Fumo negli occhi: torri gemelle, Osama, Obama, Bush
Mercoledi 11 Maggio 2011 alle 20:47 | 0 commenti
Riceviamo su [email protected] da Lucio Panozzo e pubblichiamo
Ad ogni accadimento di portata mondiale, resta sempre il dubbio su come ce la raccontano. Ormai i grandi della Terra* non si curano neanche più di nascondere la verità mantenendo un po' di credibilità . Pare quasi che il loro nascondere sia diventato faticoso, o che abbia perso smalto il loro comportamento demoniaco avendo altro cui pensare: donne, ma anche giovani uomini e bambini e bambine, affari più o meno sporchi, potere, denaro.
Ora ci raccontano che Osama Bin Laden è stato ammazzato, ma poi rifiutano di mostrarci le prove, sollecitando il nostro ricordo a riandare a quella curiosa amicizia tra la famiglia di costui con la famiglia Bush. Dicono (dice il lupo nero rivestito con il vello dell'agnello bianco dalla commissione del Nobel con sorprendente decisione) che le foto di rito scattate, quelle foto richieste sempre dai comandi militari per provare che l'azione è stata compiuta, sono troppo truci e potrebbero spaventare i bambini. Ci chiediamo: quegli stessi bambini cui era stato proposto quel gioco innocente dopo l'impiccagione di Saddam Hussein in Iraq (altro "amico" al quale era necessario tappare la bocca), quel gioco che insegnava ai bambini come avviene un'impiccagione? Troppo truce? Ma questo Obama la guarda la televisione? Ormai non ci viene più neanche il voltastomaco, tanto siamo abituati al sangue, e con noi i nostri bambini. Farebbero differenza due foto su Osama?
E poi non abbiamo forse visto in tutte le salse la foto che ritraeva i due figli di Saddam letteralmente massacrati?
Tornando alle balle che ci raccontano: come non rivivere quei tragici momenti quando iniziarono le guerre in Iraq e in Afghanistan, quelle prove agitate sotto il naso dei congressisti da un generale americano di colore che si stava preparando per la Casa Bianca, poi scomparso dalla storia, sacrificato sull'altare delle convenienze? E il nostro ridicolo dittatorello che gli teneva bordone con quelle parole che mi risuonano ancora nella scatola cranica: "Le prove esistono, ma non sono ostensibili". E i suoi scherani: "Gli Americani sanno quello che fanno, non sono mica stupidi; se dicono che hanno le prove, vuol dire che le hanno". Ma a noi non le hanno mai mostrate. Salvo poi cambiare discorso quando le loro stesse commissioni tornarono a casa con la certezza che quelle prove di cui erano così sicuri non erano mai esistite. Sul crollo delle due torri, l'origine di tutto, non è mai stata costituita una commissione, per loro fortuna. Come nessuna commissione ha mai indagato su tutti quei casi oscuri che hanno dato inizio alle guerre del passato recente, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.
E sarebbe bello finire con una disamina dell'11 settembre più famoso della storia, punto di origine di questo epilogo, ma questa è un'altra storia. Con buona pace del fu sindaco Destro (di destra) di Padova che ha tramutato un residuo ferroso delle due torri in monumento a ricordo imperituro di una grande bufala.Â
*Intendasi, per grandi della Terra, non le piccole controfigure che appaiono in televisione tronfie di un potere che non hanno, ma quelle due, tre centinaia di famiglie che detengono nelle loro mani la ricchezza mondiale vera, quella che non è soggetta a inflazione, ma al contrario cresce ogni giorno di valore proprio grazie all'inflazione misurata sulla perdita di potere d'acquisto di quel denaro che sanno manovrare così bene dai loro osservatori privilegiati.Â
Lucio Panozzo
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