Epurazioni Lega ad Arzignano: Inquisizione, Soviet e Minculpop per la lotta di successione
Mercoledi 10 Agosto 2011 alle 11:48 | 0 commenti
Dopo le espulsioni vicentine "eccellenti" del rottamatore Davide Lovat e, più su, del senatore Alberto Filippi proseguono le epurazioni leghiste in salsa berica. Questa volta ad Arzignano, sicuramente dure ma non si sa quanto pure, visto che di dare spiegazioni non se ne parla in casa "verde Bossi & C.". Non certamente di quelle pubbliche, come si conveniva nel romano Tribunale dell'Inquisizione e come da sempre avviene nel soviet di Via Bellerio, il bunker in cui Bossi difende dagli attacchi dei rinnovatori il suo modo di far politica: non da "ghe pensi mi" ma, non ce ne voglia Orietta Berti, la brava interprete della canzonetta, da "qui comando io e questa è casa mia!" (nella foto una scena de L'inquisizione di Goja).
Né tantomeno sono note spiegazioni "private" agli scomunicati di turno, silenziosi almeno tanto quanto rumorosa è l'ennesima mannaia che si è abbattuta ad Arzignano e di cui riferisce oggi Il Giornale di Vicenza.
Ora senza stellette e col solo cappello scolorito di simpatizzanti sono rimasti ben due terzi dei 31 militanti della ormai defunta sezione di Arzignano, da settembre commissariata con Massimo Sbicego, che ovviamente rispetta la consegna del silenzio.
Tra i degradati spiccano il vicesindaco Alessia Bevilacqua (subentrata a Massimo Signorin, già travolto dallo scandalo della concia), gli assessori Enrico Marcigaglia e Umberto Zanella (anche lui dalla panchina per Signorin), il presidente del consiglio comunale Alexandre Galliotto e i consiglieri Guglielmo Dal Ceredo ed Erika Repele. La giunta ora rischia anche se il sindaco Giorgio Gentilin a caldo nega. L'inceneritore politico, in attesa di quello altrettanto duscusso dei fanghi, è (la prima ipotesi) un'epurazione di amici di Alberto Filippi come Enrico Marcigaglia avviata già da uno dei bersagli preferiti del senatore per ora perdente, il "vecchio" ma per ora vincente Paolo Franco, senatore anche lui ed ex segretario provinciale?
Maria Rita Busetti, che gli è succeduta nella segreteria, vicina ai tempi delle votazioni alla Manuela Dal Lago ma eletta anche con i voti (ora ... espulsi) dei filo Filippi, fa il Ponzio Pilato in gonnella dichiarandosi sinceramente (?) dispiaciuta e affermando che la lista di proscrizione (lei dice a Il Giornale di Vicenza il "percorso") era in fase avanzata dal 2010: Paolo Franco, probabilmente su proposta formale di Massimo Sbicego, da lui stesso designato come commissario, aveva attivato il segretario nazionale Giampaolo Gobbo, protagonista della cacciata di Filippi e non solo.
Però due voci vicine storicamente alla Lega, che chiedono anche loro di non essere pubblicizzate, azzerano la "motivazione Filippi", per lo meno quella diretta. La prima dice secca: "Filippi non c'entra nulla. E' la guerra per la segreteria il vero motivo.". A rinforzare questa lettura è la seconda: "Gobbo sta cercando di riequilibrare i numeri contro Flavio Tosi per le elezioni della segreteria nazionale, quella del Veneto, cioè, a cui si è candidato in deroga da ogni regolamento per la quarta volta consecutiva! Ad Arzignano il boss "bossiano", ci si perdoni il facile gioco di parole, ha declassato, quindi, i 'filippini' e questo prelude anche a un ulteriore indebolimento della Busetti che ormai è alle corde, come dimostrano i suoi ultimi passi. E questo ultimo è il peggiore: è un non passo. Dal Lago trama abilmente dietro le quinte e la può eliminare in ogni istante dopo i suoi timidi e maldestri tentativi di smarcarsi qualche mese fa.".
Se le epurazioni siano un segno, sia pure da Minculpop in termini informativi, della voglia e della necessità di pulizia della Lega Nord (colpita da scandali da sottogoverno) o solo un'operazione di facciata o, peggio, di potere lo sapranno solo i posteri.
Perché Tosi in Veneto vuol dire Maroni a Roma. E anche in una Via Bellerio che, dopo il terremoto delle elezioni amministrative e in vista del redde rationem delle prossime politiche, fosse sottoposta, Cerchio magico permettendo, ad una radicale ristrutturazione.
Magari anche con qualche finestra in più. Con i vetri aperti ...
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