Fondo Atlante, in caso di dissesto pericolo di contagi finanziari
Venerdi 3 Marzo 2017 alle 08:55 | 0 commenti
Pure la Commissione europea avanza seri dubbi sulla utilità del fondo Atlante. Da Bruxelles sono partiti tre siluri contro quell’oggetto misterioso (presieduto da Alessandro Penati), nato un anno fa con l’obiettivo dichiarato di mettere in sicurezza il sistema bancario italiano e che, invece, non è riuscito a completare con successo, a conti fatti, nemmeno uno dei dossier aperti. Per dire: le due banche del Nord Est (Veneto Banca e Popolare di Vicenza) sono ancora nel guado e l’unica soluzione, salvo miracoli, appare l’intervento del Tesoro.
 Toccherà ai contribuenti, in buona sostanza, subentrare nell’azionariato dei due istituti al posto del veicolo partecipato da tutte le grandi banche del Paese (da Intesa a Unicredit) e mai messo in condizione di funzionare a pieno regime. Non tutti i soci sono apparsi convinti al 100 per cento dell’iniziativa. Ci hanno creduto in pochi. Una scarsa determinazione registrata anche a Bruxelles. Di qui le critiche. E secondo l’Unione europea, Atlante non è in grado di risolvere neanche la questione delle sofferenze. Tre le ragioni, messe nero su bianco dalla Commissione in un «documento di lavoro» sull’Italia del 22 febbraio. In sintesi: Atlante non ha soldi, crea intrecci e, in caso di dissesto, può dar vita a pericolosi contagi finanziari. Vediamo i dettagli. Per quanto riguarda i quattrini a disposizione, a Bruxelles sottolineano anzitutto che Atlante ha solo 1,8 miliardi in cassa, poco per poter «sostenere la liquidazione dei crediti deteriorati». Di qui la prima mazzata: il fondo «potrebbe non avere la capacità necessaria per svolgere un ruolo sistemico nel risanamento del settore bancario italiano». Del resto, le cifre relative ai prestiti non rimborsati sono enormi: 330 miliardi di crediti deteriorati, di cui 200 miliardi di sofferenze lorde (85 le nette, quelle non coperte da accantonamenti). Pochi quattrini, insomma. Ma non solo. L’Ue solleva anche una questione di intrecci pericolosi: «La struttura di finanziamento costituisce una fonte di interdipendenza tra soggetti più forti e più deboli». E il secondo siluro, si tira dietro il terzo: «Ciò potrebbe dar luogo a un contagio in caso di perdite inattese derivanti da investimenti». Bocciato Atlante, a Bruxelles promuovo a pieni voti, invece, il fondo da 20 miliardi creato dal governo di Paolo Gentiloni lo scorso dicembre per puntellare il Monte paschi di Siena: «Può agevolare il risanamento del sistema bancario italiano». A Siena, però, aspettano ancora il via libera all’ingresso dello Stato. E far passare troppo tempo potrebbe risultare vitale.
Di Francesco De Dominicis, da Libero
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