Fiom Vicenza: lettera aperta al professor Monti in visita allo stabilimento Fiamm
Mercoledi 6 Febbraio 2013 alle 14:19 | 0 commenti
Fiom Vicenza - Egr. Prof Monti. Siamo convinti che la possibilità di uscire dalla crisi passa solo da una precisa scelta politica e cioè ridare dignità al lavoro e rimettere in cima ad ogni priorità la difesa e la promozione dell'occupazione, soprattutto per i giovani, e il contrasto alla precarietà . Ma la condizione, tanto sul piano della politica, che in quello sociale e del lavoro, è che si ripristini un valore di fondo e cioè il rispetto delle regole e delle Leggi.
Questo vale per tutti a iniziare proprio dai potenti e da chi ha responsabilità di governo tanto della 'cosa pubblica' quanto dell'impresa.
Per questo è inaccettabile, caro Prof. Monti, il suo silenzio in qualità di Presidente del Consiglio ma anche in qualità di leader di una forza politica,candidato alle prossime elezioni, rispetto al comportamento arrogante di Marchionne che, per l'ennesima volta, si permette di non rispettare le sentenze della Magistratura dopo essere stato condannato più volte e da Tribunali diversi per attività antisindacale e discriminazione verso i lavoratori in violazione di Leggi dello Stato e della Costituzione.
Sappiamo tutti, quanti e quali danni sia sul piano sociale che economico, abbia già prodotto al Paese la cultura secondo cui c'è chi si sente al di sopra delle leggi e al di sopra di chi deve farle rispettare.
Per questo è ancor più inaccettabile che Lei abbia aperto la sua campagna elettorale proprio nello stabilimentoo Fiat i Melfi con a fianco Marchionne, legittimando così questi comportamenti.
Noi stiamo dalla parte della legalità e quindi contro chi non rispetta le Leggi (a partire dalla Costituzione), perché, oltre a calpestare gli altri, calpesta il fondamento del nostro essere comunità e paese. Ci dica Prof. Monti: 'Lei da che parte sta?'
Sappia che per noi (e per la Costituzione) i lavoratori devono poter scegliere liberamente a quale sindacato associarsi. Ma devono anche poter decidere sugli accordi che li riguardano. Per questo è necessaria una Legge sulla Rappresentanza e regole democratiche per la validazione degli accordi. Ci sembrano queste condizioni minime di democrazia e di rispetto della dignità di chi lavora; come avviene negli altri paesi europei, altro che vecchiume.
Riforma delle pensioni.
Un anno fa Lei parlava di Rigore, Equità e Sviluppo ma abbiamo visto solo la prima parola e il costo della crisi viene fatto pagare solo lavoratori dipendenti e ai pensionati.
Oggi avrà modo di vedere in carne e ossa alcuni lavoratori metalmeccanici che stanno lavorando in linea di montaggio.
Ha provato ad immaginare cosa può significare lavorare fino a 67 anni nelle linee di montaggio e a turni, compreso il turno notte? (Senza citare i tanti altri lavori pesanti, disagiati faticosi, usuranti) Come può essere equo tutto questo?
Forse a quell'età è possibile continuare a fare il professore ma la inviteremmo a passare un turno di lavoro con quegli operai magari apprende qualche importante nozione che non sta scritta nelle tabelle economiche.
Oltremodo l'allungamento dell'età pensionabile non solo ha penalizzato pesantemente i lavoratori più anziani ma ha anche impedito l'entrata nel mondo del lavoro dei giovani; come dimostrano i dati sulla disoccupazione giovanile.
Per questo serve modificare quella riforma.
Eppure, erg. Prof Monti, ancora Lei parla di allungamento dell'età pensionabile 'effettiva'?
Flessibilità - precarietÃ
Dall'inizio degli anni 2000 ci sono state varie riforme che hanno aumentato di molto la 'flessibilità ' del mercato del lavoro, (con l'introduzione di oltre 40 forme contrattuali precarie) che di fatto si sono tradotte in una condizione di precarietà permanente e di peggioramento delle condizioni economiche e normative per milioni di lavoratori.
Il suo stesso Governo ha attuato un'altra 'riforma' del mercato del lavoro; a partire dalla manomissione dell'art 18 sui licenziamenti illegittimi, da un attacco allo Statuto dei Lavoratori e da una riduzione dei diritti e degli ammortizzatori sociali.
Tutto questo ha forse aumentato l'occupazione, ha fatto crescere gli investimenti, ha migliorato la competitività ? No; anzi i dati, come Lei sa, dimostrano proprio il contrario.
Malgrado questo ancora, nella sua agenda per il prossimo Governo dichiara di voler aumentare la flessibilità che poi significa ulteriore precarietà . Non le sembra questa ricetta sbagliata oltre che ingiusta?
Per dirla con una parola, Prof. Monti, le sue ricette sono in perfetta sintonia e continuità con quelle del precedente governo Berlusconi, anche se presentate con più sobrietà . Sono ricette che, in nome del mercato, tagliano lo stato sociale, privatizzano diritti e beni fondamentali, riducono la democrazia e i diritti delle persone che lavorano, senza per altro intaccare i privilegi della finanza e dei poteri economici.
Sono ricette che, prima di essere sbagliate, sono soprattutto inique, hanno creato forti disuguaglianze e per questo hanno alimentato la crisi anziché risolverla.
Sono queste ricette ad essere 'ferri vecchi da buttare via' e non i sindacati. Sono queste ricette a far ritornare i rapporti di lavoro a una situazione di 60 anni fa.
Sappia, egr. Prof Monti che, qualunque sia il ruolo che Lei o la sua forza politica ricoprirà nel prossimo Parlamento, noi contrasteremo queste scelte.
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