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Fascismi e comunismi: chiarire ciò che c'è da chiarire e senza retorica, l'Italia ha bisogno anche di questo

Di Italo Francesco Baldo Venerdi 14 Luglio 2017 alle 08:50 | 0 commenti

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Qualche rilievo e qualche polemichetta retorica è stata sollevata per la vicenda di Sottomarina e dell'esposizione di ritratti e frasi del Capo del governo, dal 1922 al 1943, Benito Mussolini. Con frasi sempre eguali si stigmatizzano coloro che ancora parlano e ricordano il capo del fascismo italiano, che nacque quasi costola del Partito socialista Italiano alla fine del primo conflitto mondiale, connotando la sua prospettiva di movimento a due obiettivi: combattere la possibilità che il comunismo bolscevico potesse attecchire in Italia mercè le figure di A. Gramsci, P. Togliatti, A. Bordiga ecc. che nel 1921 fondarono il Partito Comunista d'Italia (Sezione della Internazionale Comunista) e la corruzione dilagante dei governi liberali incapaci di risolvere a tutti i livelli i problemi del dopoguerra.

Il nazionalismo e l'antisocialismo con l'anticomunismo furono gli elementi che fondavano il movimento di Mussolini. Il fascismo durò in Italia fino al 1945 e la storia a fatica sta tracciandone la... storia senza i postulati di un antifascismo di maniera spesso retorico e ad uso della propria parte politica.

Bisogna ricordare alcuni punti. Il primo è che il fascismo nasce dopo il comunismo marxista - leninista che dal 1848 ha proposto una visione relativistica dell'uomo, l'uomo è solo un prodotto storico delle vicende economiche, e una totalitaria, il potere deve essere solo nella mani del proletariato con l'eliminazione anche violenta (ultima parte de Il manifesto del Partito comunista) degli oppositori.
Lenin portò al massimo livello teorico quanto elaborato da K. Marx e F. Engels.

Il successo, seppur parziale fino al 1921, della rivoluzione fu il vessillo per propugnare altre rivoluzioni in Europa e particolarmente in Germania e in Italia, non a caso due paesi nei quali nacque , in contrapposizione, una analoga prospettiva totalitaria. Il totalitarismo, infatti, ben dice H. Arendt (Le origini del totalitarismo), è un fenomeno politico del Novecento, che si caratterizza al di là dell'appartenenza ideologica (comunismo, fascismo, nazionalsocialismo principalmente) con tratti comuni.

1. Abolizione dell'individualità e riduzione di questa ad un unico soggetto sociale nel quale identificarsi;

2.Affermazione di un'unica visione politica; eliminazione degli avversari;

3. Controllo totale della vita privata e sociale, 4

4. Direzione unica di tutta la vita politica, economica, culturale.

Fin dal 1917 il comunismo sovietico fece della eliminazione degli avversari un suo preciso impegno, durato quasi fino alla dissoluzione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. L'eliminazione era fondata principalmente su basi ideologiche, ovvero se non pensi come vuole il potere al potere sei da eliminare. Non esisteva la libertà di pensiero, nemmeno nella ricerca scientifica, sottoposta al controllo dei funzionari del Partito Comunista ideologico. Gli avversari erano gli esponenti di altri partiti, gli ortodossi, i cattolici, perfino i membri del Partito non in linea con quanto conveniva "al capo", si legga purghe staliniane, i contadini che si opponevano alla sottomissione economica allo Stato, scrittori, poeti, musicisti, invisi anche a qualche "capetto".

Il numero di "eliminati" è enorme anche perchè per circa 60 anni fu praticata l'eliminazione degli avversari. Fu esempio questo per tutti gli Stati che, dopo il 1945, diventarono, non per scelta democratica, socialisti. Il gulag è il nome che richiama tutte le persecuzioni, che proseguono certamente ancora nella comunista Corea del Nord e si sospetta con certezza in Cina e altrove. Persecuzione per non pensare correttamente e quindi necessità di rieducazione al freddo della Siberia principalmente. Ma non solo per "pensiero diverso" furono perseguitati molti cittadini sovietici, anche per razza e ne fecero le spese i cosacchi.

Durante la guerra civile i Cosacchi, fedeli allo Zar, combattono con i "Bianchi", pochissimi con i "Rossi", i bolscevichi. Per questo motivo furono perseguitati in massa sotto la dominazione comunista. Circa un milione di Cosacchi, un quarto della popolazione, fu uccisa negli anni '20; chi poté scappò all'Ovest. Un genocidio dimenticato, soprattutto " a sinistra" Anche gli Ebrei subirono persecuzioni, non piacevano certo a Stalin e lo stesso P. Togliatti che aveva come prima moglie una signora di origini ebraiche mai si oppose e mai pronunciò parola quando in Italia vi furono le leggi razziali, Tacque, come tacciono i suoi eredi che di quelle leggi si servono per retorica e poco ricordano il loro silenzio nell'epoca.
Nel fascismo italiano e nel nazionalsocialismo si possono ritrovare le stesse caratteristiche, la storia ci ha insegnato degli orrori compiuti e nessuno li deve tacere. Soprattutto il nazionalsocialismo fece della questione della razza una componente fondamentale della sua politica e ancor oggi ne dobbiamo serbare memoria, ma non per tirarla fuori il 27 gennaio, ma perchè essa sia formativa della vita di ogni Stato e di tutto il mondo.
PURTROPPO in Italia si parla e di ricorda solo il fascismo e il nazionalsocialismo ed un certo pudore politico impedisce di parlare del totalitarismo comunista. Le ragioni di ciò sono diverse e non sono quelle relative alla nascita della repubblica Italiana, ma dal fatto che il comunismo totalitario è ben presente in tante teste e partiti e movimenti italiani. Così si fa la solita retorica contro il fascismo e mai contro l'altro totalitarismo che è stato una delle cause, forse la principale, della nascita e dell'affermazione del fascismo, come del nazionalsocialismo in Germania (Fatti di Monaco, 1923).
Così in molte occasioni ufficiali e appena se ne presenta l'opportunità, ecco che si innalzano le bandiere dell'antifascismo con il noto corollario di luoghi comuni, di slogan.
INVECE sarebbe ora di uscire dal tunnel e dal semaforo rosso ed iniziare prima di tutto a costruire meglio la Repubblica Italiana che, come ebbe a dire il partigiano vicentino Mario Dal Pra sull'Avanti nel 1949, forse ha realizzato poco gli ideali che la fondarono. Sarebbe ora di superare, dopo 70 anni, la contrapposizione, come ha indicato il vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol. Sarebbe ora che alla retorica si sostituisse la seria analisi storica come aveva indicato Renzo de Felice, e pure quella del comunismo italiano che certamente qualche colpa l'ha, come quella di aver abbandonato A. Gramsci, il Segretario del Partito, o di aver taciuto sulle leggi razziali, o di aver coperto la Volante Rossa, e l'assassinio di tanti sacerdoti, ecc.
Chiarire ciò che c'è da chiarire e senza la retorica costruisce. E l'Italia ha bisogno ancora di questo, ma fare questo sforzo non è, visti i commenti recenti sul bagnasciuga di Sottomarina, non è facile, meglio rifugiarsi nella retorica e sperare di diventare con questa protagonisti... del niente politico.
La politica, mi sia permesso, esige ben altro e questo altro purtroppo non si vede nell'antifascismo di maniera, che nulla ha a che vedere con quello di coloro che diedero la propria vita per la loro idea e ciò vale anche a destra, come si deve avere il coraggio di affermare.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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