Filippi e il Vicenza calcio: politica, affari e non solo "C'è chi non mi vuole presidente del club che amo"
Mercoledi 9 Giugno 2010 alle 11:31 | 0 commenti
Intervista esclusiva al Sen Alberto Filippi su Vicenza Calcio, politica, affari e gossip (foto VicenzaPiù).
Tra novembre e febbraio sembrava che per Alberto Filippi l'ingresso nel Vicenza Calcio fosse imminente. Poi tutto sfumò, a causa - secondo il senatore leghista - di alcune dichiarazioni del vicepresidente Polato, ritenute altamente denigratorie dal diretto interessato. Ora che da più parti si fa nuovamente il nome di Filippi come possibile presidente biancorosso, ogni richiesta di conferma lo trova abbottonato. Troppo forte il timore di un nuovo stop a una trattativa che i ben informati dicono essere a buon punto, anche grazie al supporto di una cordata indo-americana alle spalle del politico vicentino, con il mediatore indiano Sasi Kumer e l'italo-australiano Morris Pagniello a tirare le fila. Ma alla fine qualcosa emerge comunque. Partendo dal passato.
"Quando trapelarono notizie sul mio interessamento all'acquisizione - esordisce il senatore - mi ritrovai a subire una serie di attacchi politico-giornalistici senza precedenti. Si tirarono in ballo su di me falsità inaudite. Facilmente smontabili, ma con un'eco devastante per l'opinione pubblica. Titoli roboanti in prima pagina sui giornali, che riportavano balle colossali. Alle scarne rettifiche veniva invece riservato solo un trafiletto. Alla fine non potei che constatare un disegno preciso, dietro tutto questo".
Quale? A giudizio del senatore è presto detto: denigrare il politico-imprenditore rampante, la new entry vincente, costringerlo al ridimensionamento lanciando messaggi trasversali in grado di colpire sia la sfera privata che l'uomo di stato. "Un quarantenne laureato, realizzato, in ascesa nel lavoro e in politica, fiero di dare il proprio contributo alla vicentinità , può dar fastidio a molti. Le vittorie dei sindaci del basso vicentino da me sponsorizzati, la vicepresidenza della commissione Esteri del Senato, il tentativo di scalata al Vicenza Calcio hanno aumentato l'ostilità nei miei confronti. Così sono cominciati attacchi personali, oltre che nei confronti delle mie società ".
Filippi ripercorre alcune tappe salienti del suo primo tentativo di ingresso in via Schio: "Dovevo incontrare Cassingena il sabato, quando un martedì mattina trovai sui giornali gli insulti del signor Polato nei miei confronti. Era la terza volta che ciò accadeva in breve tempo, l'ultimo pretesto fu la carta intestata del Senato, da me utilizzata per inviare un'offerta d'acquisto. Tirò in ballo predecessori illustri, come Spadolini e altri politici della prima Repubblica, esaltati nel confronto con me, e mi schiaffeggiò moralmente". Ma a chi giovarono questi colpi bassi? Sul fatto che l'avvocato fosse manovrato da qualcuno nella sue uscite "oltraggiose", Filippi esce con un laconico "no comment". Le malelingue fanno riferimento a colleghi politici, non necessariamente della parte avversa (una fronda interna al partito, magari con la Dal Lago in testa?).
Messe da parte le critiche dell'allora vicepresidente, dimessosi una settimana fa, che Vicenza si trovava di fronte Filippi? "Quella di novembre era una squadra in salute, ancora potenzialmente in grado di lottare per la serie A. Quindi con un valore alto, non paragonabile all'attuale, quello di una formazione che ha lottato fino all'ultima giornata per non retrocedere in Lega Pro. Una squadra vale per i risultati, non certo per quanto la si è pagata inizialmente". Le parole del Senatore sembrano un messaggio neanche tanto subliminale. Traduciamo: nel caso di un suo nuovo interesse d'acquisto, non si pensi che le cifre possano essere quelle di novembre o d'inizio anno. "All'epoca dell'offerta ragionai con il cuore, che è un pessimo modo di fare affari, la conclusione è quasi sempre disastrosa. Ma quelli biancorossi sono i miei colori, decisi comunque di procedere. Il trattamento ricevuto da Polato (non da Cassingena, con il quale conserva ottimi rapporti, ndr) mi fece desistere definitivamente".
Ma può un affare di milioni di euro saltare per una parola di troppo di un vicepresidente senza quote in società ? Difficile secondo il tifoso comune. Il senatore tira allora in ballo... Mario Balotelli. "Chiedo: al tifoso dell'Inter, nel corso di questa stagione, ha fatto più male il Balotelli che ha sbagliato un gol già fatto, o piuttosto quello che ha gettato a terra la maglia dopo la partita con il Barcellona? Il danno morale è ben più grave di quello sportivo. È stato esattamente così anche per me, voglio che i tifosi vicentini lo sappiano: ancora prima di iniziare un'ipotetica avventura, mi sono ritrovato pugnalato da parole pesantissime, pronunciate nel corso di in una conferenza stampa ufficiale. Se parto in un'operazione dove economicamente so di rimetterci, perché a questo oggi si va incontro acquistando una società di calcio, pretendo almeno soddisfazioni di tipo morale".
L'ultima stoccata è di quelle che sembrano regolare un conto in sospeso. "Che cosa penso oggi di Polato? Gigi mi è simpatico, lo stimo pure. Io però non lo farei membro del consiglio di amministrazione nemmeno dell'ultima bocciofila sperduta nell'ultimo paese africano", la lapide del senatore di Arcugnano. Fin qui la cronaca di ieri. Ma l'oggi parla dell'uscita di Polato dai ranghi societari del Vicenza, secondo alcune voci costretto a farsi da parte proprio per riaprire la trattativa con l'imprenditore della chimica.
Sono maturi i tempi per l'assalto decisivo? Come detto l'abbottonatissimo Filippi nega ogni spiraglio di acquisizione del Lane. Eppure leggendo tra le righe qualcosa traspare. Niente acquisto, d'accordo, ma se fosse qualcun altro a entrare e a offrire la presidenza al politico vicentino? "No comment", la risposta, pronunciata con un largo sorriso stampato. Poi l'aggiunta: "Oggi, comunque, non ci sto pensando". E il prossimo 2 luglio, prima data utile per l'ufficialità , dato il vincolo posto dalla precedente proprietà inglese? "Oggi (calcando la voce sulla parola, ndr) non ci sto pensando", la nuova replica, che vale come un'ammissione.
Qualcosa di più si potrebbe sapere presto, addirittura tra qualche giorno. La distanza tra le parti pare infatti minima. Dovessero arrivare le firme, i tempi dell'ufficialità subirebbero una brusca accelerazione, date le tante questioni tecniche e organizzative sul tappeto: allenatore, campagna acquisti, l'eventuale nomina di un nuovo direttore generale, solo per citarne alcune. Tutte questioni difficili da affrontare in un clima di incertezza. Non resta che aspettare...
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