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Festa e diritti della donna, Bizzotto: mostruosità integralismo islamico il vero pericolo

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 7 Marzo 2011 alle 18:04 | 0 commenti

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Mara Bizzotto, Lega Nord  -  Ogni festa e ogni ricorrenza vanno celebrate soprattutto con l'impegno pratico, altrimenti il ricordo fine a sé stesso di una data, di un avvenimento particolare nella storia dell'umanità, rischia di diventare una vuota convenzione, destinata a spegnersi col passare del tempo.
Ecco perché penso che il modo migliore di celebrare la Festa della Donna, quell' 8 marzo che ci ricorda ogni anno un tragico avvenimento in cui decine di donne lavoratrici persero la vita mentre erano sul posto di lavoro, sia quello della pratica quotidiana e dell'impegno, reale e concreto, per affrontare i veri problemi della condizione femminile nella società contemporanea.

Quest'anno cade il Centenario dell'istituzione della Giornata della Donna: vorrei quindi cogliere questa particolare occasione per fare il punto della situazione, secondo il mio punto di vista, da donna impegnata in politica che in molti casi si trova di fronte alle problematiche dell'universo femminile in tutte le sue angolature e di fronte alla responsabilità di discutere e votare provvedimenti normativi che possono cambiare la vita delle donne in Italia e in Europa. Tra le tematiche che, come Parlamentare Europea, ho finora approfondito, due rappresentano altrettanti casi emblematici della questione femminile che oggi, con urgenza e con grande spirito pratico, vanno compresi a fondo, affrontati e risolti, se non vogliamo che la ricorrenza odierna finisca lentamente nel serbatoio delle feste in cui, alla pompa delle manifestazioni e delle celebrazioni ufficiali, non corrisponde nulla di concreto ed utile.
Di tutte le questioni ancora aperte, particolarmente delicate, molta strada è da fare sul piano della conciliazione famiglia-lavoro. Oggigiorno, soprattutto in Italia che è agli ultimi posti in Europa per il numero di mamme lavoratrici, una donna non è ancora in grado di potersi dedicare pienamente alla propria realizzazione professionale, per mancanza di adeguate politiche familiari, per carenza di mezzi finanziari pubblici a supporto della maternità, o forse anche per una forma di pregiudizio culturale e antropologico lungi dall'essere sconfitto, per cui la donna non viena messa sullo stesso piano dell'uomo quanto a prospettive lavorative e di carriera, presa com'è dai suoi doveri naturali di madre. Eppure, non è impossibile creare un quadro normativo e culturale favorevole a che le donne possano conquistare il giusto posto nella società e nel mondo del lavoro, senza per questo andare a scapito del compimento delle mansioni familiari e materne. Lo dimostrano gli esempi di Paesi, come quelli dell'Europa del Nord, che tradizionalmente si distinguono per gli alti tassi di occupazione femminile e una buona presenza delle donne nei ruoli dirigenziali e di alta responsabilità, nel pubblico e nel privato.
Oggi, guardando agli sconvolgenti accadimenti che hanno luogo nel Nord Africa e ai timori di un'ulteriore deriva islamista di buona parte dell'area mediorientale, non posso non richiamare l'attenzione sulla condizione della donna nel mondo arabo-musulmano. Nessuna di noi deve dimenticare che ogni giorno, in quella parte del mondo e, purtroppo, ormai anche in casa nostra -data la massiccia presenza di immigrati musulmani nei nostri paesi- episodi di violenza inaudita contro le donne hanno luogo senza che tante strampalate femministe occidentali battano ciglio, in nome di una malintesa e pericolosa forma di multiculturalismo.

Non solo in Pakistan, Sudan, Afghanistan, Arabia, ma anche in Italia, in Veneto come in Lombardia, si moltiplicano all'interno delle comunità musulmane i casi di delitti d'onore, di mutilazione genitali femminili, di matrimoni combinati soprattutto di minorenni, di aggressioni e violenze domestiche di ogni genere contro le donne, le mogli, le figlie che vorrebbero emanciparsi ed integrarsi nel nostro mondo. Si tratta di una realtà che, se fino a pochi anni fa poteva interessare relativamente le nostre società, oggi investe in pieno la nostra dimensione sociale, culturale e politica.
La violenza del radicalismo islamico non è più soltanto un fenomeno lontano, che colpisce milioni di donne distanti anche fisicamente da noi: oggi questa violenza colpisce anche le nostre vicine di casa, le compagne di classe dei nostri figli, e dobbiamo reagire, per la Donna e per le donne tutte, noi stesse comprese, affinché il mostro dell'integralismo islamico, fatto di odio e sessismo, non intacchi i valori fondanti della nostra società.
Cominciamo adesso, quindi, ad impegnarci nel concreto, nel vissuto di ogni giorno, ognuna nella propria posizione, perché la celebrazione di questa Festa significhi innanzitutto tutelare la dignità e la libertà della donna contro la barbarie del fanatismo islamico che considera le donne alla stregua di schiave. E' questo il vero pericolo contro il quale dobbiamo lottare tutte insieme, per impedire che i nostri diritti e le nostre libertà vengano cancellati e sopraffatti dal barbaro integralismo di chi vorrebbe riportare indietro le lancette della Storia.

 

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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