secondo noi è maturo il tempo per impegnare il Comune di Vicenza a realizzare un “bilancio di genere”, all'interno del quale proporre e/o verificare progetti sulle pari opportunità, sulla lotta alle discriminazioni e per fermare le violenze, in particolare i femminicidi.

Questi obiettivi necessitano per essere conseguiti un lavoro sinergico con tutti i soggetti del territorio che si occupano concretamente di questi temi, quali le OO. SS. e le associazioni private.

Riteniamo fondamentale in particolare finanziare e sostenere il Centro antiviolenza di Vicenza e rafforzare il rapporto con l'associazione Donna chiama Donna. 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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