Franzina esautorato: Rucco capogruppo in consiglio comunale, Zocca vice. E Berlato?
Venerdi 9 Marzo 2012 alle 14:46 | 0 commenti
Il contrastato congresso cittadino del Pdl, contemporaneo anche se di prescritto esito opposto a quello provinciale, non era servito a ricomporre lo scenario politico del partito anzi la discrasia interna è esplosa oggi generando un amalgama inatteso: è stato, infatti appena consegnato, la fonte è credibile, negli uffici comunali un documento a firma Valerio Sorrentino, Francesco Rucco, Marco Zocca e Lucio Zoppello in cui i quattro nuovi alleati depongono Maurizio Franzina dallo scranno di capogruppo su cui da oggi siede Francesco Rucco, affiancato da Zocca come vice del Pdl.
Oltre, ovviamente, a Franzina non hanno firmato il cambio di rotta, a cui viene data una valenza anti inciucio con Variati, Arrigo Abalti, fedelissimo di Berlato, e Gerardo Meridio, che agli stop and go sulla proposta di delibera consiliare anti ostruzionismo e pro maggioranza aveva dato il via fino al caos entropico di martedì in Consiglio comunale, quando il Pdl usciva dall'aula all'atto del voto mentre la Lega ci rimaneva per votare ... a favore di un provvedimento contro cui aveva minacciato 1.000 sfracelli.
Da lì un reciproco scambio mediatico di accuse fra Lega e Pdl e la caccia al testimonial dell'opposizione doc che con lo sfiduciamento di poche ore fa del sempre più montiano e pragmatico Franzina vede quattro settimi dei consiglieri Pdl aspirare ufficialmente all'incoronazione.
I malumori nel gruppo (e fuori con lo zanettiniano Carta col dente avvelenato da sempre con Zocca che mai aveva riconosciuto lui come coordinatore cittadino e, tanto meno, Franzina come capogruppo anti Sartori) erano palpabili da tempo con Gerardo Meridio e, soprattutto, il capogruppo Maurizio Franzina a disegnare scenari diversi dall'opposizione alla maggioranza sempre più ecumenica di Achille Variati.
Se il dopo congresso, visto prima del congresso, disegnava l'organo provinciale nelle mani di Berlato e dei suoi, con la direzione cittadina attaccabile da questi ultimi grazie a una possibile allenza con gli zanettiniani, il post congresso reale ha registrato il giravolta di alleanze di Elena Donazzan, data come fidatissima del leader dei cacciatori ma, era immaginabile, troppo legata agli equilibri di potere veneziani per rimanerne immune.
E oggi se in provincia il coordinatore può ancora contare su una sia pur più dialettica e non granitica maggioranza, in città la miscela è diventata ... infiammabile.
E, come se non bastasse, il momentaneamente sopito fronte giudiziario anti eurodeputato, da quel che scriveva martedì Il Corriere del Veneto, sembrerebbe ripartito. Con, per giunta, una probabilisticamente inquietante sostanziale contemporaneità con lo strappo degli ex fedeli in comune.
L'aspetto politico richiede tempo, fra le mille giravolta, per essere capito, ma se di lotta di potere si trattava prima dei congressi, vinti numericamente da Berlato, oggi il coordinatore provinciale non può non ricordare una massima alla Catalano: «un leone ferito è molto più pericoloso di un leone morto...».
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