Filippi: morti italiani per democrazia afgana
Giovedi 29 Luglio 2010 alle 18:05 | 0 commenti
Alberto Filippi, Lega Nord - Afghanistan: dolorosa fatalità ma paese deve rinascere democraticamente
''Una dolorosa fatalità che al Senato, mentre le commissioni Affari Esteri e Difesa in sessione riunite stavano licenziando il rifinanziamento alle missioni all' estero, venivano commemorati dal ministro La Russa i due nostri soldati morti ieri in Afghanistan''.
Cosi' il vicepresidente della Commissione Esteri del Senato, Alberto Filippi (Lega) interviene sulla missione in Afghanistan e sulla morte dei due nostri soldati.
''Sorge spontaneo domandarsi il perchè di queste missioni - annota Filippi - e in special modo il perchè alla missione in Afghanistan. Ma - a parere del vicepresidente della Esteri di Palazzo Madama - sono proprio i momenti di difficoltà e di dolore che devono rafforzare nel comune pensiero la bontà dell'appartenenza ad una forza di militare che la comunità internazionale ha deciso all' indomani degli attacchi dell' 11 settembre"'.
Bisognava, ricorda Filippi, ''togliere 'l'hub' del terrorismo internazionale situato proprio nelle terre afgane affinchè non si ricostituisse la base organizzata terroristica islamica che troppo dolore e troppi morti ha causato nei paesi occidentali. Il nostro Paese si è impegnato a livello internazionale - sottolinea il senatore della Lega - ed è buona abitudine mantenere la parola data anche e soprattutto quando, per far questo, occorre pagare un prezzo altissimo".
La sfida come ricordato il 20 luglio nella conferenza internazionale di Kabul ''è quella di accompagnare il paese afgano, orientativamente fino al 2014, in modo da consentire al futuro governo una civile gestione o governance del territorio. In questi anni - ricorda Filippi - l'impegno sarà più istruire che non combattere e non è un caso che il generale americano Petraeus, complimentandosi con i vertici militari italiani circa l'efficienza e l'efficacia del lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne in campo afgano, abbia richiesto un incremento nel nostro contingente di qualche centinaio di carabinieri avendo testato la bravura nell'addestramento delle forze di sicurezza afgane".
Sarà quindi un percorso di riconciliazione che riguarda tutti i comandanti talebani moderati anche, a parere del senatore Filippi ''utilizzando la mediazione pakistana". È inoltre primario costituire aree produttive e sociali nel paese perchè spesso, ''è proprio la mancanza di lavoro, la mancanza di giudici capaci di garantire la tutela del diritto, la presenza di troppa corruzione a livello istituzionale che crea il terreno fertile per i talebani. L'obiettivo quindi - aggiunge infine - è che questo ancora non-Stato, diventi uno Stato con tutte le regole democratiche e i nostri 4 mila italiani sapranno dimostrare di saper apportare il contributo fattivo di democrazia e di civiltà nel rispetto della cultura locale. Non dimentichiamo che in Afghanistan vivono 700 famiglie dedite alla coltivazione dell' oppio, fonte di ricchezza dei talebani estremisti e delle mafie internazionali''.
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