Gianluca Busato: Il vero sciopero fiscale si chiama indipendenza veneta
Domenica 10 Giugno 2012 alle 22:19 | 0 commenti
Gianluca Busato, Portavoce Indipendenza Veneta - Fa discutere l’appello odierno che il governatore del Veneto Luca Zaia ha rivolto agli industriali trevigiani che si sono riuniti ieri in assemblea generale a Conegliano. Di fatto il presidente del Veneto con tale dichiarazione abdica al proprio mandato, rinunciando a mettere in pratica i poteri di cui dispone e passando la palla alla società civile, sollevandosi di ogni responsabilità (nella foto Lodovico Pizzati).
La rivolta fiscale ricordiamo nasce in quei paesi che erano colonie di una madre patria lontana (gli Stati Uniti d’America, l’India) e che erano privi di una propria rappresentanza politica. Se rivolta fiscale sarà , Luca Zaia deve sapere che la storia lo condannerà ad essere dalla parte di chi perde, di chi ha deciso di rappresentare uno stato coloniale.
In una situazione di crisi economica e sociale drammatica che il Veneto sta attraversando ingabbiato nello stato italiano abbiamo visto drammi personali che sono sfociati addirittura nei suicidi. Si sono visti suicidi di imprenditori, pensionati, impiegati, operai, disoccupati, mamme e papà . Non abbiamo però mai visto nessun rappresentante politico nemmeno mai avvicinarsi a tale scelta.
Ora quindi che si avvicina l’ora delle scelte difficili, i politici veneti invece di assumersi loro la responsabilità , chiedono ai cittadini di non rispettare la legge: è vero invece il contrario, ovvero che spetta proprio ai sindaci, ai presidenti di provincia e al presidente della regione Veneto di smetterla di fare i gabellieri per conto dello stato ladro e fallito.
Se ora i nostri rappresentanti istituzionali scelgono la via di don Abbondio, forse è bene che si dimettano, lasciando lo spazio a chi invece ha trovato una soluzione concreta per la soluzione dei problemi dei cittadini veneti – e anche dei cittadini italiani! La soluzione si chiama Indipendenza Veneta, che si ottiene attraverso l’indizione di un referendum con monitoraggio internazionale, sulla scorta dell’esempio seguito da moltissimi Paesi divenuti indipendenti in questi anni, in modo democratico, pacifico e legale.
Il segretario di Indipendenza Veneta Lodovico Pizzati ha dichiarato: “Non pagare delle tasse ingiuste ad uno stato coloniale non si chiama sciopero fiscale ma diritto di sopravvivenza. Non sta ai cittadini evadere, ma sta ai sindaci di ogni comune non fare da gabellieri per lo stato italiano per il semplice fatto che le casse comunali non hanno le risorse per fare gli esattori per qualcun altro.â€
Gianluca Panto, industriale che era presente all’assemblea di Conegliano e socio fondatore di Indipendenza Veneta ha dichiarato: “noi vogliamo vivere in un Paese libero e indipendente come sono Austria e Svizzera. Per ottenere ciò il percorso da fare è chiaro e preciso, si chiama Indipendenza Veneta. Se Zaia non lo sa o non lo vuole fare, si dimetta e lasci spazio ha chi lo ha inserito come proprio obiettivo fondativo.â€
Il presidente di Indipendenza Veneta Luca Azzano Cantarutti ha dichiarato: “il richiamo allo sciopero fiscale da parte di Zaia è frutto di una disperazione davanti a uno stato prepotente alla cui amministrazione anche la lega ha partecipato. Indipendenza Veneta propone invece un Veneto indipendente basato sulla condivisione di principi da parte dei veneti, dove lo sciopero fiscale non ha motivo di esistere. Uno stato che risolve i problemi, non che li crea.â€
Giuliomaria Turco, vicesegretario di Indipendenza Veneta ha infine commentato: “lo sciopero fiscale può essere utile solo se sarà accompagnato dall’indizione di un referendum per l’indipendenza. Se siamo a questo punto è solo a causa di questa classe politica che al posto di aiutare la ripresa paradossalmente tassa le imprese e i privati a dismisura, solo per poter mantenere la reggia di Roma! Se rimaniamo così, quando tarderà la prossima stangata? Siamo sicuri di non arrivare al default prima? Riprendiamoci una volta per tutte la nostra libertà !â€.
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