Guardia sempre alta sullo scandalo delle banche venete. Ed Enrico Cappelletti ricorda come dietro a un altro regalo ci sia... Intesa Sanpaolo
Sabato 23 Settembre 2017 alle 12:11 | 0 commenti
Roma, dal nostro corrispondente. Il convegno del 16 settembre scorso a palazzo Giustiniani sulle banche venete non ha portato novità roboanti o da prima pagina, ma ha avuto uno scopo importantissimo: mantenere alta l'attenzione su uno scandalo che ha coinvolto 220 mila risparmiatori, molti dei quali, questo è lo stato dell'arte odierno, non riavranno nulla del denaro investito nelle banche coinvolte. Ovvero Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. E questo mentre altri scandali - come quello Consip ad esempio - pur senza volerne sottostimare l'importanza fungono però da armi di distrazione di massa.
"Non bisogna far calare il sipario davanti a uno scandalo che probabilmente è uno dei più grandi nella storia della Repubblica italiana. Dobbiamo tenere alta l'attenzione e cercare di inserire qualche altro pezzo nel puzzle per capire quali siano state le connivenze e i silenzi che hanno accompagnato la realizzazione di questo scandalo" - ci dice il senatore a 5 Stelle Enrico Cappelletti, che ricorda come i due istituti siano stati spezzati in due - "con un decreto folle da parte di governo e maggioranza: da una parte la bad bank i cui oneri di gestione saranno accollati alla collettività , dall'altra la parte sana delle banche, che è stata regalata a Banca Intesa Sanpaolo, gruppo che l'anno scorso ha distribuito dividendi per oltre 3 miliardi di euro".
Cappelletti aggiunge benzina al fuoco ricordando "che la concessione dell'autostrada più trafficata d'Italia, la Padova-Brescia, al suo scadere nel 2013 sia stata praticamente regalata per poi essere venduta a un importante operatore spagnolo; e dietro c'è Banca Intesa. In questo il governo è recidivo".
La commissione bicamerale d'inchiesta marcia a rilento, Cappelletti va indietro nel tempo: "i primi disegni di legge erano stati depositati nel 2013 e tenuti nei cassetti per 4 anni da Pd e maggioranza. L'ultimo scoglio era che i partiti di governo non comunicavano ai presidenti delle Camere il nome dei propri componenti proprio per non far decollare la commissione. Lo abbiamo denunciato anche pubblicamente e nella conferenza dei capigruppo, visto che Grasso e Boldrini avevano il potere di sostituire i commissari che non venissero notificati dai gruppi politici obbligandoli così a presentare la propria lista. Ora dovrebbe finalmente partire, e come primo step la speranza è che possa mettere in luce le responsabilità politiche che stanno dietro questo disastro".
Ricordiamo altri precedenti appuntamenti, quello di luglio scorso ad esempio, con il Pd che aveva promesso ai comitati dei danneggiati risultati entro settembre. "Crediamo - conclude Cappelletti - sia venuto il tempo di uscire di casa, manifestare, far sentire forte la propria voce anche sotto le finestre dei palazzi".
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