Gli studenti vogliono "contare"
Lunedi 10 Ottobre 2011 alle 21:54 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 220 e BassanoPiù n.1 (VicenzaPiù libera: una nuova iniziativa con spazi autogestiti dai movimenti)
La riforma Gelmini per la Rete degli Studenti Medi di Vicenza non è meritocratica, ma discriminatoria: il 7 ottobre in piazza per contare
Di Cecilia Correale, Responsabile della Rete degli Studenti Medi di Vicenza
Da due anni si sono attuate le disposizioni del ministro Gelmini in materia di istruzione e cultura. Ricordiamo il taglio di 8 miliardi alla scuola pubblica e le ovvie conseguenze di un impoverimento dell'offerta formativa e della limitazione del diritto allo studio.
Non si è trattato solo di una riorganizzazione e di una riforma sul merito, ma di una precisa e sistematica divisione classista tra studenti che possono permettersi di finire il corso di studi senza un lavoro (perché alle spalle hanno una famiglia che può coprire le spese dell'Università ) e studenti che, nonostante uguali capacità , non lo possono fare, perché non se lo possono permettere economicamente. E questo verrà a creare la distinzione tra classe dirigente (solo chi ne ha avuto l'opportunità ) e sottoposti, o precari.
Il ministro Gelmini ci ha fatto credere di voler riformare la scuola secondo un modello meritocratico, ma ad oggi si è verificato tutto il contrario. Meno fondi hanno portato a cancellazione di progetti di alternanza scuola-lavoro, edifici ancora fatiscenti, precariato tra i professori e i giovani, minore ricerca, discontinuità con i programmi per chi aveva già iniziato il corso di studi, maggiori costi per le famiglie, inaccessibilità ai saperi e un generale calo della qualità della formazione.
Il progetto in atto rispecchia perfettamente anche un'idea di società in cui gli studenti e i giovani non trovano né spazio né prospettive. Infatti una scuola senza risorse non è più lo strumento per realizzare il nostro futuro, né uno spazio di confronto, e quindi di democrazia.
E' una nostra necessità , invece, prendere parte attiva alle decisioni politiche; soprattutto ora che si disegna il futuro nostro e di questo Paese.
La manovra finanziaria non è che un altro passo in questa direzione: ancora una volta non entriamo a far parte dell'agenda politica di un governo che non vuole considerare i giovani come una risorsa, ma solo come un capitolo di bilancio.
Ma oltre al bisogno di contare nella società , esprimiamo delle necessità concrete: lavoro, spazi di aggregazione, strutture scolastiche attrezzate e sicure, riforma della didattica, diritto alla mobilità effettivo.
Abbiamo capito qual'è la condizione del nostro Paese, perché abbiamo studiato nella nostra Costituzione come dovrebbe essere. Per questo ogni giorno noi giovani mettiamo in campo le nostre idee e i nostri sogni.
Per questo scenderemo in piazza il 7 ottobre non come giovani svogliati o contestatori tout court, ma come fautori di un Paese migliore in cui contiamo anche noi. Perché i sogni e le idee fanno paura a chi non ne ha.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.