Fantò:congresso nazionale Psi, la tesi e i 2 documenti
Martedi 22 Giugno 2010 alle 23:08 | 0 commenti
Luca Fantò, Psi Vicenza - Il PSI è l'unica forza politica italiana aderente al Partito Socialista Europeo e che alla vita del PSE contribuisce grazie all'impegno della compagna Pia Locatelli, vicepresidente dell'Internazionale socialista donne, e di Luca Cefisi membro del Consiglio di Presidenza europeo del PSE.
Non sono perciò avvenimenti di poco conto le centinaia di congressi cittadini, provinciali (a Vicenza il 25 giugno) e regionali che in questi giorni si stanno svolgendo in tutta Italia. Non sarà cosa di poco conto il Congresso Nazionale che il PSI a luglio terrà a Perugia. Un congresso che si svolgerà nel segno dell'unità poiché il dibattito verterà su di un'unica tesi congressuale affiancata da 2 documenti integrativi.
Nel processo di declino politico e culturale che sta sconvolgendo il mondo occidentale l'Europa vive il rischio più alto. La destra populista si va sostituendo alla destra neoliberista e movimenti di stampo radicaleggiante, a sinistra sembrano accrescere il loro consenso.
In Europa i governi stanno predisponendo misure per contenere i costi dello Stato e per favorire nuove entrate pubbliche e l'Italia stessa è stata indotta a varare nuovi provvedimenti per affrontare una delicata crisi, per due anni falsamente negata dal Presidente del Consiglio. I socialisti italiani, in accordo con i partiti aderenti al PSE, intendono sviluppare comportamenti ed azioni che favoriscano la ripresa senza violare i diritti di equità sociale.
In Italia poi, la situazione sta assumendo aspetti tragici delineando una società che lavora, che studia, che produce vive senza la certezza di una meta, una popolazione colpita dalla caduta verticale dello spirito civico e indebolita da una crisi economica senza precedenti.
In questa Italia aumentano i segni di frammentazioni tra i molti Nord ed un Sud storica vittima, tra classi sociali, tra giovani ed anziani, tra italiani di nascita, migranti ed italiani d'adozione.
Contrapposizioni imposte dai molti politicanti che hanno usato e abusato dei mass media, che obbligano la società italiana in una paludosa conservazione oscillante continuamente tra centralità dello Stato o centralità del mercato, mentre crescono le aree infeudate dalla Lega e si impoverisce il senso di appartenenza alla medesima comunità statale.
Le leggi elettorali esaltano il principio di cooptazione, il conflitto d'interessi in capo al Presidente del Consiglio non sembra avere più argini.
E' questo il preoccupante quadro di una democrazia zoppa, autoritaria ma non autorevole, che si è imposta a partire dalla metà degli anni Novanta e che ha prodotto distacco tra cittadini ed istituzioni, un allarmante astensionismo elettorale ed una deriva populista.
Nel nord il centro-sinistra appare uno schieramento incapace di offrire ai ceti deboli una via di uscita dalla situazione di tendenziale poverta' che li minaccia, le cui responsabilità non vengono ascritte dalla pubblica opinione in modo esclusivo alle classi dirigenti economiche e finanziarie rappresentate dalla destra conservatrice, come avviene al contrario nel resto d'Europa dove la sinistra, Socialista o Socialdemocratica , continua a rappresentare una credibile alternativa di governo.
Se in questo contesto la destra liberale cerca sopravvivere politicamente e quella populista , sull'onda delle paure prospera, la sinistra è destinata a morire se non si dà un'anima ed un progetto.
Il Partito Democratico non ha saputo ancora costruire il cemento di una coalizione vincente tra gli italiani, stretto tra le spinte demagogiche ed estremiste di stampo "dipietrista" e "grillino" e figlio di una fusione a freddo e divisioni interne che hanno reso la sua linea politica oscillante.
Il quadro che scaturisce pone con sempre maggiore urgenza la necessità del superamento
dell'attuale schieramento di centro-sinistra, guidato da una forza politica in piena crisi di
rappresentanza, come il Partito Democratico, priva di una definita identità riformatrice, incapace di svolgere una autentica funzione nazionale e di progettare un sistema di alleanze politiche e sociali potenzialmente maggioritario in grado di riattivare una autentica Democrazia dell'alternanza all'interno della quale misurare democraticamente la volontà di cambiamento e di riforma di tutto lo schieramento progressista.
Ma ricostruire in Italia una sinistra che si ispiri al socialismo, che sia in prima fila nelle lotte
sociali e nelle battaglie laiche e di libertà è impegno che va molto al di là delle forze del PSI attuale e implica quindi il rifiuto di ogni autorefenzialità con il massimo sviluppo di alleanze, convergenze, azioni comuni e in ogni possibile direzione.
Il compito dei Socialisti diviene quindi la costruzione di una nuova sinistra impegnata a lavorare ad un nuovo modello di sviluppo fondato sulla riappropriazione sociale del giudizio di valore sulla
qualità dei processi di crescita economica, attraverso la realizzazione di nuovi strumenti istituzionali di programmazione e di controllo delle variabili economiche orientate a garantire gli interessi generali della comunità civile dei produttori e dei consumatori, in grado di svincolare la vita delle società dal totale assorbimento nelle logiche di mercato raggiunto nell'attuale fase di finanziarizzazione integrale della economia ,ed in grado di rappresentare un potenziale alternativo sistema di riferimento per gli stessi paesi emergenti e per il resto del mondo in via di sviluppo.
Identità e forza delle radici del socialismo italiano, debolezze ed ambiguità della sinistra,
condivisione di un percorso futuro teso a costruire un centro-sinistra vincente favoriscono
autonomia organizzativa, politica e culturale del partito nato a Genova centoventi anni fa.
Ed ecco allora che il PSI deve farsi elemento catalizzatore di una nuova elaborazione politica che, costruendo un luogo di confronto con il PD, con Sinistra Ecologia e Libertà e con le formazioni della sinistra riformista tutte, possa condurre all'avvio di una nuova fase costituente di una grande forza socialista e democratica, rappresentativa delle diverse anime della sinistra.
Una forza politica che avversi qualsiasi forma di bipartitismo e che si batta per costruire un federalismo solidale promuova la ridefinizione del ruolo dei tanti enti che insistono sul territorio, a partire dalle Province, e una legge elettorale fondata sul rilancio di un sistema proporzionale che riconsegni ai cittadini il potere di scegliere i loro rappresentanti.
Una forza politica che restituisca dignità al lavoro ed ai lavoratori e che riconosca alla laicità dello Stato la funzione di garanzia della libertà dei suoi cittadini. Libertà della scienza e della ricerca, reale autonomia della scuola pubblica in quanto ente deputato a stimolare nei cittadini di domani quello spirito critico che sembra spaventare le destre governative.
Una forza politica che sostenga quanti non hanno voce promuovendo la nascita di un welfare tagliato sulla società italiana di questo tempo.
Questo è quanto il Congresso Nazionale del PSI si appresta a fare, questo il cammino per un'Italia migliore che il PSI si appresta a percorrere. Il compimento di questo disegno politico rappresenta la missione storica del nostro Partito.
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