Interruzione di gravidanza, "Giurista per la vita" vs Marzaro. Rebesani: qual'è il merito?
Martedi 18 Giugno 2013 alle 00:02 | 1 commenti
Riceviamo da Fulvio Rebesani e pubblichiamo
L'avv. Gianfranco Amato, presidente dei Giurista per la vita (ma non ci sono solo loro....), è contrario all'intervento, quale relatrice in un incontro nell'ambito del festival biblico, della prof. Michela Marzaro per la sue posizioni favorevoli alla interruzione della gravidanza: il tema era "fiducia" e riguardava anche questa tematica.
Nella lettera non si scrive alcuna valutazione motivata, positiva o negativa, della relazione ma si manifesta solo una preclusione di fondo per le idee della relatrice. Il legale si rammarica della assenza di un contro-relatore pro-vita come se fosse sempre necessaria la presenza di una sorta di "angelo custode" o di un "difensore della fede" per impedire che i partecipanti, prevalentemente cattolici, fossero posti in difficoltà nelle loro idee. Così come, negli anni '70, si cercò di impedire ai cattolici di militare nelle file del PCI: la loro fede era in pericolo!
I cattolici sono maggiorenni, sanno ben decidere con la loro coscienza informata. Il Vescovo di Vicenza ha ben agito - consentendo quell'intervento con quelle modalità - sulla base di una presa d'atto fiduciosa ed anche seguendo la grande apertura al Mondo affermata dal Concilio Vaticano II, che impegna anche l'avv. Amato ed i suoi associati.
La Costituzione sulla chiesa nel mondo contemporaneo, la principale statuizione conciliare, così scrive (IV, 40):
"...Al tempo stesso essa [la Chiesa, NdR] è persuasa che molto ed in svariati modi può essere aiutata nella preparazione del Vangelo al mondo, sia dai singoli uomini, sia dalla società umana, con le loro doti e la loro operosità . Allo scopo di promuovere debitamente questo mutuo scambio ed aiuto, nelle materie che in qualche modo sono comuni alla Chiesa ed al mondo, vengono qui esposti Alcuni principi generali".
Nel testo dei giuristi cattolici non avvertiamo questa apertura al Mondo, verso chi la pensa diversamente, verso gli altri, i diversi bensì la chiusura, il marcate sempre una distanza fra noi (cattolici) e gli altri (non cattolici). Un antico difetto che divise gli apostoli dopo la morte di Gesù fra chi riteneva che non bastasse il battesimo ma ci volesse l'inserimento nella religione ebraica con la circoncisione e che invece riteneva nuova ed originale l'adesione al Cristianesimo, senza filtri. S. Paolo risolse la questione negando in radice la prima tesi.
Il Cristianesimo sta languendo proprio per la sua chiusura, per i troppi che, a vari livelli, vedono la fede come uno steccato da difendere è non un messaggio universale di speranza e di liberazione per tutti.
I Vangeli ci dicono che, subito dopo la morte di Gesù, si squarciò fino in fondo il velo del Tempio che inibiva a tutti, eccetto ai sacerdoti, l'accesso alla parte santa. E' il crollo di ogni confine e delimitazione che insistono nella diversità , nello specifico cristiano. C'è posto per ognuno che vuol comunicare le sue idee, per ascoltarle e capirle. Quanto a condividerle, la scelta è affidata alla coscienza.
I confini sono abbattuti, i recinti distrutti. Non vorrei che qualcuno, pur con le migliori intenzioni, finisse per desiderare un Cristianesimo tutelato in una sorta di "riserva indiana".
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irrinunciabili. Le posizioni di coloro che sono a favore, ovviamente laicamente, dell'aborto sono note e ben diffuse. Il mondo cattolico non ha mai espresso favore verso queste e nel contesto biblico la espressione di queste posizioni è fuori luogo. E' come se si andasse a parlare a favore del fascismo in casa PCI o PD da parte di qualche esponente di punta di quella espressione politica.