Giorno della memoria, tra commozione e raccoglimento
Venerdi 10 Febbraio 2012 alle 23:51 | 0 commenti
Vicenza si ferma in occasione del giorno del ricordo, a memoria della tragedia delle foibe e della diaspora istriano-dalmata a seguito dell'operazione di pulizia etnica jugoslava. Questa mattina davanti alla lapide in pietra carsica eretta mel 2011 a perenne rimembranza ha accolto in cimitero maggiore le massime autorità cittadine, per la deposizione della corona d'alloro e l'omaggio alle migliaia di martiri delle foibe - molti dei quali ancora oggi senza un nome - e ai loro figli, con la valigia in mano per sfuggire alla persecuzione.
"Non sappiamo chi ha vinto la guerra, di certo sappiamo chi ha vinto la pace: il nostro popolo". Così Coriolano Fagarazzi, presidente dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Vicenza ricorda le difficoltà di italiani per nascita e senso di appartenenza, trovatisi dopo il conflitto dall'altra parte della barricata, e per questo costretti a divenire esuli in patria. Tra i ricordi, la testimonianza diretta di Bruno Rocco, ultimo reduce dell'esodo istriano-dalmata della città di Vicenza, dei 4 rimasti sparsi per la provincia. Rocco aveva 4 anni quando il padre fu deportato e infoibato, e ne aveva 8 quando lasciò il suo paese. Ma a fare più male, non tanto il ricordo della mancanza. "Dà più fastidio il non-ricordo da parte delle istituzioni. Sono passati oltre 60anni e solo pochi anni fa si sono ricordati di noi. C'è tanta disinformazione su quello che è accaduto. Dispiace, soprattutto per la mancanza di conoscenza da parte delle nuiove generazioni".
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