Pfas e GenX, la lettera olandese e la strana storia di una diffida: i dubbi sono della Miteni, VicenzaPiù da tempo ne ha di simili
Domenica 15 Luglio 2018 alle 21:37 | 0 commenti
"GenX, la lettera olandese e la strana storia di una diffida": i dubbi li elenca la Miteni in un suo post, VicenzaPiù da tempo ne ha di analoghi: "Pfas, Zanoni striglia Arpav per le "scuse" sui mancati controlli GenX. Miteni dopo "bugie" di Brusco (M5S) denuncia quelle di Arpav: cosa sta succedendo e a favore di chi?". È, perciò, che vi sottoponiamo un testo apparso ieri, 14 luglio, sulla pagina facebook di Miteni Informa: informarsi prima di decidere è un must-
Ma perchè l'attenzione di Regione, dei suoi politici e dei tecnici dell'Arpav è tutta concentrata sull'azienda di Trissino e non sulle 500 aziende dell'Alto Vicentino (nella foto uan lavorazione in conceria, ndr) che utilizzano i prodotti che la Miteni ha dismesso da anni e che, comuqnue, non commercializza più in Italia? Qualcuno risponda e attivi i controlli ancora latitanti su chi pare faccia della lobby un argine verso le proprie responsabilità !
Il direttore
Ecco il posti di Miteni Informa
GenX, la lettera olandese e la strana storia di una diffidaÂ
Proviamo a ricostruire la sequenza dei fatti. Il 2 luglio Miteni diffonde i dati del rapporto dell'agenzia ECHA dell'Unione Europa pubblicati il 26 giugno che riporta informazioni sull'utilizzo del PFOA e dei suoi precursori con valori di migliaia di tonnellate annue in Europa, oltre 160 tonnellate nel Veneto.
Coinvolte aziende di lavorazione di tessuti, pelle, cartiere, tinture. La notizia si diffonde online e sui giornali. E' la prima volta che una fonte ufficiale indica con numeri e dati quello che il tribunale Superiore della acque pubbliche aveva chiesto di indagare un anno e mezzo fa: gli utilizzatori dei PFAS potrebbero essere la vera causa dell'inquinamento delle acque vicentine.
Poche ore dopo una lettera del ministero delle Infrastrutture olandese finisce nelle mani di un giornale. Stava in qualche cassetto da mesi, dallo scorso 13 marzo, e riesce a sgusciarne fuori proprio quel giorno. La lettera dice che a Trissino, uno dei pochi stabilimenti al mondo che ha le tecnologie necessarie, viene rigenerato il genX, una sostanza usata per il teflon al posto del PFOA. La lavorazione è terminata il 1* luglio perché per legge ci sono tempi rigorosi per completarla. Scattano i controlli. Con strumentazioni mai utilizzate prima, Arpav scopre tracce di genX nei pozzi, ancora in corso di verifica. Questo basta perché invece di parlare delle 160 tonnellate di PFOA finite in ambiente secondo i dati di una istituzione europea, da quel momento si parla di tracce di genX trovate nei pozzi Miteni.
Seconda puntata. Il 12 luglio Miteni rende pubbliche le tabelle da fonte ISTAT dell'importazione di PFOS in Italia: 255 tonnellate. Nel vicentino c'è una importante concentrazione di aziende ancora autorizzate a utilizzarlo per la placcatura, la cromatura, e nel passato per i tessuti e le pelli. PFOA e PFOS Miteni non li produce più da anni. Anche questa volta la notizia si diffonde. Si riunisce il comitato tecnico regionale. Tutti si aspettano che si prendano decisioni sulle migliaia di tonnellate di PFAS mai considerate e citate dai documenti europei e da ISTAT. invece no, il comitato tecnico si occupa delle tracce di genX trovate nei pozzi Miteni. Il comitato non decide quello che sarebbe stato ovvio, cioè controlli a tappeto sugli utilizzatori di PFOA, PFOS e precursori che da decenni vengono utilizzati senza che vi sia nemmeno un protocollo di misurazione e chiesti a gran voce dal tribunale. Il comitato invece delibera sulle tracce trovate nei pozzi di Miteni. Non solo. L'azienda è addirittura diffidata e deve fare nuovi controlli sui propri impianti, pena la chiusura. Perché una diffida? Negli ultimi 18 mesi Arpav ha fatto 108 controlli nello stabilimento Miteni, le porte sono spalancate a ogni verifica. Per un controllo in più non c'era certo bisogno di diffide. Ma Il risultato è che quelle tracce di genX seppelliscono le tonnellate di PFAS e PFOS documentate da istituzioni europee e nazionali utilizzate dalle industrie del territorio. Quando le coincidenze diventano molte viene da pensare che non lo siano.
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