Fallimento e "distrazioni" Thermoplast, la Gdf sequestra beni per 18 milioni anche in centro
Martedi 13 Dicembre 2011 alle 09:51 | 0 commenti
Guardia di Finanza - Otto indagati tra il Veneto ed il Lazio per bancarotta fraudolenta. La Guardia di Finanza sequestra appartamenti in centro storico, una sala cinematografica, un esteso impianto fotovoltaico, capannoni industriali, locali commerciali, una chiesetta privata, 30 ettari di terreni agricoli, per un valore dichiarato di 18 milioni di euro. Le distrazioni, quantificate in 21 milioni di euro, avvenivano anche attraverso il ricorso a società svizzere, statunitensi, rumene e serbe.
Il Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza ha dato esecuzione - nelle Regioni Veneto, Lazio e Piemonte - a 18 perquisizioni locali (di cui 10 presso abitazioni, 7 presso imprese e 1 presso uno studio notarile) disposte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza nell'ambito di una attività di indagine diretta dal Sostituto Procuratore dr. Luigi Salvadori ed avviata a seguito del recente fallimento della Thermoplast S.p.a. di Orgiano, società operante nel campo della fabbricazione di articoli ed accessori per la casa, il giardino e l'illuminazione in materie plastiche, che nel 2010 ha conseguito un volume d'affari di 18 milioni di euro e, in precedenza, ha realizzato operazioni attive annualmente pari anche a 30 milioni di euro, giungendo ad impiegare circa 80 dipendenti. Nel medesimo contesto, i finanzieri hanno anche proceduto al sequestro preventivo - disposto con procedura d'urgenza dal Pubblico Ministero, già convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Vicenza, dr. Stefano Furlani - di 2 appartamenti di pregio ed un'intera sala cinematografica nel centro storico di Vicenza, n. 1 capannone industriale di circa 20.000 metri quadri nel comune di Orgiano (VI) e ulteriori n. 9 immobili (due locali commerciali per complessivi 1.400 metri quadri, una chiesetta privata e 6 appartamenti) nei comuni di Sossano (VI), Poiana Maggiore (VI) e Altavilla Vicentina (VI). A tali beni vanno aggiunti anche 30 ettari di terreni agricoli nei comuni di Altavilla Vicentina (VI), Arcugnano (VI), Campiglia dei Berici (VI) ed Orgiano (VI), oltre ad un esteso impianto fotovoltaico (tra i più grandi impianti privati di produzione di energia solare in ambito europeo).
Il valore complessivo dei beni oggetto del provvedimento di sequestro preventivo è stato quantificato in € 17.830.644,00.
Le attività di indagine condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza hanno preso avvio nei giorni immediatamente successivi al 17 ottobre 2011, quando il Tribunale di Vicenza ha certificato lo stato di insolvenza della Thermoplat S.p.a.. Gli immediati riscontri mettevano subito in evidenza gravi anomalie di gestione, soprattutto con riguardo agli ultimi mesi di attività della fallita. Emergeva, infatti, che Thermoplast S.p.a. aveva sistematicamente distratto risorse finanziarie, beni strumentali, macchinari e materie prime in favore di una società controllata serba. A tali rilevantissime distrazioni faceva seguito la totale cessione delle quote di partecipazione detenute dall'impresa di Orgiano in favore di una società svizzera, con sede a Lugano: a fronte della cessione di tale partecipazione per un valore di 1,8 milioni di euro, non vi è stato, peraltro, il pagamento di alcun corrispettivo.
Ad un tempo, Thermoplast S.p.a. si è anche spogliata di ulteriori risorse finanziarie e di un importante asset, rappresentato dal citato impianto fotovoltaico, in favore di una società immobiliare riconducibile al medesimo amministratore della fallita, senza che a tale vendita seguisse alcun pagamento. In questo modo, le condotte distrattive, integranti il delitto di bancarotta fraudolenta, emergevano in tutta la loro gravità fin dai primi giorni dell'indagine, con la quantificazione in via preliminare di distrazioni patrimoniali per circa 6,5 milioni di euro, cui si aggiungono altri 2,8 milioni di fatture inesistenti, utilizzate fraudolentemente per l'abusivo ricorso al credito bancario.
Ulteriori approfondimenti investigativi mettevano in luce un disegno criminoso ben più ampio ed articolato, allorquando l'attenzione dei finanzieri si spostava sulla società IL Palazzetto S.p.a., impresa immobiliare riconducibile all'ultimo amministratore di Thermoplast S.p.a.. Infatti, dagli approfondimenti emergeva che Il Palazzetto S.p.a., vera e propria "cassaforte" dei beni di famiglia accumulati nel corso degli anni di attività della fallita, si era integralmente spogliata del proprio vasto patrimonio di fabbricati (stimabile in oltre 13 milioni di euro) attraverso il conferimento degli stessi in favore di una S.r.l. neo costituita, con capitale sociale di 10.000 euro e sede legale in Roma, ottenendo in cambio quote di proprietà della medesima S.r.l., pari al 49 % del capitale, per un valore di 4.900 euro. Il restante 51 % del capitale sociale veniva, invece, acquisito da una società anonima elvetica, a fronte dell'impegno della stessa a sottoscrivere un versamento di (soli!) 5.100 euro, di cui soltanto 1.275 euro effettivamente versati alla data della costituzione. Allo stesso modo, i vasti terreni detenuti da Il Palazzetto S.p.a., stimabili in un valore di oltre 1,5 milioni di euro, venivano ceduti ad una neo costituita società forestale con sede in Roma e gestita dal medesimo amministratore della S.r.l. cui erano stati precedentemente conferiti i fabbricati.
Terminate le operazioni di spoliazione, la società Il Palazzeto S.p.a. variava denominazione e trasferiva la propria sede a Lugano (Svizzera), presso il medesimo indirizzo della società elvetica che risultava aver acquistato le quote di maggioranza detenute da Thermoplast S.p.a. nella società controllata serba, beneficiaria di macchinari e beni risultati oggetto di fraudolenta distrazione patrimoniale in danno della fallita.
Il quadro accusatorio veniva, dunque, a delinearsi in tutta la sua complessità con il coinvolgimento di imprese estere che, nel corso degli approfondimenti investigativi, risultavano via via crescere di numero sino a delineare una struttura di società svizzere, statunitensi, rumene e serbe utilizzate dagli 8 indagati per portare a termine un vasto disegno finalizzato a sottrarre beni all'attivo patrimoniale delle società Thermoplast S.p.a. ed Il Palazzetto S.p.a..
A fronte di tali circostanziate evidenze investigative il Pubblico Ministero, dr. Luigi Salvadori, procedeva a formulare richiesta di fallimento della Il Palazzetto S.p.a., perché ormai del tutto priva di beni ed incapace, dunque, di far fronte ai propri debiti ed obbligazioni. L'udienza per la dichiarazione di fallimento è stata fissata dal Tribunale di Vicenza per il prossimo 16 dicembre.
Peraltro, l'accertato stato di insolvenza della Il Palazzetto S.p.a. rendeva anche possibile configurare il reato di bancarotta fraudolenta con riguardo alle rilevanti cessioni immobiliari realizzate da tale S.p.a..
Proprio nell'intento di scongiurare possibili ulteriori distrazioni fraudolente degli immobili e terreni di proprietà della Il Palazzetto S.p.a. il magistrato inquirente si determinava ad emettere, in via d'urgenza, un provvedimento di sequestro preventivo di tutti i beni oggetto di distrazione patrimoniale. Tale provvedimento, eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza, veniva successivamente convalidato dal Giudice per le indagini preliminari, il quale attestava la fondatezza del rilevante quadro accusatorio.
In sede di esecuzione del provvedimento di sequestro, i finanzieri accertavano, tra l'altro, ulteriori e nuove condotte fraudolente. Emergeva, infatti, che una parte degli arredi di THERMOPLAST S.p.a. era stata distratta in favore di una società insediatasi presso la medesima sede della fallita, in forza di un contratto d'affitto d'azienda, il quale, tuttavia, non comprendeva i beni rinvenuti, che venivano, perciò, sottoposti a sequestro, per essere successivamente messi nella disponibilità del curatore fallimentare designato dal Tribunale.
Allo stato le indagini vedono il coinvolgimento di 8 indagati (tra cui due imprenditori, un consulente finanziario, un commercialista e persone ritenute dei meri prestanome) residenti tra il Veneto ed il Lazio, regione, quest'ultima, dove Thermoplast S.p.a. aveva cercato di stabilire fittiziamente la propria sede, nel tentativo di rendere più difficile la dichiarazione di fallimento. Sono, tuttavia, al vaglio degli investigatori ulteriori condotte che potrebbero portare ad una estensione del numero dei responsabili.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.