Inchieste | Categorie: Politica

Fiamma e martello

Di Giulio Todescan Domenica 19 Luglio 2009 alle 08:21 | 0 commenti

La crisi, il Dal Molin, l'immigrazione. Voce ad Ezio Lovato (Rifondazione Comunista) e Tommaso Soldà (Fiamma Tricolore)

Seconda puntata dell'inchiesta sulle «minoranze dimenticate» della politica vicentina. Questa settimana - dopo Sinistra e Libertà e il comitato Salviamo l'aeroporto dello scorso numero - ci occupiamo di due ali estreme dello spettro politico, Rifondazione Comunista e Fiamma Tricolore.

 

Comunisti di tutta Italia, unitevi...


Rifondazione ComunistaRifondazione a Vicenza è una realtà poco visibile (sicuramente meno che in altre aree della provincia, Schio in primis), ma mantiene una voce importante nel consiglio provinciale, dove nel 2005 è stato eletto Emilio Franzina (in una lista proto-arcobaleno che comprendeva anche i verdi e i Comunisti italiani). Ne parliamo con Ezio Lovato, segretario provinciale del Prc.


«A livello nazionale è in atto, dopo la rottura con il Pd, e riteniamo che sia la linea corretta, un processo di federazione con i Comunisti italiani - dice Lovato -. La maggioranza dentro la federazione di Vicenza fa capo a una delle aree interne, quella dell'Ernesto, che da sempre spinge e lavora per una riunificazione dei due partiti comunisti, ma non solo, una ricomposizione di tutta la diaspora comunista, il partito di Ferrando, Sinistra Critica, una serie di soggetti frantumati negli ultimi anni per questioni di alleanze». Fin qui nessuna novità: la «lista anticapitalista» però non ha raggiunto il quorum alle europee. Ma il processo di riunificazione non si ferma, nemmeno a livello locale. «Dopo anni di scissione, con i Comunisti italiani sono parecchi anni che si lavora assieme, condividendo linee e poi andando a trattative con gli altri partiti. Abbiamo dato vita a un coordinamento provinciale che vede le due segreterie provinciali riunirsi una o due volte alla settimana - continua Lovato -. Sabato c'è l'iniziativa sulla federazione della lista delle europee, la posizione nostra è andare oltre alla federazione, lo sbocco non può essere che un unico partito».
Fin qui le alchimie interne. Ma fuori dalla porta della sezione c'è una crisi economica che impazza, e soprattutto una Lega che, in tutti i paesi del vicentino, fa incetta di voti dei lavoratori. La classe operaia è diventata verde? «E' evidente che spesso quelli che un operaio arriva a considerare i suoi problemi principali sono indotti dai mass media, perché se continuiamo a leggere di una delinquenza in continua crescita e poi la questura ogni anni espone numeri di reati in costante diminuzione, beh, vuol dire che qualcuno ci gioca sporco - afferma il segretario -. Poi scopriamo che nel mondo della concia piuttosto che nell'orafo ci sono imprenditori che evadono milioni e milioni di euro, come dalle recenti inchieste. E poi ci lamentiamo che collassa lo stato sociale».
Da arzignanese, Lovato non si fa sfuggire una stoccata alla nuova amministrazione leghista: «Ho visto sui giornali la foto di un gruppo di imprenditori della concia che hanno evaso circa 13 milioni di euro. Ho visto le facce e le ho confrontate con le foto del giorno della vittoria del nuovo sindaco di Arzignano. Sono le stesse facce. Se si parla di illegalità bisognerebbe praticarla sul serio».
Il divario fra idee e mezzi è però enorme - lo ammette lo stesso Lovato - anche perché la mancanza di parlamentari ridurrà i fondi in maniera drastica. «Bisognerà riprendere ad autofinanziarsi - allarga le braccia - Il lavoro deve essere di lunga lena, per invertire la tendenza ventennale che ha portato l'attenzione della classe operaia dal conflitto capitale-lavoro a quello strumentale fra lavoratori italiani e stranieri».
La crisi però, insistiamo, batte alla porta, e settembre, secondo molti osservatori, sarà un mese campale per la chiusura di fabbriche e la scadenza degli ammortizzatori sociali. «Abbiamo recuperati una serie di dati della Regione, sono impressionanti: nei primi cinque mesi del 2009 18mila posti di lavoro nel vicentino se ne sono andati. I piccoli artigiani, la spina dorsale nostra, non usufruiscono della cassa integrazione. Io ho inviato una lettera aperta al neo sindaco di Arzignano: prevedendo sorprese brutte nel comparto della concia, ho suggerito di lasciare perdere le ronde e di attivarsi per trovare risorse per il comparto produttivo. Certo, la mancanza di una sinistra in periodo di crisi fa sì che la destra possa crescere. Basta incolpare un nemico, in questo caso il lavoratore immigrato».
Prendiamo per buono il tentativo di convincere il primo cittadino della città del Grifo, mentre Lovato informa che il partito sta elaborando un'analisi della crisi in provincia, sulle cui basi andrà a dialogare con i sindacati e con i partiti di centrosinistra, per tradurlo poi in proposte concrete. Ma, chiediamo, l'autunno caldo non porterà a una ebollizione nelle fabbriche? «Il clima nelle fabbriche è di paura, ce lo dicono i nostri compagni nei consigli di fabbrica - dice Lovato - Gruppi di lavoratori sono stati chiamati in direzione e gli è stato detto: vi licenziamo in tronco, il reparto chiude, chiamate chi volete, è così. Senza cassa integrazione né mobilità. E' indice di un aumento dell'aggressività dell'impresa verso i propri dipendenti. La novità è che questo avviene in una realtà dove c'era una simbiosi stretta fra salariato e padroncino». Insomma, il vento potrebbe cambiare. «Il sessantotto è partito a Valdagno con l'abbattimento della statua del conte» sospira Lovato a metà fra il serio e l'ironico.
Arriviamo a Vicenza città: «A Vicenza c'è un circolo di Rifondazione che ha problemi da sempre, per dissensi interni, ha subito rotture con Germano Raniero e l'ex segretaria di circolo Franca Bassanese, poi si è staccata la componente di Patrizia Cammarata, Alternativa Comunista - ricostruisce Lovato - Adesso però c'è una nota positiva: abbiamo un gruppo consistente di giovanissimi, una ventina di nuovi iscritti che fanno ancora le superiori. Speriamo che maturando facciano crescere il circolo vicentino».
Lo spezzone di Rifondazione, intanto, si è rivisto a una manifestazione No Dal Molin, quella del 4 luglio, dove c'era anche il segretario Ferrero. Una decisione, quella di partecipare, presa all'ultimo momento. «Condivido le critiche del Presidio a Variati. C'è un lento modificarsi della posizione del sindaco, che dal No si sposta verso la richiesta di indennizzi più ampi possibili. Non la condividiamo, non era il suo impegno con gli elettori. Ora si è innestata anche la lobby trasversale di Alifuoco. La conosciamo da tempo, sappiamo cosa ci sta dietro. Cinzia Bottene ha detto che si tratta del "Piatto per Vicenza", beh, mi sembra una definizione azzeccata».
Altro tema su cui Variati si è speso molto in termini di immagine è la sicurezza, sul quale, dice Lovato, «mi sembra che non sia cambiato nulla rispetto all'epoca Hüllweck, che pure era molto criticato dal centrosinistra». Tutta scena, secondo Lovato, le ordinanze anti prostituzione, quelle contro i mendicanti («mi fa specie che siano proposte da un cattolico come Variati»). come anche le ronde. «Se si vogliono identificare i clandestini, si mandino i vigili nei cantieri edili - propone - Ma allora ci andrebbe di mezzo il datore di lavoro, e allora non si fa».


A destra del centrodestra

 

Fiamma TricoloreAll'estrema destra della politica vicentina c'è Fiamma Tricolore, il movimento di osservanza post-missina (ma non moderata) guidato da Luca Romagnoli a livello nazionale, da Pietro Puschiavo in Veneto e da Tommaso Soldà a Vicenza e provincia.
Un movimento piccolo ma molto geloso della sua identità, che non va confuso con altri «cespugli» della destra estrema, come Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini - il cui leader a Vicenza è Alex Cioni - che si è federato recentemente nel Popolo delle Libertà berlusconiano. «Ci sono state anche alleanze recentemente: alle politiche del 2008 eravamo con la Destra di Storace, alle ultime regionali con Azione Sociale, nel 2006 eravamo con il Polo delle Libertà - spiega Soldà -. A Verona poi siamo nella lista Tosi insieme alla Lega, dove abbiamo eletto un rappresentante in consiglio comunale». Proprio Verona sembra essere l'esempio di amministrazione locale più ammirato dalla Fiamma vicentina. Che comunque, a livello nazionale, rimarca le differenze con il centrodestra al governo: «Ci teniamo al nostro simbolo e alle nostre particolarità. Siamo differenti dal centrodestra: in politica estera siamo per l'uscita dell'Italia e dell'Europa dalla Nato, ma anche nella politica economica non ci va a genio il governo, siamo molto attenti al sociale e non ci piace la politica ultraliberista che è preponderante in buona parte del governo. Poi abbiamo molti argomenti in comune con il Pdl e con la Lega. A livello locale ci troviamo spesso d'accordo».
Cosa non va nel governo Berlusconi? «Il problema sono le politiche sociali, gli aiuti alle famiglie - dice Soldà -. La social card non è stato un provvedimento molto incisivo, si doveva fare molto di più». Non è troppo duro, però il giudizio complessivo sul governo Berlusconi. Dietro l'orgoglio della differenza, c'è ammirazione per molte iniziative governative: «Devo dire che il governo attuale sta facendo molto meglio rispetto al precedente Berlusconi. Innanzitutto sul tema sicurezza e immigrazione, anche se gli sbarchi sulle nostre coste non sono diminuiti di molto, ma almeno si muove qualcosa. Siamo stati piacevolmente colpiti anche da come il premier ha gestito la crisi con la Georgia, perché Berlusconi non è stato filoamericano come sempre, ma ha saputo mediare. Non vogliamo che l'Italia abbia una visione a senso unico: dobbiamo guardare alla Russia e ai paesi arabi, non facendo le crociate contro l'islam come invece hanno fatto i neo-con americani. Il problema semmai è l'islam a casa nostra che impone certe usanze, non certo quando sta a casa sua». Insomma, il solito refrain: aiutiamoli a casa loro, ma per favore non venite a cercar lavoro e a pregare fra le nostre contrade. A questo punto la domanda sorge spontanea: ma non fate prima a confluire nella Lega? «Siamo in buoni rapporti con il Carroccio in alcune città, ma non andiamo d'accordo in molte cose - risponde Soldà -. In politica estera, come ho già detto, ma anche sul sentimento nazionale e l'idea di organizzazione dello stato, siamo molto distanti. Di federalismo si può parlare, ma la Padania non ha un senso storico. Al massimo si può parlare di Veneto, di federalismo su base regionale. La pensano così anche molti leghisti».
Caliamo sulla realtà locale, partendo dal tema caldo degli ultimi anni, il Dal Molin. Da sempre contrari, quelli della Fiamma Tricolore, ma non per pacifismo né per motivazioni ambientali o urbanistiche. Tutt'altro: loro vedrebbero bene una base sull'area dell'ex aeroporto. Sì, ma italiana, o al massimo europea. «Siamo contrari ma abbiamo sempre evitato di fare iniziative, al massimo volantinaggi e comunicati stampa, perché non vogliamo che siano strumentalizzate - dice Soldà -. Alex Cioni ci ha provato a entrare nel movimento, ma è stato subito cacciato, perché la protesta è stata cavalcata dall'estrema sinistra. Noi lo abbiamo capito subito». La posizione sulla base Usa, stranamente, si avvicina alle ultime dichiarazioni di Variati, che ha aggiustato il tiro del suo No, puntando sulle compensazioni per la città: «Una posizione di buon senso, perché è inutile portare in città manifestazioni che recano disturbo, ormai la decisione è presa e la colpa è stata del governo Prodi» dice Soldà.
Su un altro punto Fiamma Tricolore rema contro il governo nazionale e locale: le ronde. «Siamo assolutamente contrari, pensiamo che sia lo stato che deve garantire la sicurezza dei cittadini. Le ronde sono un'ammissione dello stato di non saper fare il proprio dovere. Possono diventare un pasticcio, un problema per la polizia che deve andare a salvare i rondisti che si mettono nei guai. Un sindaco di sinistra che parla di ronde, poi, è un po' sospetto». Nessuna parentela, poi, nemmeno con quelle «ronde nere» di Gaetano Saya, leader del piccolo movimento Nuovo MSI. Giubbe marroni e aquile minacciose, in un video fra il preoccupante e il grottesco che ha spopolato su YouTube. «Non c'entriamo assolutamente nulla. Saya è un figuro ambiguo, si proclama massone, dice di essere un ex poliziotto - dice Soldà -. Di sicuro ha qualche buona conoscenza in Alleanza Nazionale che gli ha permesso di usare il simbolo originale della fiamma, che tuttora appartiene ad An. Noi invece siamo costretti a usare un simbolo simile, una fiamma ma non quella del vecchio Msi. Le sue ronde le consideriamo una pagliacciata». Chi di fiamma ferisce...

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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