Un polverone: le minacce della Fondazione Roi a Stefano Righi e VicenzaPiù per frasi mai scritte su azioni BPVi comprate da Zonin 1821
Mercoledi 6 Aprile 2016 alle 22:57 | 0 commenti
Abbiamo pubblicato volentieri (clicca qui) una nota della Fondazione Roi perfettamente sinergica nei contenuti e nei temi con quella di una non meglio identificata (si fa per dire..., ma ne parleremo) Zonin1821 anche per evidenziare che già dal titolo del nostro articolo, a cui, senza regalarci l'agognata "citazione", fa riferimento (Casa Vinicola Zonin con 39.486 azioni BPVi in meno nel 2015, la Fondazione Roi con 39.175 in più: è un caso ma serve chiarezza..."), parrebbe chiaramente una "lite temeraria" l'azione legale preannunciata dalla Roi anche a nome del suo esimio presidente con toni così duri che rendono simile a una pacca sulle spalle la possibilità analoga a cui ha accennato la più prudente (i soldi sono suoi e non del benefattore, ndr) azienda del gruppo vinicolo.Â
Abbiamo pubblicato la nota minacciosa doverosamente ma anche per poterla commentare perchè un collega di prestigio de Il Corriere della Sera, Stefano Righi, aveva ripreso quello che nel nostro articolo abbiamo definito "un caso" e una "coincidenza" e con un tono simile ("È possibile non si tratti delle stesse azioni. Ma la coincidenza è singolare...") beccandosi ora, con tanta... invidia da parte nostra per l'esplicita citazione doppia (mediatica di sicuro, legale vedremo), gli improperi della Fondazione Roi che farebbe meglio a dedicare il tempo a... rifondarsi piuttosto che a spendere altri inutili denari, per giunta con avvocati di grido, e del suo presidente che forse farebbe meglio ad accogliere l'invito rivoltogli da un parroco perchè rimborsi del maltolto, da ex "Roi" della BPVi, i suoi parrocchiani .
Il collega de Il Corriere della Sera, che a Vicenza ha lavorato e trovato moglie, dopo l'ottimo esempio dei numerosi partecipanti di ieri alla presentazione del suo libro "Il grande imbroglio", ha dovuto (ri)scoprire a livello mediatico locale quello scarso "buon gusto" con cui a lui nel testo e al suo quotidiano nel titolo ("Azioni BpVi, Fondazione Roi smentisce Corriere) fa riferimento negativo un clone del nostro quotidiano web mal riuscito anche se il suo direttore, nostro ex "giovane di bottega", è già al suo secondo tentativo dopo un subito morto predecessore.
Tutto questo invece di prendere ulteriore spunto dal polverone mediatico (leggete in fondo una delle varie nostre frasi sulla, pura, coincidenza..., ndr)) che la Fondazione Roi prova ad alzare sulla sua gestione (illiquida come le azioni BPVi) per ricordarle che ancora non ha spiegato come e perchè ha investito tutta la sua liquidità (decine di milioni) sulle azioni della Banca Popolare di Vicenza lasciandone solo 2.000.000 di euro in sei anni come contributi al Chiericati, alla cui cura sarebbe statutariamente tenuta, e spendendone altri 2,5 per l'acquisto dell'abbandonato ex cinema Corso, tutto questo sotto la presidenza della Fondazione da parte dell'ex presidente della allora "Banda Popolare di Vicenza"!
Se a qualcuno, il prima possibile per favore visto che il Cda è sempre quello di prima, tocherà lavorare per ricostituire la cassa a noi non dispiacerà darci da fare per fare pulizia dopo dopo l'ennesimo polverone.
*Cosa vuol dire questa coincidenza (tra azioni acquisite e vendute, ndr)?
Nulla, perchè altri passaggi ci sono tra le innumerevoli società riconducibili a Zonin o a lui vicine, e questi vanno letti con cura perchè potrebbero spiegare tutto e diversamente per una conicidenza che se non fosse tale deporrebbe a sfavore dell'intelligenza, sia pure apparentemente non a buoni fini, di chi l'avesse resa una realtà .
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