Equizi a Zigliotto: posizione Confindustria su Cis buona, ma ... strana. E cemento di Variati?
Lunedi 17 Giugno 2013 alle 20:42 | 0 commenti
Franca Equizi, Sos Vicenza Giustizia e Legalità - Qualcuno, dopo le sue recenti esternazioni, potrebbe esclamare che finalmente Confindustria Vicenza prende una posizione netta e chiara sulla vergognosa questione del CIS di Montebello, ma siamo sicuri che sia proprio cosi? Voglio innanzitutto ripercorrere a grandi linee la storia di questo pesante fallimento imputabile, a par mio, alla nostra locale classe politica e dirigente (foto d'archivio con scavi archeologici all'area Cis, ndr).
1987. La Provincia di Vicenza, l'Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, la Banca Popolare di Vicenza, la C.C.I.A.A. di Vicenza, la Fiera di Vicenza spa, vari Comuni e altri soci minori costituirono la società "CENTRO INTERSCAMBIO MERCI E SERVIZI - C.I.S." S.p.A., avente come scopo sociale la costruzione di un polo logistico integrato per lo scambio di merci gomma/ferrovia . Tale società doveva ricevere notevoli risorse finanziarie dalla Regione Veneto attraverso Veneto Sviluppo. Il CIS però riuscì ad acquistare solo metà dei 500 mila metri quadrati di terreno previsto nel Comune di Montebello Vicentino, ai confini con Montecchio Maggiore, a causa della resistenza di uno dei proprietari a cedere il suo terreno. Perché inspiegabilmente non procedettero all'esproprio per pubblica utilità come sarebbe stato logico? Come mai, visto che non hanno avuto il coraggio di espropriare, l'operazione non è stata bloccata prima di acquistare i terreni? Da allora e per un ventennio tutto, tranne gli stipendi dei componenti per lo più politici dei vari consigli di amministrazione, si impantanò.
2007. Manuela Dal Lago, allora presidente della Provincia e della società Brescia-Padova, propose inspiegabilmente a mio parere, al collega di partito Alberto Filippi di acquistare quel terreno conteso per trasferire la sua azienda chimica (articolo del 19 maggio 2011 sul Corriere del Veneto). L'AF 99, azienda della famiglia Filippi, acquista parte dell'area con destinazione logistica. Filippi successivamente, come risulta da documenti allegati a un mio esposto indirizzato alla Procura della Repubblica nel febbraio 2011, avrebbe sottoscritto un preliminare di vendita della sua quota, datato 27/08/2007, con una clausola compromissoria che prevede la modifica di destinazione d'uso prima del rogito previsto entro la fine del 2011.
2009. CIS e AF 99, a quanto si legge dalla stampa, permutano i terreni assicurando, di fatto, la parte più remunerativa, quella fronte strada, al privato. Forse per la possibile realizzazione di un mega centro commerciale?
Ciliegina sulla torta nei Pati dei Comuni di Montebello Vicentino, Zermeghedo, Montorso Vicentino e Gambellara, c'è un sostanziale cambiamento nella destinazione di uso dell'area del CIS da centro logistico a megacentro commerciale in contrasto con quanto previsto nel PTCP provinciale.
2011. Nel dicembre 2011, Galdino Zanchetta, presidente del CDA, giustificò le difficoltà nel portare avanti l'accordo con Filippi con queste dichiarazioni:
«In particolare le campagne della stampa locale ed il dibattito politico che ventilavano l'ipotesi di una speculazione immobiliare favorevole alla proprietà privata AF'99 del senatore Filippi, attraverso l'incremento dei parametri urbanistici dell'area (direzionali-commerciali-turistici), hanno provocato seri danni all'immagine ed al ruolo istituzionale del parlamentare e gravi ostacoli e ritardi al percorso C.I.S. Tutto questo sulla base di illazioni e/o false presunzioni, cercando di contrapporre le parti pubblica (C.I.S.) e privata (AF'99), senza dare spazio alle opportune smentite ed alla evidenza dei fatti documentali». I colpevoli insomma, se interpreto correttamente le dichiarazioni di Zanchetta, sarebbero in primis la sottoscritta, per i numerosi esposti presentati, e certa stampaccia che non censura le notizie sgradite a lor signori. Il buco di bilancio del CIS nel frattempo continua a lievitare, ora salvo errori è di circa 20 milioni di euro, anche per i sontuosi stipendi dei vari consigli di amministrazione.
Lei qualche giorno fa, attraverso le pagine del Giornale di Vicenza, dichiara:
"Ora basta occupare terreni Riconvertiamo quello che c'è. Il Cis di Montebello è rimasto fermo vent´anni: restituiamolo all´uso agricolo". Sono d'accordissimo caro presidente, ma perché l'Associazione da lei rappresentata ha taciuto in tutti questi anni? Perché non ha preso posizione quando la sottoscritta e pochi altri tuonavano contro la speculazione edilizia che sembrerebbe nascondersi dietro l'affare CIS? Perché non avete chiesto l'intervento della magistratura o presentato anche voi degli esposti? Perché nessuno ha aperto bocca quando si è passati da un centro intermodale a ben altro? Il vostro giornale, secondo me, ha sempre mantenuto una linea editoriale di supporto a questa iniziativa, infatti, ha dato pochissimo spazio, a quanto mi risulta, alle voci contrarie (silenziati esposti, denunce, interrogazioni, ecc.) e su questo sfido sia lei sia il direttore a smentirmi. Le chiedo quali siano i reali motivi di questa sua uscita? Forse ritiene che ora il potere di Dal Lago e Filippi sia scemato e possono essere scaricati senza problemi? Vuole forse favorire altri nuovi previsti centri commerciali (es. in Piazza dei Signori, a Vicenza Est, licenze nuove alle Piramidi, all'ex Sadi, Boom, Faeda, Ceccato, Dalli Cani e poi Bassano, ecc)? Chi pagherà secondo lei l'enorme buco di bilancio? Perché non ci aiuta a promuovere una class-action affinché, almeno in questo caso, a pagare siano i veri responsabili di questo sfacelo e non i soliti bistrattati cittadini?
Colgo l'occasione, infine, per sapere se per coerenza chiederà , ufficialmente e con la massima urgenza, la revoca immediata delle recentissime delibere della nuova giunta Variati (relative ad accordi tra privati e comune con ben 240 mila metri cubi di nuove colate di cemento). Perché non rendere agricole anche queste aree come l'area del CIS?
Attendo fiduciosa un suo riscontro alla presente, ma temo che lei eviterà di rispondere e che tanto meno il suo giornale pubblicherà la presente lettera.
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