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FdI-An in piazza contro "l'invasione di immigrati". E sulla corruzione: "arriva seconda ondata nella sanità"
Venerdi 17 Ottobre 2014 alle 14:40 | 0 commenti
Il Coordinamento provinciale di Vicenza di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ha presentato la manifestazione nazionale che si terrà a Reggio Calabria, domani 18 ottobre, per dire “basta immigrati, pensiamo agli italianiâ€, nel primo anniversario dell’operazione Mare Nostrum. Per l'occasione FdI-An di Vicenza andrà anche sul territorio a spiegare l'iniziativa con un gazebo in programma domenica dalle ore 14 alle 17 in contrà Cavour a Vicenza, per raccogliere anche le firme contro la corruzione.Â
"Gli accusati dell'inchiesta Mose - ha fatto notare Sergio Berlato, affiancato da Mattia Ierardi e Alberto Filippi - hanno tutti patteggiato e quindi ora sono dei pregiudicati".
Un Berlato che poi confida: "è imminente la seconda ondata sulla corruzione con il filone sanità ".
I rappresentanti di FdI-An fanno poi capire le loro intenzioni in vista delle elezioni regionali 2015: "non faremo alcun apparentamento con chi è stato coinvolto nella faccenda Mose, i nostri "paletti" rimarranno fermi su chi chi gestisce male i soldi pubblici in un periodo di crisi economica come questo". Â
E l'ipotesi di un sostegno a Zaia come lo vedono? Risponde Filippi, che è anche da pochi giorni nuovo membro della Direzione Nazionale di Fratelli d'ltalia -Alleanza Nazionale:
"Zaia, fino a prova contraria, non è implicato nell'inchiesta Mose, non è colpa sua se aveva in casa delle persone che l'hanno tradito".
Ma con Zaia una battaglia comune è sicuramente quella contro Mare Nostrum e l'immigrazione.Â
"Una battaglia che nell'area del centrodestra siamo gli unici a difendere" ha detto Ierardi. Poi Berlato spiega:Â
"Mare Nostrum è un'istigazione a delinquere, un modo per invogliare gli scafisti a incrementare il flusso migratorio; comprendiamo il dramma delle persone che scappano dalla guerra, anche se non è sempre così perchè spesso vengono qui a delinquere, ma chiediamo che la comunità internazionale faccia investimenti nei Paesi d'origine, ci sono già troppi disperati italiani e non siamo più in condizioni di poterli aiutare: torneremo a farlo quando le condizioni economiche in Italia saranno quelle di una volta".
E in conclusione Filippi, a titolo personale, aggiunge:
"Bisognerebbe mandare i nostri soldati sulle loro coste per non far partire i barconi".
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