Filippin a Zaia: nessuna copertura politica ai tagli del suo governo
Martedi 5 Luglio 2011 alle 19:18 | 0 commenti
Rosanna Filippin, segretario regionale Partito Democratico - Il segretario regionale del Pd replica all'appello di Luca Zaia per convergenze trasversali sul rigore di bilancio. "Zaia invoca convergenze trasversali per affrontare la crisi? Non per dare copertura politica ai tagli del Governo Berlusconi". Rosanna Filippin, segretario regionale del Pd Veneto, replica così alle dichiarazioni del Presidente della Giunta Regionale, che ha indicato l'opportunità di intese trasversali sul rigore di bilancio.
"Il suo - afferma la Filippin - è un appello curioso. Se parliamo di misure nell'interesse del Veneto e dei veneti, noi non ci siamo mai sottratti né lo faremo ora. Semmai è il centrodestra che latita: ogni giorno diventano più urgenti, nell'assestamento di bilancio, le correzioni che chiediamo da tempo, sui capitoli relativi al trasporto pubblico locale, alla scuola e al sociale. Se invece Zaia, ad un anno dall'elezione e malgrado l'indiscussa maggioranza numerica di cui gode, invoca intese trasversali per dare copertura politica agli effetti avvelenati della pseudopolitica economica del Governo Bossi-Berlusconi, allora non ci interessa.
"Lega e Pdl - nota il segretario regionale del Pd - sostengono una manovra che rinvia al futuro le riforme, i tagli ai costi della politica e l'attuazione del federalismo, mentre fa scattare da subito i tagli agli enti locali, le nuove tasse locali, l'aumento delle accise e il blocco delle pensioni. Capisco che queste misure siano imbarazzanti da giustificare per chi gridava "prima il Veneto" e si ritrova il Governo che taglia fondi alla Regione mentre paga milioni di euro per ripulire Palermo: ma rendere presentabile l'impresentabile è un problema di Lega e Pdl, non nostro. Né Zaia può pensare di cavarsela a buon mercato, di fronte alla rabbia delle imprese, assecondandone gli appelli: al Governo ci sono Bossi e Berlusconi, mica i marziani. E Zaia non è un indipendente diventato Presidente per caso, è un uomo di partito che ha condiviso pezzo per pezzo le scelte del Governo Berlusconi. Non può criticare la politica romana a parole e poi sostenerla nei fatti, subendone in silenzio le scelte".
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