"Fasci" contro "rossi", e quei giovani vecchi
Giovedi 11 Febbraio 2010 alle 19:15 | 0 commenti
L'episodio del corteo davanti al Rossi ha contrapposto ragazzi di sinistra e della Lega. Un fatto ingigantito. Che rivela la pochezza d'idee dei ventenni di oggi
In Italia i giovani si scontrano fra "fascisti" e "comunisti" come se giocassero ancora a indiani e cowboy. Sveglia, ragazzi, i fasci e i rossi erano già politicamente con un piede nella fossa trent'anni fa (tanto è vero che i Settanta furono l'ultimo, sanguinario bagliore dell'era delle opposte ideologie, tramontate coi disimpegnati Ottanta). La storia moderna, dovrebbero insegnare a scuola, altrochè. Forse imparerebbero che la ruota va avanti e schiaccia sotto di sé visioni del mondo che non spiegano più niente di questo mondo, ma solo di quello di ieri. Ma non ci giureremmo, dato che sulle cattedre siedono ancora i figli del Sessantotto e i nipoti di chi ha vissuto l'ultima epopea del nostro tempo, la Seconda Guerra Mondiale col suo lascito d'odio politico.Â
E' che a fine marzo si vota per le regionali, e tutto fa brodo in campagna elettorale. Così, un corteo studentesco del 5 febbraio scorso contro i tagli della riforma Gelmini diventa il milionesimo casus belli. Coi Giovani Padani allievi dell'istituto Rossi che lamentano di essere stati presi a male parole, durante la sfilata passata davanti all'edificio in orario di pausa, dai manifestanti appartenenti alla Rete degli studenti medi e al Collettivo studenti. E con questi ultimi che controaccusano indicando in "saluti fascisti" comparsi alla finestre una sorta di provocazione dai contorni, secondo loro, penalmente rilevanti. In mezzo, resta la vergogna degli imbrattamenti subiti dai muri dell'istituto tecnico più famoso della città , con scritte contro le "camicie verdi e nere", appaiate come se leghisti e fascisti fossero la stessa cosa.
Ragazzate? In parte sì. Si sa che i giovanotti hanno la bomboletta facile e la lingua sciolta, e quindi l'accaduto rientra nella normalissima routine. Farne un caso, come intende fare il senatore della Lega Paolo Franco che ha deciso di presenziare al presidio organizzato ad hoc dalla gioventù padana, ci pare pura, e legittima, propaganda. Sull'altra barricata, i sinistri ci mettono del loro, nascondendosi dietro i saluti romani per giustificarsi. Prendetela scialla, come si dice nel gergo. Che a qualcuno scappi l'insulto e l'urlo, e che a qualcun altro, protetto da un cancello e da una finestra, un saluto a braccio teso, non è mica la fine del mondo. Non si è passato il segno arrivando alla violenza fisica. Inaccettabile, anche se non tragico, è aver deturpato un bene pubblico scribacchiandoci sopra le proprie scombiccherate, ma anche queste legittime, idee.
Ma c'è un lato del pur piccolo episodio che è più profondo. Che è quanto dicevamo all'inizio: chi ha 15 o 20 anni e dovrebbe rappresentare il futuro, e perciò una coscienza rinnovata e aggiornata ai tempi, ha già l'arteriosclerosi politica e ricorre a luoghi comuni del passato remoto, anzi del trapassato. Possibile che chi si definisce di sinistra usi ancora il termine "fascista" per bollare d'infamia chi non condivide l'egualitarismo tipico di una vecchia e anacronistica sinistra? Ed è mai possibile che se parlo con un fan del Carroccio questi chiuda ogni ragionamento se il malcapitato interlocutore dovesse professare ideali da "comunisti"? Ai primi, nello specifico, direi in ogni caso che quella per cui fare un saluto, per quanto aborrito, costituirebbe un reato, se la sono proprio inventata, e rasenta il ridicolo. Ai secondi, che è altrettanto ridicolo piagnucolare perché in una marcia, in strada, si sono beccati qualche parolaccia: fa parte del gioco, su. O è meglio rintanarsi a dirsi le peggio porcherie sulle strade virtuali di internet, ben protetti dallo schermo e magari dall'anonimato?
La responsabilità è degli adulti, che a sessant'anni dal 1945 rimestano il consunto mortaio di opposti estremismi utili solo a distrarre dai problemi veri, attuali, pressanti. Ai quali andrebbe data una risposta che derivi da un pensiero adatto ad affrontarli. Che logicamente non può basarsi sul fascismo e sul comunismo, storicamente superati. Ma la logica, in questo paese, è la vera utopia. Giovani, tornate a fare quello che hanno sempre fatto i giovani di tutte le epoche e a tutte le latitudini: rifiutate le pigre certezze dei padri e cercatene di vostre, audaci e ribelli. Altrimenti sapete che vi dico? Che siete già vecchi decrepiti a vent'anni.
Alessio Mannino
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