Autonomia, Stefano Fracasso (PD): “il Pdls 43 proposta perfetta per farsi dire di no da Governo e Parlamento”
Martedi 14 Novembre 2017 alle 17:57 | 3 commenti
"Se è una proposta per farsi dire di no dal Governo è la migliore che si potesse pensare, se invece si vuole raggiungere un risultato deve essere assolutamente cambiata". È quanto ha affermato il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso intervenendo sul Pdls 43 sull'autonomia, di cui è correlatore, la cui discussione è iniziata oggi in aula. "Per noi non è un atto simbolico o un teorema, la campagna elettorale è finita. Vogliamo un provvedimento che serva a raggiungere risultati concreti, perciò dovrà essere credibile e inattaccabile, in modo da convincere Governo, Parlamento e possibilmente i nostri colleghi emiliano-romagnoli e lombardi. Dobbiamo però essere franchi: se si vuole massimizzare il risultato per i veneti è un conto, se si vuole massimizzare il risultato partitico in vista delle elezioni è un altro", ha aggiunto il capogruppo dem.
"Cominciamo dalle 23 materie, su cui Università e categorie economiche hanno espresso i propri dubbi. Nella scheda che ho votato lo scorso 22 ottobre non ho visto queste materie e come me tutti gli elettori. Zaia si è ben rifiutato di discutere nel merito prima del referendum, ma non ci si può limitare a dire che la richiesta era messa nero su bianco nel suo libretto sull'autonomia. Nel bignami, fra l'altro, il governatore si lamentava di dover mantenere lo Stato lasciando ogni anno 15 miliardi. Adesso, però, con la volontà di trattenere il 90% del gettito fiscale gliene chiediamo indietro 18,8. Quindi la proposta è quella di farci mantenere da Roma? Non era scritto nel quesito referendario...". "La sentenza storica della Consulta citata anche dal relatore Finozzi va letta tutta ed ha già bocciato ipotesi di autonomia che vadano oltre la Costituzione, includendo rispetto degli obblighi di solidarietà fiscale con le Regioni meno ricche. E il Governo non può andare contro questa sentenza. Quindi se vogliamo farci dire di no da Roma oppure tirarla lunga fino alle elezioni, il progetto della Regione è il migliore che si potesse fare, se vogliamo raggiungere dei risultati invece va modificato. A partire dall'articolo 2 che propone l'attribuzione dei nove decimi di Irpef, Ires e Iva. Non dimentichiamo - ha detto in chiusura dell'intervento - che il Parlamento dovrà votare a maggioranza assoluta: andare per conto nostro è impossibile, oltre che infruttuoso. Se ne prenda atto in tempo, sarebbe un peccato perdere un treno come questo per difendere un teorema che non sta in piedi".
Quanto ai concorsi nazionali, in un paese serio, se accetti l'incarico, firmi che non chiedi trasferimenti per un minimo di p.es. 5 anni e risolto il problema.
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Se, come dimostrato in molte materie la Regione amministra meglio, perchè devono restare tutte in mano al Governo centrale.
Prendiamo il caso della SCUOLA, con assunzioni per concorsi nazionali, abbiamo la conseguenza, che appena possibile gli insegnati, originari del Sud tornano a casa (ed hanno ragione). Così, al Sud abbiamo insegnati in eccedenza e da queste parti abbiamo classi di 30 alunni e per di più con molti non italiani.