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Fulvio Rebesani: «Non siamo in una crisi ciclica, ma è in atto un processo devastante»

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 12 Febbraio 2012 alle 11:13 | 0 commenti

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Pubblichiamo un documento di Fulvio Rebesani che sottoponiamo ai lettori domenicali per riflessioni e commenti da inviare, anche, a [email protected]
Credo che, anzitutto, dovremmo accordarci (come si fa con gli strumenti di un complesso musicale) sul giudizio relativo al presente. Non condivido l'uso del termine CRISI, che contiene in sé l'idea di periodicità e ciclicità. Credo invece che ci si trovi in un processo mondiale, iniziato da tempo, che ora sta concretizzando e sta manifestando i suoi effetti devastanti, almeno per noi.

Ritengo cioè - ma sarei ben felice di sbagliarmi - che siamo dentro dinamiche di cambiamento sostanziale della condizione economica, sociale e politica nel mondo, di riposizionamento degli stati, dei loro aggregati, delle varie economie e società.

L'Europa sta lentamente declinando e dopo di essa sarà la volta degli USA la cui situazione debitoria non é migliore di quella europea; solo che l'indispensabilità della loro forza militare per mantenere gli equilibri necessari all'Occidente ed ai suoi alleati costringono questo insieme di stati a sorreggerli. Già è iniziato il tempo in cui Cina, India, Brasile, Sud Africa -pur in competizione fra di essi- avranno quell'egemonia culturale, militare ed economica che dall'antica Grecia in poi l'Occidente ha progressivamente espanso nel Mondo.
Le soluzioni conseguono al tipo di lettura del presente: crisi e quindi ripresa oppure declino dell'Occidente con l'affermarsi di ben altre e nuove egemonie? In questo secondo caso il passaggio non avrà i caratteri del colonialismo e dell'imperialismo a rovescio, non sarà come fu il nostro approccio con il Sud del Mondo ma avverrà con progressione ineluttabile.
In questa evoluzione mondiale si è inserita la crisi determinata dalle speculazioni finanziarie e bancarie occidentali. Europa e USA non sono in grado di introdurre elementi di regolazione: non solo una tassa sulle transazioni finanziarie, sulla quale insiste particolarmente Monti, ma anche il riportare le banche al ruolo loro proprio di soggetti operanti nella intermediazione del credito e basta, come era fino al 1992 quando Reagan abolì la legge che così stabiliva. A cascata questa reaganomic investì anche noi.

Ben ho presente la situazione di impoverimento progressivo di larghi strati della popolazione, anche il ceto medio, le piazze occupate dai senza lavoro, l'essere giovani che per molti di loro è sinonimo di precario e disoccupato. E' certo necessario prevedere soluzioni di spessore che diano lavoro e speranza, sia pur nel breve periodo, però, a mio parere, non possiamo avere due facce: l'una per l'oggi che cerca di tamponare operando ancora secondo le categorie all'origine dell'attuale situazione e l'altra nel futuro, diversa.

Parliamo dunque di futuro, che non può più essere la prosecuzione del presente, del capitalismo occidentale in crisi irreversibile. L'homo oeconomicus chiuso nel suo egoismo che pensa solo in termini di profitto e di utili non è più in grado di progettare il futuro, una qualche ripresa.
Ripresa non può essere la riedizione del sistema economico, d'impresa e di consumo fin qui realizzato. Esso si basa su un presupposto inattuale: l'espansione senza limiti dei redditi, il successo dell''obbiettivo egoistico ed individualistico di trovare sempre spazio per nuove attività, e quindi ulteriori profitti, ripetitivo del presente e del passato:
* da operaio ad artigiano
* da artigiano a piccolo industriale
* da commerciante in un piccolo negozio ad un esercizio più grande, ad un emporio.
Per puntare ancora una volta sui consumi (schema capitalista tradizionale di sviluppo) bisognerebbe togliere alla rendita ed alla finanza quel 15-20% di reddito da lavoro dipendente e di piccolo artigiano transitato ad esse in questi 6-7 anni.
E' possibile? Ma, soprattutto, sarebbe risolutivo? Che sia possibile ne dubito ma non lo escludo che sia risolutivo lo escludo, semmai potrà tamponare per qualche anno perchè -a mio avviso- quel riposizionamento degli stati, dei loro aggregati, delle varie economie e società appare inarrestabile così come il declino dell'Europa e dell'Occidente.
Non consiglio di attendere un primo assestamento di questa epocale trasformazione, che durerà vari anni. Per l'immediato si può abbozzare qualche ricetta, ben sapendone i limiti in fatto di futuro e-nel presente- intuendo la difficoltà di ottenere consensi tra le forze politiche e quindi di difficile realizzatone. Ma non vedo che altro di serio possa proporre una forza di sinistra nell'attuale quadro.
SEL dovrebbe dire chiaramente di avere in programma una revisione fiscale nel nome del lavoro e quindi della ripresa dei consumi -nell'immediato- attraverso l'aumento progressivo dell'IRPEF sui reddito superiori a 100 milioni, a 200 milioni e così via. Si dovrebbe istituire l'imposta patrimoniale del 5% sui patrimoni superiori a 1.000.000 di €, si dovrebbero introdurre risparmi cospicui nel settore della difesa rinunciando al caccia F 35 (15/20 mld di € a regime), nel giro di un anno sarebbero da richiamare le nostre truppe di occupazione in Afghanistan (1 mld/anno di €).
In tal modo si potrebbero acquisire le risorse per finanziare qualche progetto.
In primis la riduzione degli oneri sociali di 100 €/mensilità per addetto a tempo indeterminato nel settore privato devolvendone 2/3 al singolo, lavoratore ed 1/3 all'azienda.
I lavoratori avrebbero più denari a disposizione e potrebbero spendere di più e le aziende otterrebbero un margine per investimenti, per tacitare in tutto od in parte i loro creditori, ecc. Il quadro va completato con l'obbligo per lo Stato di onorare i suoi debiti e le banche di finanziare con crediti a lungo termine e tassi minimi gli investimenti destinati alla produzione ed alla innovazione.
Un conto approssimativo sulla base dell'abbattimento di 1300 €/anno per lavoratore e 13.000.000 dipendenti a tempo indeterminato risulta un costo complessivo di 16 mld pari alla spesa per gli F 35 bombardieri:

Gli esiti della lotta all'evasione fiscale, che va appoggiata ed è fattibile, vanno impegnati per promuovere nuova occupazione (non solo giovani e donne ma anche lavoratoti espulsi di 45/50 anni o più) e per integrare il fondo cui attingerà l'INPS per pagare i nuovi ammortizzatori sociali, ad esempio quel reddito minimo di cittadinanza.
Queste scelte dovrebbero essere accompagnate da un inasprimento delle pene contro glie esportatori illeciti di capitali, contro gli evasori con soluzioni premiali per chi avesse un ravvedimento operoso entro un certo tempo. Verso i paradisi fiscali saranno da raggiungere -come hanno fatto altri Stati, tipo la Germania, Inghilterra e come era contenuto nella legge sul condono fiscalke di Tremonti- accordi per la tassazione -pur nell'anonimato (non possiamo cambiare le leggi di altri stati)- dei capitali italiani illegalmente esportati.
Questo insieme di misure, possono apparire impopolari a ricchi (oltre 100 milioni di €/anno) ed evasori ma non credo vengano rifiutate dalla rimanente parte della popolazione, specie se collocate in un quadro di rilancio concreto dell'occupazione a tempo indeterminato.
Tale programma é anche per vincere le elezioni ed andare al governo all'insegna della chiarezza e del coraggio. Se ciò avverrà e riuscissimo a realizzare almeno la parte essenziale di questo progetto resterebbe però aperto l'interrogativo su quale sia il futuro e cosa stiamo facendo in funzione di esso, cioè la questione da me esposta all'inizio.
Per non limitarmi ad interrogativi, che peraltro meriterebbero ben maggiori approfondimento, voglio confrontarmi con alcune ipotesi di rivolgimento industriale e produttivo che riterrei necessario per non finire-almeno nell'immediato- a rimorchio dei BRICS.

1] l'edilizia va impiegata non più in nuove costruzioni (capannoni vuoti ovunque, abitazioni in numero circa il doppio delle famiglie, supermercati esageratamente diffusi ed ammalati di gigantismo che divorano terreni fertili) ma in ristrutturazione e risanamento dello stock edilizio -pubblico e privato- esistente, con qualche aiuto pubblico da finalizzare a progetti di recupero r tutela del territorio, nonché alla revisione degli immobili residenziali, degli uffici e delle varie sedi pubbliche e private ai fini di risparmio energetico

2]riconversione di tutti gli impianti produttivi secondo criteri di compatibilità ambientale e risparmio energetico, anche qui non potrà mancare l'aiuto pubblico sia diretto che attraverso la garanzia del pagamento degli interessi ma non del capitale

3] introdurre la sostenibilità come materia di insegnamento nelle scuole dalle elementari alle superiori come programma di ampia rieducazione al risparmio, al rispetto della natura, alla sobrietà nei consumi

4]rilancio della scuola pubblica adeguandone il personale ed i finanziamenti

5] finanziamento della ricerca non solo applicata, ma anche pura, senza finalità di lucro

6] dare spazio alla cultura ed allo spettacolo non solo integrando il fondo gestito dal relativo ministero, però attraverso un comitato di supporto composto in parità da italiani ed europei esporti del settore, ma anche incoraggiando, non solo a parole, gli artisti minori, di strada come già avviene in Germania.
Parte di rilievo della attività culturale sarà l'avvicinamento ad essa degli adulti prevedendo l'ingresso nei luoghi di lavoro ed in ognisede di aggregazione o presenza collettiva (es: luoghi di lavoro, scuole, università, caserme, ospedali, case di riposo, ecc.).
Per non sembrare peregrino, individuo un nesso fra la diffusione della cultura e la possibilità di ricollocazione in altro lavoro degli adulti espulsi dalla propria azienda, specie oltre i 45 - 50 anni. La loro mente si é adagiata su un determinato tipo di lavoro e su una serie di operazioni ripetute per anni ed anni ed è difficile riconvertirla ad altro lavoro, ad altro pensare professionale. A ciò potrebbe ovviare la cultura -non tecnica- intesa come quadro generale per accompagnare i vari tratti dell'educazione, fino alla tomba, cultura aperta e tale da prevenire la chiusura delle persone in un ambito circoscritto (il solo vissuto ripetitivo del lavoro e personale) , cultura fondata sulla possibilità di astrazioni operative che mi portano a ragionare su una macchina od una procedura operativa nuove senza avere a disposizione solo le categorie del mio precedente lavoro.
L'obbiettivo è mantenere negli adulti quella capacità di cambiamento della prassi e della routine (sia lavorativa che di vita). Alla assenza di questa capacità va demandato l'irrigidimento mentale di tante persone.
Naturalmente tale duttilità intellettuale non è applicabile ai valori né ai principi.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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