Fondazione Roi e Barbara Ceschi: con qualche "imprecisione" ma Daniele Ferrarin richiama alle loro responsabilità Ilvo Diamanti e Achille Variati
Sabato 8 Luglio 2017 alle 09:31 | 0 commenti
"Il tracollo della Banca Popolare di Vicenza ha lasciato sotto le macerie anche la Fondazione Roi, una nobile istituzione culturale vicentina per sette anni guidata da Gianni Zonin e dai suoi uomini. La Fondazione, sotto la presidenza di Zonin, aveva investito 29 milioni di euro del patrimonio in 471.026 azioni della banca": anche se con qualche errore, tipo i 29 milioni investiti in azioni che rimangono tanti ma sono poco meno di 25, e con qualche dimenticanza tipo le aggressioni legali a giornalisti, tra cui il sottoscritto, da parte dell'ex presidente della Roi, nonché ex presidente della BPVi, pubblichiamo di seguito la, per il resto condivisibile, nota di Daniele Ferrarin, Portavoce consigliere Comunale di M5S.
Nel 2016 la nipote del marchese Roi, Barbara Ceschi a Santa Croce, ha presentato un esposto in Procura chiedendo di fare chiarezza. Infatti, la Fondazione era stata creata dal marchese Roi con lo scopo di: "favorire il Museo Civico di Vicenza nel perseguimento delle proprie finalità mediante il finanziamento, totale o parziale, l'acquisto di opere d'arte, il loro restauro, gli allestimenti di mostre ed esposizioni organizzate dal Museo e la conservazione nonché gli allestimenti espositivi di Palazzo Chiericati e delle sedi museali vicentine."
Dopo i gravissimi fatti, la presidenza della Fondazione è stata affidata al professor Ilvo Diamanti, politologo e saggista, docente all'Università 'Carlo Bo di Urbino e dal 1995 insegnante nel master «Etudes Politiques» presso l'Università Paris II Panthèon.
Sotto la presidenza dell'illustre docente, la Fondazione ha deliberato di accettare l'offerta di rimborso a 9 euro per azione formulata dalla Banca Popolare di Vicenza. In pratica sono stati persi oltre 25 milioni di euro.
A seguito dell'esposto della nipote del marchese la Fondazione, sotto la presidenza di Zonin, ha avviato una causa civile contro la signora Barbara Ceschi (per correttezza e per non perdere la causa milionaria intentataci proditoriamente da Zonin ricordiamo a Ferrarin che la Ceschi è stata denunciata non per l'esposto ma per alcune dichiarazioni con fatti giusti ma dati errati, come ora sta facendo lui... in perfetta buona fede ma, tanto per essere sicuri, con queste correzioni "proteggiamo lui e... noi, ndr)Â
Ciò che desta inquietudine e sconcerto è che il legale allora nominato da Zonin, avvocato Enrico Ambrosetti, nonché legale di fiducia dello stesso Zonin, continua a essere ancora oggi il legale della Fondazione (ricordiamo ai lettori e a Ferrarin che oltre al legale anche il commercialista Giovanni Sandrini è lo stesso, ndr) e . La signora Ceschi, dopo aver incontrato il neo presidente della Fondazione, ha ricordato che Diamanti nel corso dell'incontro «ha esordito dicendo che ha accettato l'incarico per amicizia nei confronti del Sindaco di Vicenza e che per quanto riguardava la azione legale nei miei confronti ma anche quella nei confronti di alcuni giornalisti si rendeva conto della sua sostanziale infondatezza assicurandomi che avrebbe provveduto a rinunciare alla stessa. Detto questo, nè io nè gli altri partecipanti alla riunione capiamo perché a queste parole non solo non siano seguiti i fatti, di più siamo venuti a sapere che l'ineffabile avvocato Ambrosetti, per conto della Fondazione, ha fatto richiesta al giudice affinché siano escusse altre testimonianze».
Insomma, sorge il dubbio che la nomina dell'illustre politologo, si inserisca nel ben noto stile gattopardesco del sindaco Achille Variati: "cambiare tutto per non cambiare niente".
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