Giacomo Possamai, l'intervista di fine anno
Domenica 3 Gennaio 2016 alle 17:00 | 1 commenti
Un'intervista al sindaco Achile Variati e a tutti i capigruppo per fare il quadro sulla situazione di Vicenza a cavallo dell'anno nuovo è il nostro modo per dare voce agli esponenti di tutte le forze politiche attive sul nostro territorio, per fare il punto su alcuni temi caldi della nostra cittadina, dalla politica, alla cultura, passando per ambiente e nuove prospettive. Ora tocca a Giacomo Possamai, capogruppo del PD.
Iniziamo da quello che Vicenza perde in questo 2015. A partire da una grande realtà del territorio dal futuro incerto, la Banca Popolare di Vicenza. I piccoli azionisti hanno visto le loro azioni crollare di valore, e ora solo una spesa da parte degli investitori può salvaguardarne la “vicentinità â€. È fondamentale che la banca mantenga un suo rapporto con il territorio. Una banca locale non funziona meglio per forza di una grande banca, ma di sicuro può conoscere meglio la realtà dov'è insediata. E perdere questa ricchezza sarebbe un danno gravissimo per l'economia vicentina. Da questo punto di vista sarà decisivo l'andamento dell'aumento di capitale. E proprio su questo fronte, oltre che ovviamente sui comportamenti scorretti o fraudolenti che la magistratura dovesse accertare, sarà necessario tutelare i piccoli azionisti: rischiano di essere ulteriormente danneggiati, perché non in grado di sottoscrivere l'aumento. Una crisi di liquidità che segnala una delle altre grandi perdite della nostra città di quest’anno, quella di fondi alla Fondazione Teatro Comunale, che registra un passivo di oltre 280.000 euro. Sono venuti meno i finanziamenti di Confindustria, ci sono stati pesanti tagli da parte della regione, la BpVi ha annunciato che è anch’essa fuori dai giochi. Innanzi tutto l'uscita di BPVI dalla Fondazione Teatro per ora è un'indiscrezione giornalistica e non un dato di fatto. La speranza è invece che la Banca Popolare continui a sostenere il teatro della città , come ha fatto fino ad oggi. Come votato dal Consiglio Comunale il 22 dicembre, con l'appoggio anche delle opposizioni, il Comune di Vicenza continuerà a fare la sua parte ma è necessario che anche la Regione non venga meno ai suoi doveri di socio fondatore e paghi la sua quota. E serve ovviamente lavorare per cercare nuovi soci privati: non dimentichiamo che, oltre a quelli indicati, anche Sisa faceva parte dei soci fondatori e si è poi fatta da parte. Il teatro è una realtà viva di questa città , che garantisce un'offerta culturale importante in molti settori, dalla danza alla musica passando per la prosa: va integrato sempre di più dentro all'offerta culturale cittadina, richiamando sponsor su progetti che coinvolgano più soggetti culturali della nostra città . Quello che a noi sembra ancora mancare, però, nonostante l’acceso dibattito appena accennato, è un’opposizione seria. Se tanto nella misura di “andare controâ€, quanto la capacità di essere propositivi e stimolanti per la maggioranza, così da costringerla a lavorare al meglio e nell’interesse della comunità tutta. Mi pare corretto partire da una precisazione: a Vicenza non esiste un'opposizione ma più opposizioni. Per fare un esempio, è difficile pensare a Valentina Dovigo e Claudio Cicero come a un corpo unico, visto che la pensano all'opposto quasi su tutto. E questo non vale solo sul piano delle posizioni politiche ma anche dell'impegno: ci sono consiglieri d'opposizione che sono sempre presenti in Consiglio e restano fino all'ultimo minuto e altri che non vengono mai o che restano un'ora e poi se ne vanno. Quindi non generalizzerei: ci sono consiglieri d'opposizione che fanno bene il loro mestiere, incalzando la maggioranza ed esercitando un'importante funzione di stimolo. Anno nuovo, nuovi problemi, in quest’ultimo periodo si delineano le nuove tendenze e le vecchie criticità con cui si dovranno fare i conti in futuro. La prima che vogliamo discutere riguarda un problema molto attuale, il problema profughi è quasi costantemente all’ordine del giorno, ma a questo si aggiungono forme di discriminazione verso alcune categorie, come i portatori di handicap e gli omosessuali che possiamo racchiudere sotto la grande etichetta della “paura del diversoâ€. Purtroppo c'è chi costruisce la propria fortuna politica tramite la speculazione su questi temi. E quella dei migranti non è certo una situazione particolare che si è creata in questi anni, fa parte di quasi tutte le epoche della storia e quindi della politica. Quando non si trattava dei profughi siriani o africani erano i fenomeni migratori dai paesi balcanici verso l'Europa degli anni '90 oppure eravamo proprio noi italiani quando andavamo a cercare fortuna negli Stati Uniti. In questi casi a scontrarsi sono due diverse visioni del mondo: una incentrata sulla paura del "diverso", l'altra sull'accoglienza. È evidente che non può essere un'accoglienza senza regole, ma il punto di partenza deve essere che se una persona sta scappando da una guerra o dalla fame non gli si può sbattere la porta in faccia.  Un altro dei grandi problemi della Vicenza che verrà è legato all’ambiente, alle opere pubbliche, alla cementificazione. Borgo Berga è l’esempio lampante di questa difficoltà , le cui responsabilità sono ancora argomento di dibattito. Su eventuali responsabilità giudiziarie si pronuncerà ovviamente la magistratura che, com'è noto, ha aperto un'indagine. Su quelle politiche abbiamo detto già tante volte la nostra: basta recuperare gli atti consiliari del 2003 per vedere come tanti protagonisti del centrosinistra vicentino, tra cui l'attuale assessore  Antonio Dalla Pozza, siano stati tra i pochissimi ad opporsi duramente alla scelta di costruire il tribunale in quella sede. Perché le chiacchiere lasciano il tempo che trovano, ma gli atti scritti sono lì a testimoniare chi ha operato quella scelta. E sono state le stesse amministrazioni, guidate da Enrico Hullweck, che hanno autorizzato piani edificatori a iosa, molti dei quali non sono ancora stati portati a termine e che ci stiamo trovando ancora oggi tra capo e collo, senza avere strumenti efficaci per intervenire.  In aggiunta ai problemi vogliamo cercare di far luce anche su quelle che sono le opportunità che ha la città di Vicenza per rilanciarsi nei prossimi anni. Un primo punto, ritornando al discorso sulla cultura, sta nel fatto che l’amministrazione si sta effettivamente per un rilancio turistico della città , in ottica culturale ed economica. La crescita culturale e turistica della città in questi anni è oggettiva e riconosciuta da tutti. È un percorso iniziato ancora nello scorso mandato e che sta proseguendo in questo, con ottimi risultati. Vicenza è una città che per troppi anni si è sottovalutata e per questo non ha investito in questa direzione, ma è una delle più belle città italiane. Bisogna proseguire lungo questo tracciato, mettendo a punto un programma culturale completo: in questi anni abbiamo fatto conoscere a centinaia di migliaia di persone la Basilica Palladiana ma Vicenza ha altre ricchezze artistiche straordinarie. Mi vengono in mente Palazzo Chiericati o il Teatro Olimpico, ancora troppo poco visitato in rapporto alla sua incredibile bellezza. Così come dobbiamo far conoscere ed apprezzare ancora di più la nostra offerta artistica al di fuori delle mura cittadine: penso in primis al ciclo degli spettacoli classici e al Festival Jazz. Della storia culturale della città fa parte anche il club calcistico, vittima di problemi societari, ancora incerta sui finanziamenti e la possibilità di acquisto di Vi.Fin., dal futuro incerto e con uno stadio che deve essere ripensato. Sono ancora oggi abbonato al Vicenza e molti dei ricordi più belli della mia infanzia sono legati ai meravigliosi anni di Guidolin vissuti da bambino allo stadio. Io spero davvero che Vi. Fin. sia in grado di rilevare il pacchetto di maggioranza della società e che sia in grado di garantire al Vicenza di tornare il prima possibile dove merita. Ma soprattutto che possa regalare ai tifosi vicentini un periodo sportivo caratterizzato da un progetto serio e da una tranquillità di fondo: penso che sia questo l'auspicio più importante. Se poi dovesse arrivare anche "il nuovo Menti", ammodernato e migliorato, sarebbe una cosa in più di cui essere felici. Vicenza rischia di “perdere l’ultimo trenoâ€, quello che le permetterebbe di essere uno dei tasselli della rete di trasporto europeo a medio e corto raggio: la linea TAV e l’Alta Capacità , con il raddoppiamento della linea ferroviaria. Non credo proprio, la TAV/TAC passerà a Vicenza. La questione è solamente in quale modo, se con la stazione in Fiera o nella sede attuale. E i prossimi due mesi, fino alla fine di febbraio, saranno dedicati proprio ad approfondire questo aspetto, coinvolgendo anche le associazioni e i cittadini. Aggiungo che il passaggio della TAV/TAC porterà un'opera complementare in grado di cambiare il trasporto pubblico in città : il filobus, che noi vorremmo attraversasse tutta la città , partendo da Ponte Alto per arrivare a Settecà . Una novità importantissima per la viabilità cittadina, in grado di assicurare un mezzo pubblico sicuro, efficiente ed ecologico ai vicentini. Tra i tanti treni che sta perdendo  Vicenza c’è forse quello in cui ci sentiamo più coinvolti noi, quello dell’informazione. Alcune realtà sono sparite, la stampa locale soffre a livello generalizzato, e l’informazione giornalistica fatta da professionisti è sempre più ridotta. Il web aumenta le nostre fonti di informazione, ma forse manca quella componente di mediazione e filtro virtuoso che è appannaggio del giornalista di professione. Condivido totalmente questa sua posizione: è vero che il web ha aumentato le fonti, ma ha anche portato ad un egualitarismo pericolosissimo nell'ambito della comunicazione. Una situazione in cui la fonte non ha più valore, perché leggere una notizia su un giornale o su un sito di bufale online per molte persone non fa differenza. E questo porta a storture gravissime, in primis allo svilimento della professionalità dei giornalisti. E quindi di conseguenza anche alla chiusura di testate e fonti di informazione importanti, come accaduto nella nostra città . Un’ultima domanda, sul ruolo e sul futuro delle aziende partecipate, sull’input governativo che spinge alla loro riduzione e la spinta alla privatizzazione. Che in Italia ci siano ancora troppi carrozzoni pubblici è assolutamente evidente. E che alcune aziende partecipate, in particolare in alcune aree del Paese, siano mantenute in vita più che altro per garantire un parcheggio ai politici a fine carriera è un fatto altrettanto palese. Ma bisogna stare attenti a non buttare via il bambino con l'acqua sporca: per restare nell'ambito locale, AIM ed Acque Vicentine sono due aziende sane che offrono un ottimo servizio ai nostri cittadini. E quindi non penso che privatizzazioni e quotazioni in borsa siano necessari a prescindere, bisogna valutare caso per caso. Diverso è ragionare sulla possibilità di integrazione con altri soggetti di levatura locale, come Etra e Ava, per AIM o Alto Vicentino Servizi e altre realtà dell'idrico per Acque Vicentine. Penso che queste integrazioni siano invece necessarie e urgenti. Per concludere, quali sono i suoi auguri? Il primo augurio è che il 2016 sia davvero l'anno della ripartenza per il nostro Paese, ma in primis per chi ha sofferto di più in questa crisi lunghissima: questi otto anni di crisi economica hanno ulteriormente allargato la forbice tra chi sta bene e chi invece vive poco sopra o addirittura al di sotto della soglia di povertà .
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