Essi, i pacifisti vicentini, tacciono!
Martedi 10 Febbraio 2015 alle 07:56 | 0 commenti
Avrei sperato che di fronte ai gravi problemi tra Ucraina e Russia, a Vicenza coloro che tanto difendono la pace, si mobilitassero in forze, soprattutto quei "Cristiani per la pace" che non perdono l'occasione per intervenire contro la Basa americana. Mi sarei aspettato che le tante associazioni che fanno capo a una Casa per la Pace e che reclamano una sede per questa, si attivassero, magari con i famosi guardiani della pace tanto cari ad un ex assessore "alla pace" che ha finanziato, a spese di pantalone, come al solito, un Convegno sulla prevenzione dei conflitti armati.
E pure speravo che si formassero quei corpi civili di pace, propugnati dall'incontro, con l'obiettivo di contribuire alla pace stessa e alla giustizia attraverso l'impiego di una forza di pace internazionale nonviolenta composta da operatori civili specializzati per interventi in aree di conflitto. La forza di pace, se si fosse costituita, potrebbe essere dispiegata ora nella aree di conflitto per prevenire e ridurre la violenza e per proteggere i diritti umani, creando così lo spazio per l'azione nonviolenta di gruppi locali, per lo sviluppo del dialogo e la ricerca di soluzioni pacifiche.
Invece come al solito "idee" ovvero chiacchiere che consumano denaro pubblico e basta.
Avrei anche sperato che i pacifisti vicentini No Dal Molin, così attivi contro l'idea stessa di una base militare, si mobilitassero in poco tempo e iniziassero una protesta, perché non solo gli USA sono disponibili alla guerra, ma anche altri.
Avrei sperato che qualche esponente del clero vicentino che ha organizzato parziali Via Crucis contro la base americana e che esponeva la bandiera della pace all'angolo del Seminario vecchio di Vicenza, si facesse vivo per invitare almeno ad un Pater noster per la pace.
Avrei sperato che ci fosse una generale e coinvolgente manifestazione, con gli studenti che non vanno a bere lo spritz, come accede di solito durante gli scioperi, patrocinata dai sindacati e dai partiti più sensibili al problema della pace.
Avrei sperato che Il Sindaco in persona, occasione mancata, promuovesse un dibattito e che dichiarasse il valore della pace, come faceva ai tempi del No Dal Molin, quando doveva ancora essere eletto.
Avrei sperato che qualche Assessore che ha responsabilità per l'Istituizione Casa per la pace intervenisse, ma forse è impegnato a trovar casa... alla pace o, meglio, ai pacifisti che se non hanno casa, non possono essere attivi nel proporre appunto la pace.
Invece nulla!
Né per i cristiani massacrati in Nigeria, in Iraq, in Siria, né contro l'ISIS, né contro il conflitto tra Poroschenko - Putin e nemmeno contro qualsiasi altro che non siano gli Stati Uniti d'America, si levano alti gli slogan per la pace dei suoi nostrani fautori.
Essi tacciono!
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