Fiumi, Asproso e Dovigo controcanto a due
Giovedi 22 Novembre 2012 alle 15:08 | 1 commenti
Ieri il sindaco berico Achille Variati (Pd) ha aperto un nuovo fronte sulle polemiche seguite alla piena del 10 novembre. Si tratta del fronte relativo alla pulizia dei fondi fluviali. Una querelle che da anni rimbalza da ente a ente in un groviglio di competenze che in qualche maniera fanno pur sempre capo alla regione.
Ma nel calderone delle discussioni che sono seguite alla ondata di maltempo di metà mese non è mancata quella relativa alle schermaglie e ai veti che il mondo ambientalista avrebbe posto in essere per bloccare alcuni interventi necessari proprio a partire dalla pulizia dei fondi. Il j'accuse è rimbalzato dai blog ai social network finendo scodellato, a fianco di brioche e cappuccio, persino nelle discussioni da bar.
E così è lo stesso mondo ambientalista a far sentire la sua con Ciro Asproso, storico rappresentante dei Verdi dell'area berica il quale respinge le accuse al mittente e in più rilancia: «Il letto del fiume è di proprietà del demanio pubblico e qualsiasi intervento da parte di terzi, che si tratti di asportazione di materiali o, al contrario, di impedimento o ostacolo alle operazioni di pulizia è passibile di denuncia con relative sanzioni. I Verdi, sono da sempre in prima linea nella denuncia delle inadempienze e dell’incuria della pubblica amministrazione, contro la cementificazione e impermeabilizzazione dei suoli e per la salvaguardia delle risorse naturali». Asproso poi entra nello specifico bollando come fandonie le dicerie sul conto dei Verdi: «L’idea che gli ambientalisti impediscano la pulizia dei fondi fluviali è una volgare bugia, una mistificazione della realtà , perpetrata ad arte per nascondere le responsabilità di coloro che, sottostimando i danni all’ecosistema, hanno consentito la devastazione del territorio e hanno sperperato il denaro pubblico anziché investirlo nelle opere di risanamento e manutenzione ambientale».
Epperò Asproso non è l'unico a far sentire la sua voce. A parlare è anche Valentina Dovigo, una delle punte di diamante di Legambiente in città : «La nostra associazione da anni si batte per la salvaguardia dei fiumi. Si fa fatica a comprendere chi ci accusa di non volerla. La nostra storia lo dimostra. Ciò non significa che Legambiente non abbia un suo punto di vista su come tali corsi vadano salvaguardati. La pulizia dei fondi, la pulizia dai rifiuti vanno sempre bene. Nel caso di alcuni alvei che dai tempi antichi presentano depositi è preferibile non alterare la situazione, ma comunque in ogni circostanza vanno fatte valutazioni caso per caso. Pensare ad una ricetta unica per tutti mali è da sciocchi. Diverso ancora è il caso di chi con la scusa di rimuovere i detriti si mette a scavare senza controlli e magari senza autorizzazioni». Dovigo di seguito fa chiarezza su un altro aspetto: «Non sempre gli argini in cemento o i rinforzi in cemento sono la cosa migliore. In molti casi contro le piene le arginature alberate offrono garanzie migliori perché facilitano un naturale assorbimento dell'acqua. Sta poi agli enti preposti curare bene la vegetazione che altrimenti muta in sterpaglia informe e pericolosa per la stessa sicurezza. Ad ogni buon conto - prosegue l'attivista - ove possibile sarebbe utile allargare gli argini in modo che la portata aumenti. Il tutto - conclude la Dovigo - deve comunque tenere conto dei cambiamenti climatici. Non si possono impostare politiche serie senza una adeguata pianificazione impostata su basi scientifiche rigorose».
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