Guardia di finanza: sgominata l'organizzazione del "volantinaggio" illegale
Venerdi 13 Maggio 2011 alle 11:43 | 0 commenti
Guardia di finanza - Lavoro nero, evasione e frode fiscale. Un giro d'affari di circa 20 milioni di euro. I "reclutati", sottopagati e sfruttati, costretti a lavorare con un gps al collo per essere costantemente controllati dall'organizzazione. Individuate oltre 20 società "cartiere", con fattura false per 2 milioni di euro, 150 evasori totali, quasi 3 milioni di euro sottratti al fisco e decine di lavoratori "in nero". Oltre 40 le persone denunciate per reati fiscali e per violazioni alle norme sugli stranieri.
Venivano reclutati da imprenditori indiani che, nella zona del Chiampo, avevano imparato rapidamente il noto sistema delle "cartiere" per frodare il fisco; sistematicamente sottopagati erano costretti dai loro sfruttatori ad indossare GPS durante l'attività di volantinaggio porta a porta.
Un sottobosco di illegalità quello smantellato dai Finanzieri di Arzignano attraverso l'operazione "GHOST ENTERPRISES", coordinata dalla Procura di Vicenza ed avviata da tempo nei confronti del fenomeno, in continua espansione sul territorio, del cosiddetto "volantinaggio", un mercato monopolizzato quasi esclusivamente da impresari indiani, che lasciano piccoli spazi ai pakistani e ai bengalesi, cui si rivolgono importanti società italiane di agenzie pubblicitarie.
Lo scenario, scoperto dai finanzieri, ha messo in luce non soltanto una sistematica evasione fiscale, unita all'utilizzo di fatture false emesse da società fittizie, ma uno sfruttamento di lavoratori totalmente in nero, giovani connazionali disposti a lavorare moltissime ore per una paga irrisoria che spesso non supera i 35 euro al giorno.
Uno sfruttamento di "invisibili", perlopiù giovani privi di un regolare permesso di soggiorno e di un contratto di lavoro, disposti a vivere in alloggi di fortuna, controllati costantemente dai connazionali attraverso apparecchi satellitari affinché la distribuzione dei volantini venga eseguita alla perfezione con rapidità .
Nel corso della complessa indagine, avviata non solo a seguito della rilevanza e diffusione del fenomeno ma anche da alcuni episodi di cronaca( risse nelle comunità indiani e bangladesi, forse connesse alla spartizione del business), e che ha portato all'instaurazione di numerosi procedimenti penali, alcuni dei quali si sono già conclusi con la condanna e il sequestro dei beni degli indagati, sotto l'attenzione dei militari sono finite società cartiere, spesso intestate a persone del tutto ignare dell'attività ; veri e propri "furti d'identità " come il caso emblematico di un ignaro chef indiano risultato intestatario di un'impresa che avrebbe emesso fatture per oltre un milione di euro o quello ancor più singolare di una cittadina tedesca che ha vissuto in Italia solo un brevissimo periodo ma finita sotto la lente d'ingrandimento dei Finanzieri per essere risultata titolare di una ditta italiana, senza dipendenti, e che, dalle fatture emesse, avrebbe distribuito una quantità inverosimile di volantini.
In diversi casi, non solo la ditta era inesistente ma il titolare non era mai stato effettivamente residente all'indirizzo indicato all'anagrafe.
Si tratta di imprese sconosciute al Fisco e che, avendo sede in tutta Italia (11 le regioni interessate), sono state segnalate ai competenti Reparti della Guardia di Finanza che procederanno al recupero di un imponibile sottratto alle casse dell'Erario, quantificato in circa 20 milioni di euro.
Allarmante è la rapidità con la quale il meccanismo evasivo si è esteso nel mercato del volantinaggio tanto da comprometterne le dinamiche concorrenziali. L'attività investigativa, ostacolata spesso dall'alto livello di aggregazione delle comunità indiane e bengalesi e dalle difficoltà linguistiche, ha comunque consentito di smascherare le responsabilità di alcuni italiani operanti nel settore che hanno escogitato e diffuso il sistema di frode basato su un dedalo di falsi subappalti.
La complessa operazione della Guardia di Finanza, agevolata dalla collaborazione non solo delle agenzie di pubblicità ma anche dai titolari delle imprese che operano legalmente nel settore, ha messo in luce il meccanismo evasivo ponendo fine allo sfruttamento di numerosi lavoratori.
Sono ora gli stessi operatori del settore sano ad evidenziare ed isolare i soggetti "irregolari", segno della nascita di una ferrea volontà di collaborare con le Istituzioni per ripristinare la legalità in un mercato in continua crescita come quello del volantinaggio, non certo dai grandi numeri, ma in grado di creare legalmente occupazione.
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