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Giovanni Licata, una lettera aperta agli assessori per denunciare lo stato dell'albergo cittadino e l'assessore Sala
Venerdi 11 Dicembre 2015 alle 15:40 | 0 commenti
Giovanni Licata, ospite dell'albergo cittadino di via dei Mille, invia una lettera aperta agli assessori del Comune di Vicenza. Si tratta, come ci ha riferito lui stesso, di una delle tante che sta inviando all'Amministrazione per richiamare l'attenzione sullo stato che secondo lui sarebbe "d'abbandono" delle persone ospiti dell'albergo cittadino. Abbiamo contattato l'assessore Salae l'Amministrazione, che Licata denuncia apertamente, per darle diritto di replica. In attesa della sua risposta, pubblichiamo la lettera che dovrebbe essere già arrivata in Comune.
Gentili assessori, Vi invio questa lettera aperta per fare alcune considerazioni. Il giorno 2 novembre 2015 i media locali danno la notizia della scomparsa del dottor Guido Pollini. Un amico dalla vita avventurosa, negli alti come nei bassi, che ho avuto modo di conoscere quale ospite dell'albergo cittadino nella pertinenza di via dei Mille. I media locali quel giorno riprendono anche alcune mie dichiarazioni in ragione delle quali denuncio per l'ennesima volta la situazione di abbandono in cui versa l'albergo cittadino, soprattutto a causa di una politica fallimentare delle molte amministrazioni comunali che a Vicenza si sono succedute negli anni, incluse le ultime due che non hanno certo brillato: anzi, non hanno brillato per nulla.Â
A questo si aggiungano le prese di posizione e le denunce pubbliche fatte in tal senso dal sottoscritto, che sono perennemente cadute nel vuoto.
Proprio il giorno 2 novembre in tarda mattinata ho ricevuto una inaspettata visita da parte dell'assessore al sociale Isabella Sala accompagnata da una funzionaria dell'assessorato. Uso il termine inaspettato perché per mesi ho cercato un contatto degno di questo nome con il referato coordinato dalla dottoressa Sala. Ma il tutto è stato sempre vano. Stranamente poche ore dopo la pubblicazione sulla stampa delle mie dichiarazioni, ho avuto l'onore di una visita tanto importante.
Durante la quale la stessa Sala, stizzita per quanto da me raccontato agli organi di informazione, mi spiega, in modo per nulla cortese per di più, che a breve l'ufficio stampa del Comune di Vicenza è pronto a replicare ai miei addebiti, poiché assolutamente ingiustificati. Ormai è passato un mese e di quella replica non c'è traccia.
Ma quello che umanamente mi dà fastidio è anche la tempistica della cosiddetta visita, avvenuta qualche giorno dopo il decesso di Guido. Ora che un po' di tempo è passato dal lutto non posso non esprimere il mio rammarico e il mio disgusto per quanto accaduto. Mezza Vicenza sa infatti che in seno al Pd, partito di cui fa parte l'assessore al sociale, c'è una guerra in corso, seppur a bassa intensità , tra i pretendenti al trono di futuro sindaco di Vicenza; quando Achille Variati terminerà il suo mandato. In questa competizione sotterranea i nomi di maggior peso sono quelli di Jacopo Bulgarini D'Elci, attuale vicesindaco; Giacomo Possamai, capogruppo del Pd in sala Bernarda; il consigliere comunale democratico Raffaele Colombara; il presidente del consiglio Federico Formisano, sempre del Pd e naturalmente Isabella Sala. Non è che la inaspettata visita sia il frutto più o meno inconscio di tentare di tenere a bada un umile ospite dell'albergo cittadino che in qualche modo con la sola arma della sua parola può offuscare le chanche della dottoressa Sala? Siamo sicuri che un assessore che si comporta così abbia le carte in regola, etiche prima che politiche o amministrative, per sedere in una giunta municipale da assessore? E da sindaco?
Ad Isabella Sala ribadisco che il sottoscritto non ha alcuna intenzione di rinunciare alle sue prerogative costituzionali, a partire dalla possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero, soprattutto quando questo è sostanziato dai fatti, per non disturbare la manovra di palazzo di turno. E all'assessore Sala, che al funerale di Guido ha fatto sfoggio di presenza, dico di più: lasci fuori i morti da queste congiure al baccalà . Non ne abbiamo alcun bisogno.
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