Esondazione, Cna: bisogna dare risposte concrete. Non ci possono essere scusanti
Giovedi 15 Novembre 2012 alle 10:00 | 0 commenti
Cna Vicenza - Dopo i giorni dell'alluvione, arrivano quelli della conta dei danni. E con questi la rabbia per qualcosa che forse poteva essere già stato fatto ed invece è ancora un progetto sulla carta. Per questo dalla Cna parte un richiamo forte alle responsabilità . E dal Presidente Cna del Mandamento di Vicenza Arduino Zappaterra domande che da troppo tempo attendono risposta.
"È possibile che dopo due anni siamo ancora qui a leccarci le ferite? È possibile che i tempi di attivazione e realizzazione di alcuni progetti siano così lunghi? - dice il presidente Zappaterra - ed è accettabile che gli interessi di pochi possano mettere a rischio la sicurezza di un territorio intero o della nostra città ? Due anni fa l'alluvione del 1° novembre, con la piena del Bacchiglione, ha colpito pesantemente Vicenza e provincia. Con frane ed esondazioni che hanno messo in ginocchio in particolare la città e il Comune di Caldogno. Eventi alluvionali che hanno provocato danni ingentissimi. Con la forza della volontà e la disponibilità di tutti però si è riusciti a ripartire. E in pochi giorni, rimboccandosi le maniche, a rimediare in qualche modo. Poi sono arrivati i confronti tra le istituzioni. I progetti di riassetto del territorio e di messa in sicurezza. Il programma degli interventi necessari per evitare che tutto questo accadesse di nuovo. E invece - continua il Presidente del mandamento di Vicenza di Cna Arduino Zappaterra - siamo ancora qui, a due anni da allora, a contare i danni". Certo non è facile affrontare l'emergenza alluvione ma la strada era già stata tracciata. "Abbiamo avuto esempio di celerità e pronto intervento, di buona gestione dell'emergenza e delle prima fasi successive all'alluvione del 2010 - dice Arduino Zappaterra - quello è un modello da replicare. La Regione e l'Ufficio del Commissario devono trovare le modalità per affrontare concretamente i problemi e per riportare il territorio definitivamente in sicurezza. Non si può più aspettare. E non ci possono essere scusanti di alcun genere davanti alle imprese e alle famiglie chiamate ancora una volta a rimboccarsi le maniche. Ad affrontare l'emergenza. A fare i conti ancora con i danni dell'alluvione. Che in parte sono ascrivibili a ritardi. Chi paga in questo caso? Sempre i cittadini? Alle imprese e alle famiglie non possiamo chiedere sempre di fare da soli - conclude il presidente del mandamento cittadino di cna - di rimboccarsi le maniche, di trovare aiuto nel volontariato o nella generosità delle persone. Servono soluzioni per garantire un indennizzo per i danni subiti. E bisogna dare risposte al territorio. Perché molte delle situazioni che si sono verificate in questi giorni potevano probabilmente essere evitate".
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