GdF, operazione "Hot nights": il tesoro di 100 prostitute web. In Italia elusione da 1 a 5 mld
Sabato 17 Settembre 2011 alle 10:14 | 0 commenti
Guardia di finanza - Tracciando le "offerte" diffuse via internet, i finanzieri trovano un "tesoretto" nascosto sotto le lenzuola ... Immobili di pregio e autovetture di lusso (tra cui Porsche, Jaguar, Mercedes e Bmw) intestate a giovani donne che nulla dichiaravano al fisco
Il monitoraggio delle "offerte commerciali" che possono essere presentate attraverso la rete internet offre una platea ampissima di informazioni, passate al setaccio dagli uomini della Guardia di Finanza allo scopo di prevenire sintomi di illiceità economiche.
In questo scenario, militari della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza hanno posto in essere, nei mesi scorsi, una meticolosa analisi, grazie alla quale hanno rilevato e successivamente individuato i dati anagrafici di oltre un centinaio di donne, prevalentemente provenienti da Paesi dell'Est Europa, del Sud America e dell'Estremo Oriente asiatico, che, proprio attraverso il web, si proponevano per l'esercizio della prostituzione, offrendo la propria "disponibilità " in diverse località del territorio provinciale vicentino e, in taluni casi, anche in altre provincie italiane.
Accanto ad una mappatura dei siti specializzati in tali tipologie di "offerte", i finanzieri hanno censito anche le pubblicazioni diffuse attraverso la stampa quotidiana locale e le riviste dedicate allo scambio di annunci commerciali.
L'analisi si è, dunque, concentrata sull'individuazione delle varie proposte riferite ai servizi di "escort" ed "accompagnatrici" ed ha consentito, attraverso un approccio di tipo investigativo, di risalire all'identificazione dei nominativi dei soggetti che avevano materialmente richiesto la pubblicazione delle inserzioni: sono state, dunque, tracciati numerosissimi soggetti, focalizzando, poi, l'attenzione sulle "signorine" dedite al "mestiere più antico del mondo".
I riscontri eseguiti hanno consentito, in numerosissimi casi, di far emergere evidentissime discrasie tra i redditi dichiarati dalle interessate e gli indici di capacità patrimoniale dalle stesse manifestati, anomalia, questa, che costituisce, peraltro, il presupposto per accertamenti fiscali di tipo "sintetico".
In particolare, le "signorine", pur non dichiarando la percezione di alcun reddito tassabile, risultavano, a testimonianza dell'alto tenore di vita condotto dalle stesse, proprietarie di beni patrimoniali di ingente valore (finanche immobili di pregio acquistati in note località turistiche italiane), di auto di lusso (quali Porsche, BMW, Mercedes, Land Rover, Jaguar, ecc.), di orologi di pregio (Rolex, Cartier, ecc.) nonché detentrici di rilevanti disponibilità finanziarie (impiegate anche per sottoscrivere assicurazioni sulla vita) e capaci di inviare significative somme di denaro all'estero, anche per il tramite del canale finanziario dei money transfer.
A titolo esemplificativo, è stata identificata una donna italiana di circa 40 anni che, pur non avendo mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi, nel 2008 aveva acquistato un immobile del valore dichiarato di € 270.000,00, senza dover accedere ad alcuna forma di finanziamento o di mutuo.
In un altro caso, una giovane dell'Est Europa, già da anni stabilitasi in Italia, indicava nei propri annunci di poter "ricevere" i propri clienti, indistintamente, in numerose città , come Milano, Roma, Montecarlo, Parigi, New York e, naturalmente, Vicenza. La stessa, che parimenti non aveva mai presentato alcuna dichiarazione fiscale in Italia, in occasione di un furto subito presso la propria abitazione di residenza (una villa "donatale" da un suo affezionato "cliente"), è risultata aver sporto denuncia indicando, tra i beni sottratti, diversi orologi in oro e brillanti, e decine di anelli, bracciali, collier e monili d'oro e preziosi, per un controvalore stimato di oltre 100.000 euro.
Una ulteriore "professionista", senza redditi dichiarati, è risultata aver acquistato, in un ristretto arco temporale, prima un'Audi A8 e poi un Range Rover. Oltre ad avere il possesso delle auto, la signorina è risultata vittima di un borseggio, denunciando la sparizione di una borsetta contenente valori per un ammontare di circa € 30.000,00 (orologio d'oro, braccialetto ed orecchini con brillanti nonché alcuni anelli).
In altri casi, giovani donne sono risultate intestatarie di autovetture di media cilindrata e aver locato appartamenti (presso cui "esercitavano"), versando un regolare canone di affitto ai proprietari degli immobili, senza dichiarare alcunché; altre, invece, svolgevano una attività "regolare", diurna, di lavoro dipendente, retribuita in maniera del tutto modesta in relazione alle spese documentate (e ricostruite dai finanzieri), rese possibili proprio dall'attività di meretricio.
Per comprendere l'ampiezza degli interessi economici sottesi al mercato del "sesso a pagamento", il giro d'affari nazionale connesso all'esercizio della prostituzione, secondo talune stime, si aggira in un valore compreso tra 1 e 5 miliardi di euro annui, costituiti da proventi che, sino ad oggi, sono in massima parte sfuggiti all'imposizione tributaria.
Gli elementi acquisiti dai finanzieri sono stati portati all'attenzione, per le valutazioni di competenza, dell'Amministrazione finanziaria civile, interessando ben 9 diversi Uffici dell'Agenzia delle Entrate, ubicati in 4 diverse regioni italiane, competenti in relazione alle residenze anagrafiche delle donne che proponevano i loro "annunci" nel vicentino e che presentavano, appunto, le citate rilevanti incongruenze tra redditi dichiarati e indici di capacità contributiva manifestati.
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