I disabili contro i tagli dell'Ulss 6 e la chiusura delle attività nei Centri Diurni
Giovedi 1 Agosto 2013 alle 16:49 | 1 commenti
Coordinamento associazioni famiglie disabili - Premesso che questo tipo di interventi e decisioni non possono essere prese nel mese di agosto quando, cioè, i Centri Diurni chiudono e le persone sono in ferie; che l’Italia vanta una tra le migliori legislazioni atte a garantire i diritti delle persone con disabilità e che contemporaneamente è il Paese in cui tali normative vengono largamente disattese e calpestati i principi sanciti da ogni normativa nazionale e internazionale.
E non si può far pagare due volte, il prezzo della crisi economica, a persone che normalmente pagano abbondantemente per dare una parvenza di vita dignitosa al proprio familiare.
Constatato che, quando si devono abbattere i costi, le persone con disabilità sono considerate un “peso sociale†e che come tali, come la storia ci insegna, possono essere sottoposti a qualsivoglia intervento atto ad annullarne ogni diritto:  le famiglie delle persone con disabilità , residenti nel territorio dell’ULSS 6, si sono riunite in assemblea, il 31 luglio, presso la sede dell’Associazione Genitori de “La Nostra Famiglia†a Bertesina.
All’ordine del giorno l’avvenuta approvazione da parte della Conferenza dei Sindaci del bilancio 2013 presentato dall’Ulss 6, i relativi tagli ai servizi, la creazione di liste d’attesa per poter accedere ai servizi stessi e la grave decisione di precludere l’accesso ai Centri Diurni alle persone con disabilità inserite definitivamente in strutture residenziali.
A presiedere l’assemblea il Presidente della suddetta Associazione, Mario Marchetti, e il Coordinatore del Comi.Vi.H., Riccardo Cagnes, i quali, alla presenza dei Presidenti delle Associazioni di categoria, degli Avvocati incaricati di valutare la percorribilità per un ricorso legale  e delle circa 150 persone intervenute, introdotti gli argomenti all’ordine del giorno, hanno lasciato spazio all’animata discussione.
La serata si è subito scaldata, complice anche il caldo stagionale, quando sono intervenuti i famigliari di quelle persone inserite in strutture residenziali ai quali è già giunta la comunicazione inviata dall’Ulss che li informa del fatto che il proprio congiunto, già a partire dal mese di settembre, non frequenterà più il Centro Diurno. Tale sciagurata decisione è stata presa nell’ambito degli incontri avuti dall’Ulss con alcuni Enti Gestori di servizi, incontri che hanno visto il motivato ritiro di ben 7 Enti a fronte degli 11 interessati e che ha, di fatto, azzerato ogni buona prassi di concertazione con le Associazioni dei famigliari.
E’ anche emersa, tra gli interventi in sala, la proposta di chiedere ai Sindaci, quali responsabili della qualità di vita sociale e sanitaria dei Cittadini con disabilità , di uscire dall’attuale modalità di gestione che risulta essere burocratica, farraginosa, sperequativa e esageratamente costosa.
A rimetterci non saranno le sole persone con disabilità , ma anche quei 40/50 lavoratori che gioco forza perderanno il posto di lavoro e che si andranno ad aggiungere alla lunga lista di disoccupati che già oggi bussano alla porta degli assessorati al sociale per chiedere aiuto onde poter far fronte agli impegni economici famigliari.
A fronte di tutto ciò le Associazioni aderenti al Comi.Vi.H.
A.Gen.Do.
A.I.A.S. San Bortolo
A.N.F.F.A.S.
Aquilone 2004
Autismo Triveneto
Associazione H.81 Insieme
Associazione “Il Nuovo Ponteâ€
Associazione Primavera85
UNITAMENTE
all’Associazione Genitori de “La Nostra Famigliaâ€
per non tornare indietro di 40 anni, quando le persone disabili erano recluse in Istituti senza alcuna possibilità di vita integrata o lasciate a totale carico delle famiglie, oltre all’azione legale precedentemente menzionata, valuteranno ogni lecita iniziativa volta a bloccare qualsivoglia decisione non rispettosa dei principi fondamentali che intendono garantire alle persone con disabilità il diritto di accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza, la continuità  formativa, le aspettative di inclusione sociale.
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rimaniamo decisamente perplessi, per non dire arrabbiati per il perdurante e colpevole silenzio dei sindaci dell'ulss 6 (sulla cui conoscenza del resto del mondo della disabilità e dei suoi problemi e sulla conseguente competenza ad affrontarli, siamo fortemente dubbiosi),oltre che per il silenzio delle persone e delle famiglie direttamente interessate.
nell'augurarci che tale silenzio non sia frutto di paure/timori per eventuali ricatti, ci permettiamo di ricordare a tutti, diretti interessati, cittadini responsabili, organi di informazione, responsabili della "cosa pubblica" che la colpa di tante ingiustizie non è solo di chi le compie ma anche di chi omette di tentare di contrastarle se non altro con la denuncia, permettendo, così facendo, che si compiano nel silenzio generale.
Il "me ne lavo le mani" di Pilato o il più recente "me ne frego" dovrebbero insegnare qualcosa!