Quotidiano |
Categorie: Sanità, Fatti
Fine vita e accanimento terapeutico, Comitato etico all'Ipab: "non possiamo più chiudere gli occhi". E promotore è un prete...
Lunedi 10 Ottobre 2016 alle 14:44 | 1 commenti
In Italia, nonostante diverse proposte arrivate recentemente in parlamento, non c'è ancora una legislazione che regolamenti il fine vita. E allora all'Ipab di Vicenza si è costituito un comitato etico composto da cinque persone, un gruppo di supporto per affrontare e anticipare le problematiche delle 640 persone non autosufficienti a Vicenza che possono trovarsi in situazioni di casi tra la vita e la morte. Un comitato che avrà compiti di informazione e formazione, un'iniziativa con pochi precedenti in altre realtà che gestiscono le case di riposo. Il comitato è composto dal dottor Daniele Bernardini, ex componente del cda Ipab e attuale membro del comitato etico all'Ulss 6, lo psicologo Paolo Zordan, Paola Sarzo, infermiere all'istituto Salvi, e altre due persone rappresentanti della società civile: Narciso Zocca presidente dell'associazione Dima e Don Aldo De Toni, insegnante di bioetica che è stato anche promotore del comitato.Â
Sì, un sacerdote che "agirà da persona laica - assicura il presidente Ipab Vicenza Lucio Turra presentando il comitato - anche se è un prete cattolico, guarderà prima di tutto alla vita delle persone".  Â
Ma da dove ha origine questo progetto innovativo?
"Papa Francesco con l'anno della misericordia - afferma Turra - ci ha dato la spinta: oggi ci sono situazioni molto più gravi del passato, ci stiamo preparando a diventare una "dependance" dell'ospedale civile di Vicenza; il momento è molto delicato, capita spesso di incontrare persone e famigliari coinvolti con i quali accadono contrasti".
È insomma un passo di coraggio dell'Ipab su un tema delicato:
"Ha senso parlare del fine vita oggi - continua Turra - attrezzandoci attraverso un progetto: non dobbiamo più chiudere gli occhi, la verità è che non siamo eterni, quando una persona ha 95 anni non possiamo più accanirci per tenerla in vita".Â
"Ci sono tanti problemi etici - spiega il dottor Bernardini - che riguardano la vita e la morte: mettere una cannula nel paziente sfocia spesso in conflitti tra dipendenti. Una signora si è strappata per cinque volte il sondino dell'alimentazione artificiale e le è stata legata la mano: dobbiamo insistere e farla sopravvivere a tutti i costi? La scelta è stata di dire basta, era un accanimento, ed è stata accompagnata verso la morte".
"Cerchiamo già  - precisa lo psicologo Zordan - di raccogliere le volontà della persona e dei famigliari tramite psicologi e logopediste, ora l'Ipab si è dotato di strumenti non per raccogliere le volontà , ma per far rispettare la dignità della persona".
"Il comitato non avrà la bacchetta magica - conclude Bernardini - per risolvere tutti i problemi, ma cercherà di usare i metodi della bioetica, criteri che possano essere accettati indipendentemente dalle convinzioni religiose e politiche. Quello che dev'essere chiaro è che noi non vogliamo porci verso i lavoratori con l'atteggiamento dei controllori".
Sono stati poi annunciati per il 24 e 28 ottobre due giornate sulla decontenzione, un progetto per un ridotto utilizzo di cinture o altri mezzi di contenzione dei pazienti puntando ad un benessere fisico della persone. Ed è anche stato attivato un progetto Alzheimer nelle scuole.
Turra chiosa:
"Vicenza è un esempio di carità verso gli altri".
Commenti
kairos
Inviato Lunedi 10 Ottobre 2016 alle 16:38
Mi pare bene che ci sia un prete: un buon viatico e almeno per i vecchietti cattolici.... il paradiso; per oi miscreedent, atei kompagni ecc....si arrangino
Aggiungi commento
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.