GdF di Vicenza: scoperto falso matrimonio per regolarizzare un extracomunitario
Sabato 28 Gennaio 2012 alle 19:53 | 0 commenti
Guardia di Finanza di Vicenza - Giovane commessa veronese convola a nozze con un marocchino in cambio di denaro, all'oscuro del fidanzato e della famiglia. Nell'ambito di un più ampio contesto investigativo nei confronti di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti le fiamme gialle vicentine scoprono un matrimonio fittizio Celebrato nel comune di Santa Margherita D'Adige.
Le investigazioni espletate dalla Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza, nell'ambito dell'operazione antidroga denominata "REDEMPTION" - le quali, nel biennio 2008-2009, avevano consentito, tra l'altro, l'esecuzione di 45 misure cautelari in carcere nei confronti di soggetti coinvolti in attività di spaccio di sostanze stupefacenti - hanno permesso di accertare come una delle persone coinvolte, a suo tempo denunciata a piede libero, una giovane donna di 29 anni (all'epoca dei fatti contestati venticinquenne), avesse contratto un fittizio matrimonio, alla presenza di due testimoni, con un cittadino marocchino, privo di permesso di soggiorno, di 9 anni più grande.
La donna, che lavorava come commessa in provincia di Verona, era solita far uso di cocaina, sostanza che, oltre ad essere assolutamente nociva per la salute, ha, come noto, un costo economico.
Il sistema propostole, per il tramite di un'amica, per racimolare, a tali fini, denaro dovette sembrarle non troppo oneroso, a fronte di una somma in contanti che le era apparsa, invece, probabilmente ragguardevole: 8.000 euro in cambio del fatidico "sì" in Comune, per celebrare un matrimonio fasullo con un marocchino, che avrebbe a questi consentito di "regolarizzare" la propria posizione in Italia.
Quando i finanzieri, perquisirono l'abitazione della donna, in cerca di stupefacente, il più "sorpreso" fu il fidanzato "ufficiale" di lei, un ragazzo di cinque anni più giovane, che con la compagna aveva una relazione stabile, il quale ebbe a "scoprire" una realtà per lui amarissima: la sua compagna si era sposata, pochi mesi prima, con un marocchino, con cui risultava formalmente risiedere in altro Comune e di cui egli mai aveva prima, naturalmente, sentito parlare.
Le Fiamme Gialle hanno potuto constatare come la giovane, infatti, si fosse trasferita, nel luglio del 2008, dal suo Comune originario, quello di Pressana (VR), a Santa Margherita D'Adige (PD): il trasferimento di residenza era stato formalizzato proprio al fine di contrarre il fittizio matrimonio, effettivamente avvenuto il successivo 3 agosto, con l'extracomunitario clandestino.
La stessa "sposa", nel corso delle indagini, si determinava a confermare il quadro probatorio che era già emerso con chiarezza, ammettendo completamente i fatti ed, anzi, volendo formalizzare, pur in assenza di un legale, spontanee dichiarazioni: la giovane si sentiva, peraltro, quasi frodata dal "marito", di cui non conosceva neppure il cognome, il quale, a fronte degli 8.000 euro promessi, gliene aveva poi effettivamente consegnati, ovviamente in contanti, solo 6.000. Neppure i suoi genitori nulla sapevano del "genero" acquisito.
La cerimonia civile è stata officiata nel Comune di Santa Margherita: al momento celebrativo erano presenti soltanto gli sposi e i due testimoni (la citata amica italiana della donna ed un connazionale dell'uomo).
Tutti i fatti descritti venivano rapportati dai militari alla Procura della Repubblica di Vicenza e, successivamente, a quella di Padova, investita dall'A.G. berica per competenza territoriale.
Nel novembre 2011, il G.I.P. del Tribunale patavino emetteva sentenza con cui accoglieva la richiesta di patteggiamento della giovane donna, in relazione al delitto di cui all'art. 12, co. 5, del D.L.vo 286/98 (favoreggiamento della permanenza illegale in Italia dello straniero), condannandola a 5 mesi e 20 giorni di reclusione nonché a 1.400,00 euro di multa.
Acquisita la notizia del patteggiamento, i finanzieri hanno, da ultimo, previo nulla osta della competente A.G., interessato la Questura di Padova, a mente dell'art. 30, comma 1-bis, del D. Lgs 289/1998, per le valutazioni di competenza in relazione alla posizione dell'extracomunitario.
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