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FdI-An Vicenza all'attacco: "decalogo per gli extracomunitari e no ai matrimoni gay"

Di Edoardo Andrein Venerdi 31 Ottobre 2014 alle 13:52 | 0 commenti

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Un decalogo (foto) con delle regole per gli extracomunitari "ospiti" dell'Italia, un'iniziativa che parte da Vicenza ed è stata condivisa e fatta propria dalla direzione nazionale del partito. "Lo andremo a distribuire in tutte le piazze e i luoghi più frequentati dagli extracomunitari, per favorire più possibile l'integrazione" hanno spiegato per Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale i due vicentini della direzione provinciale e, rispettivamente, nazionale del partito Mattia Ierardi e Sergio Berlato.

Ma il fronte su cui si battono i rappresentanti di FdI-An è anche la "assoluta contrarietà" contro il matrimonio e le adozioni per i gay, mentre c'è un'apertura per le unioni civili perchè "bisogna evidenziare la differenza tra le due cose, che non possono essere equiparate assolutamente" ha spiegato Ierardi. 
"Per noi la famiglia è solo tra un uomo una donna e dei figli, così come il matrimonio" ha ribadito con convinzione Berlato. 
Ora manca il... decalogo anche per i gay.
 
Fratelli d'Italia Alleanza nazionale - Ribadiamo la nostra contrarietà ad ogni ipotesi di equiparazione tra le unioni civili ed il matrimonio, così come rimane ferma la nostra netta contrarietà nei confronti di qualsiasi altra forma giuridica che avvii un processo di equiparazione tra il matrimonio e le unioni civili, utilizzando in modo artefatto una diversa dicitura.

Riteniamo che le unioni civili siano uno strumento per arrivare surrettiziamente ad una completa equiparazione al matrimonio e successivamente garantire l’accesso alle adozioni fino alla procreazione surrogata per avere dei figli.

Il matrimonio, così come previsto dal nostro ordinamento, non ha lo scopo di tutelare i legami affettivi. Le tutele previste dal matrimonio derivano dall’ interesse dello Stato di sancire il riconoscimento formale di uno status privilegiato ai coniugi (il favor familiae previsto dalla Costituzione).

Ribadiamo dunque che il matrimonio non è un “diritto”, bensì il riconoscimento di particolari tutele che lo Stato concede alle coppie che intendono formare un nuovo nucleo familiare,  non in virtù del legame affettivo che intercorre tra i due soggetti, ma perché la famiglia rappresenta il nucleo fondante della società e pone le migliori condizioni ai fini della procreazione. Questo perché la natalità rimane la prima risorsa di uno Stato ed è un bene da tutelare.

Un ordinamento giuridico che prevedesse la tutela dei legami affettivi, dovrebbe normare, ad esempio, anche l’amicizia.

Il tasto su cui si batte più frequentemente per procedere ad una rapida approvazione delle unioni civili, riguarda il diritto alla successione del partner del defunto e la possibilità di accedere alla pensione di reversibilità. Questi Istituti sono stati previsti nel matrimonio, proprio per assicurare le necessarie risorse al coniuge e ai figli per continuare a vivere dignitosamente. Nel momento in cui il Parlamento ha pesantemente limitato l’istituto della reversibilità tra coniugi con elevata differenza di età, proprio per evitare matrimoni aventi come unico scopo una vera e propria truffa allo Stato, non possiamo non notare l’inopportunità di concedere tale beneficio, altamente oneroso per la collettività, a persone legate da un semplice vincolo affettivo che non è misurabile o quantificabile e non rientra negli interessi dello Stato.

Risulta altrettanto evidente che il fine ultimo dei sostenitori di queste riforme sia il raggiungimento di uno status tale da garantire alle coppie omosessuali la possibilità di avere dei figli. Riteniamo che il desiderio di genitorialità delle coppie omosessuali sia una forma di egoismo che non tiene conto del diritto di un bambino di avere un padre e una madre. Non vogliamo una società dove i figli si fanno scegliendo su un catalogo i donatori di semi e di ovuli da fecondare e far crescere in “madri incubatrici” lautamente pagate per il servizio concesso. Il nostro obiettivo rimane quello di garantire dignità e futuro a milioni di famiglie italiane in difficoltà e milioni di giovani che non possono costruirne una. Nonostante la denatalità ormai allarmante, il Parlamento rimane mesi a discutere sui “diritti” da riconoscere a chi è unito da legami affettivi e non si preoccupa di implementare politiche per garantire adeguato sostegno a chi intende mettere su una famiglia e crescere dei figli. 

Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale chiede da tempo:

  1. Introduzione del quoziente familiare per un calcolo dei tributi fatto sul complesso della famiglia e sul suo carico sociale e non sulla singola persona;
  1. Abbassamento dell’Iva al 4% per i prodotti per l’infanzia
  1. Bonus scuola per far scaricare il costo dell’istruzione a chi opta per le scuole parificate;

 Per la realizzazione di tutto questo è necessario fare uno sforzo che vada oltre gli 80 euro di mancia annunciati da Renzi, occorre guardare alla denatalità come una vera e propria emergenza del sistema paese e chiedere con forza all’Unione europea la ritrattazione della gestione e assegnazione dei fondi strutturali. Sappiamo bene che ogni anno lasciamo miliardi di Euro nelle casse europee perché non siamo in grado di spenderli per mancanza di progetti. Il Governo deve attivarsi per fare in modo che quei fondi vengano destinati al sostegno di politiche a favore della famiglia e della natalità.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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