Grandi opere: è davvero ora di dire "basta!"
Venerdi 19 Agosto 2011 alle 21:55 | 0 commenti
Massimo Marco Rossi - Su Il Fatto Quotidiano del 18 agosto  leggo il seguente corsivo di Fabio Balocco che condivido in toto... come moltissime persone  che ho  conosciuto nelle Associazioni di Base più impegnate a difendere l'integrità dell'ambiente e  la qualità della vita in tutti i territori del Veneto.
Ecco l'articolo: Grandi opere: è davvero ora di dire “basta!".
In epoca non sospetta, circa a metà degli anni Ottanta, sostenevo – peraltro senza che fosse una grande intuizione – che uno dei peggiori disastri che affliggevano il patrio suolo erano le grandi opere, ovviamente pubbliche.
Forse ad ispirarmi erano state le letture di “Piccolo è bello†o quelle relative alla bioregione, ma soprattutto la terribile esperienza che avevo maturato di cosa avessero significato le grandi dighe per la produzione di energia elettrica sull’arco alpino e, meno, sull’arco appenninico. E qui rivolgo la mente certo al disastro del Vajont, ma anche a tutti quei paesi che vennero sommersi in nome dello sviluppo (progresso è un’altra cosa), talvolta senza neppure portar via i morti dai cimiteri. Ma di questo parlerò un’altra volta.
Purtroppo, abbiamo la stramaledetta sfortuna di essere il secondo paese in Europa produttore di cemento dietro la Spagna, e il modo di utilizzare le maggiori quantità di cemento è sicuramente, oltre all’edilizia in generale, proprio la realizzazione di grandi opere. Del resto, se ci fate caso, Confindustria, “onestamenteâ€, quando parla di necessità di realizzazione di grandi opere (soprattutto infrastrutture) non punta tanto l’attenzione su cosa servano, ma sul fatto che movimentino capitali, facciano lavorare imprese. Che servano, poi, è del tutto marginale. Sicuramente peraltro ad una cosa servono, ad erodere terreno fertile.
E grandi opere oggi in Italia continuano ad essere le sempiterne autostrade, con opere connesse (come il famigerato e demenziale Ponte sullo Stretto) e l’alta velocità ferroviaria.
Quanto ad autostrade, fra tutte le regioni la Lombardia di Formigoni può vantare un triste primato: non contenta di ciò che ha, entro il 2020 vuole realizzare la bellezza di 589 chilometri di nuove autostrade, pressoché raddoppiando la lunghezza attuale. Già in costruzione la Brebemi (Brescia – Bergamo – Milano),  la pedemontana lombarda mentre altre sono in progetto, di cui la devastante tangenziale est esterna di Milano, che intaccherebbe l’unica area agricola intatta rimasta vicino a Milano, il Parco Agricolo Sud.
Ma sempre in tema di autostrade un fantasma, anzi un mostro si sta profilando all’orizzonte: si tratta della Orte – Mestre, un’opera che solo una mente malata poteva concepire. La nuova autostrada attraverserebbe ben cinque regioni, avrebbe una lunghezza complessiva di oltre 396 km, ponti e viadotti per 139 km, gallerie naturali per 51 km e gallerie artificiali per 13 km, 20 cavalcavia, 226 sottovia, 83 svincoli, 2 barriere di esazione e 15 aree di servizio.
Ma il piatto più succoso in materia di grandi opere è sicuramente, lo sappiamo, il progetto complessivo dell’alta velocità ferroviaria, la più grande opera pubblica mai concepita in Italia: 1000 chilometri complessivi per 90 miliardi di euro ipotizzati. Già , ipotizzati, perché non si sa come mai in Italia fra preventivo e consuntivo c’è sempre una differenza non da poco. Sarà per questo che i politici le amano così tanto le opere pubbliche?
A tale proposito, nel 2007, Il Sole 24 Ore effettuò un confronto tra il progetto della Torino – Milano con un’analoga linea ferroviaria costruita nello stesso periodo in Francia: la LGV Européenne. Il confronto evidenziò che i costi della linea AV tra Torino e Novara ammontavano a circa 62,4 milioni di euro per chilometro contro i circa 16,6 di quella francese. Cioè circa quattro volte tanto…
Opporsi alle grandi opere non ha solo un senso dal punto di vista della tutela del territorio e dell’ambiente, ma anche dal punto di vista della correttezza e della trasparenza nell’economia. Non è un caso che si parli già di infiltrazioni della malavita nella grande torta dell’Expo di Milano, o nel futuribile Ponte sullo Stretto. Non è un caso che all’inizio della Val di Susa campeggi un’enorme scritta: “TAV = MAFIAâ€.
E poi, è morale, mi domando, in un momento in cui “grondano sangue†i cuori dei nostri amministratori, continuare a realizzare con soldi pubblici opere che, come già dissi, ci rubano il futuro?
Il fatto è che purtroppo la gente non associa ancora – e chissà quando lo farà – al fatto di realizzare una grande opera pubblica un impoverimento per la collettività . Impegnare i soldi così significa infatti sottrarli a scopi ben più utili, quali scuola e sanità !
Per chi sia interessato all’approfondimento sulle grandi opere, si terrà a Venaus, in Val Susa, dal 26 al 30 agosto un “Forum Tematico contro le Grandi Opere inutili e per un altro futuro possibileâ€.
Perché i politici sono sempre gli stessi, anzi, forse peggio, ma la gente non vuole più subire come una volta.
Fabio Balocco
Leggendo questo articolo non ho potuto fare a meno di pensare:
- al PTRC del Veneto deliberato dalla Giunta Pdl- Leghisti di Giancarlo Galan nel Giugno 2009 ;- ai diversi Pat comunali e Provinciali del Veneto approvati o in corso di approvazione
da parte di giunte di tutti i colori...: di destra, di centro e di sinistra...;
- ai terreni fertili erosi e resi sterili...dagli immani "sviluppi" dei cementi e degli asfalti come la nuova Pedemontana fra Vicenza e Treviso, la nuova camionabile fra Padova e Mestre, la nuova Valdastico sud fra Vicenza e la foce del Po in fase di realizzazione o di programmazione...;
- alle arie rese irrespirabili dagli "spargimenti" dei Gas e delle Polveri, derivanti dalle più diverse attività produttive e consumi energetici ...;
- alle acque dei fiumi straripanti a causa dello sventramento delle falde e delle impermeabilizzazioni dei suoli;
- agli eco-sistemi marini violentati ed uccisi da idrocarburi, rifiuti plastici...E da ogni altra materia tossica;
- alle potenti tecnologie terrestri, aeree e marittime create .... per "fare profitto comunque... senza limiti...contro natura" !
Ho pensato che ai nostri figli e nipoti in futuro non interesserà sapere se i loro parenti fra l'anno 2000 ed il 2012... erano a-partitici ... oppure attivisti in partiti di destra, di centro o di sinistra,
oppure rivoluzionari e non-violenti...
Gli interesserà sapere se erano consapevoli o No... della metastasi consumista e militarista crescente in Italia e nel Mondo dal 1989 in poi...
e specialmente vorranno sapere che cosa hanno materialmente tentato di fare .... per impedire che i folli eletti nelle istituzioni internazionali, nazionali e locali continuassero ad ampliare la crisi finale... moltiplicando in progressione geometrica le stesse scelte consumiste e militariste che ne erano state la causa...
Perciò
in relazione alle sempre più generalizzate e drammatiche crisi finanziarie certificate dalle incessanti convulsioni speculative di tutte le borse del mondo vi chiediamo di proporre e sostenere nelle istituzioni e negli organi di informazione a voi affidati una immediata moratoria delle più grandi e costose opere pubbliche in fase di esecuzione o di avvio in tutta la regione Veneto per una attenta nuova valutazione della loro reale sostenibilità ambientale, sociale, economica e finanziaria, attuale e futura
in relazione a possibili nuove alternative...
Massimo Marco Rossi
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