Falso in bilancio per Popolare di Marostica, la GdF sequestra 2,6 milioni di euro
Mercoledi 5 Agosto 2015 alle 15:30 | 0 commenti
Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza
Nei giorni scorsi i finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per complessivi € 2.645.000,00 emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza, dott. Stefano Furlani, all’esito di una complessa indagine che ha interessato un istituto di credito (Banca Popolare di Marostica, ndr) con sede a Marostica (VI).La vicenda ha visto contestare agli amministratori e sindaci della banca marosticense la falsità dei bilanci d’esercizio per gli anni 2010, 2011 e 2012 in violazione dell’articolo 2621 del Codice Civile. Tutto è legato all’operazione di acquisizione, da parte dell’istituto vicentino, del 60% del capitale di una banca trevigiana, ad un prezzo rivelatosi ampiamente sovrastimato.
Il reale valore della partecipazione acquisita avrebbe imposto all’istituto con sede a Marostica di mettere in luce nei propri bilanci delle consistenti svalutazioni, che avrebbero conseguentemente dovuto generare delle rilevanti perdite d’esercizio, nella realtà mai evidenziate grazie ad una artificiosa rappresentazione, tra le voci di bilancio, di crediti inesistenti.
Occultando il cattivo affare portato a termine con l’acquisto dell’istituto bancario trevigiano, il management della banca vicentina ha potuto mostrare ai soci il conseguimento di un utile, quando in realtà il bilancio d’esercizio avrebbe dovuto chiudersi con risultati negativi.
Da tale condotta, ovviamente, ha tratto vantaggio la stessa banca marosticense che, negli anni, ha potuto contare su un inesistente utile quantificato in 2.645.000,00, iscritto tra le proprie riserve e non distribuito ai soci, cosi rafforzando - solo fittiziamente - la propria dotazione patrimoniale. Proprio tale vantaggio è stato posto alla base della contestazione formulata dal dott. Gianni Pipeschi, Sostituto Procuratore della Repubblica di Vicenza, in ordine alla specifica responsabilità della stessa banca, chiamata a rispondere dell’illecito di cui all’articolo 25 ter del Decreto Legislativo 231 del 2001.
Dalle indagini è emerso, infatti, che l’istituto di credito marosticense non si è mai dotato, negli anni, di un effettivo sistema di controllo interno, previsto dalla citata normativa, finalizzato a scongiurare la commissione dei reati contestati.
Il Comitato interno alla banca previsto dal Decreto Legislativo 231, che avrebbe dovuto vigilare sul corretto operato dei propri amministratori, era composto dagli stessi vertici dell’istituto, con una sostanziale coincidenza tra controllori e controllati.
Tra i numerosi elementi che hanno indotto l’Autorità Giudiziaria ad adottare il provvedimento di sequestro vi sono anche gli esiti di una approfondita attività ispettiva condotta dalla Banca d’Italia, confermati da una consulenza tecnica redatta da un professionista del settore bancario.
Così si è giunti al sequestro della somma di 2,6 milioni di euro, di fatto eseguito nei confronti di un istituto di credito dell’Alto Adige che, nel frattempo, ha acquisito la banca marosticense così subentrando anche, da un punto di vista processuale, nelle responsabilità alla stessa ascritte.
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