Giovane Italia, Randon a Benigno: prima di scegliere aspetti candidature congresso Pdl
Martedi 20 Dicembre 2011 alle 19:43 | 3 commenti
Mariano Randon, Coordinatore provinciale Giovane Italia Vicenza - In qualità di coordinatore provinciale della Giovane Italia di Vicenza (qui il primo intervento di dissenso verso Benigno), sento il dovere di intervenire, ancora una volta, per prendere le distanze da alcune recenti dichiarazioni del presidente provinciale del movimento; il quale troppo spesso si arroga il compito di farsi portavoce dell'intero giovanile del Pdl sulla provincia di Vicenza, anziché aprire il confronto oppure presentarsi come rappresentante di una componente interna di militanti di destra.
Condivido, da un lato, le priorità che il Popolo della Libertà dovrebbe mettere al vertice della sua agenda politica, come il rilancio dell'economia reale a scapito della speculazione finanziaria, la rivalutazione in senso meritocratico a tutti i livelli amministrativi con la lotta alle rendite di posizione, vero nemico di quella rivoluzione in senso liberale di cui il Paese ha bisogno, oggi più che mai.
Mi distanzio tuttavia da una concezione del partito oramai anacronistica. Pretendere di fare del Pdl un partito dove vige il pensiero unico o dove prevale il peso di rigide strutture rispetto al movimentismo della base, significa abbandonare per sempre il progetto di una forza politica a vocazione maggioritaria, capace di coagulare spiriti e sensibilità anche diverse. Il modello quindi non dove essere il Movimento sociale italiano, bensì il Partito Repubblicano americano, e in questo ben vengano quelle associazioni o fondazioni che, facendosi portatrici nel Pdl di interessi civici della base votante, possono diventare il vero motore trainante di un partito che punta al 40% dei consensi. Del resto non si vede perché alcuni possano fare politica parlando di caccia o di cultura rurale, ed altri non possano farla parlando di cultura e di buona amministrazione. Ben vengano quindi, anche all'interno di un partito unitario, associazioni e fondazioni espressioni di sensibilità particolari con l'intento finale di realizzare la sintesi politica, nell'ambito di un partito che deve essere aperto, inclusivo, dinamico e vivace.
Non la definirei nostalgia, ma lungimiranza. Del resto è quanto meno curioso sentirsi dare dei nostalgici da parte di chi, qualche mese addietro, si faceva fotografare con il braccio teso e reggendo fieramente una bandiera della Repubblica Sociale Italiana.
Quanto alla stagione congressuale che si è aperta in alcune province e che si aprirà probabilmente anche a Vicenza, tutti noi ci auguriamo che essa sia veramente occasione di democrazia e di confronto costruttivo, nonché che i grandi numeri del tesseramento in corso di validazione a Roma, siano espressione di una reale presenza del partito nel territorio e non invece di una affannosa corsa alla poltrona.
Quanto alla posizione che la Giovane Italia assumerà in vista dei congressi, riteniamo sia doveroso attendere la presentazione di eventuali altri candidati. Solo quando si conosceranno i nomi dei candidati ufficiali, potremo valutare il loro progetto per il futuro del Popolo della Libertà , schierandoci con chi potrà garantire un partito forte, inclusivo e liberale, dove non regnino vetuste ideologie, ma dove l'unico ideale siano quella politica del fare con cui Silvio Berlusconi ha vinto in Italia e Giancarlo Galan ha vinto in Veneto. E' da lì che si deve ripartire.
Credere, sentir con il cuore e impegnarsi per il fare...
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Libertà di pensiero e non soverchiamento...
Credere, sentir con il cuore e impegnarsi per il fare...