Emigranti e illegalità: possibile soluzione
Lunedi 24 Luglio 2017 alle 15:40 | 0 commenti

Il territorio del Comune di Vicenza è insicuro, e non solo in campo marzo, ma spaccio e degrado coinvolgono tutte le zone verdi, i parchi, ma non meglio stanno i parcheggi, le piazze ecc. Certo se esiste lo spaccio non è colpa solo degli "emigrati", ma soprattutto dei cittadini italiani che fanno largo, troppo largo uso di stupefacenti con la compiacenza di "intelligenti "politici" che credono di risolvere i problemi, legalizzando l'uso delle droghe" e abili giornalisti, sempre politicamente corretti, che cercano sempre la giustificazione quando a loro uso e consumo. Ma il problema più forte è quello delle illegalità diffusa e non solo nello spaccio, ma anche nei furti nei negozi, nelle case, nelle aggressioni, ecc.
Ora chiunque si trova nello Stato Italiano sia esso cittadino o ospite, che non ha però il diritto di "fare quello che vuole"a nessun livello, nemmeno quello religioso, dipendendo questo dalle leggi dello Stato, ha il dovere di rispettare le leggi e non compiere nulla a danno e direi anche a disonore dello Stato Italiano stesso. I cittadini stranieri ospiti a qualsiasi titolo (migranti economici, profughi, turisti, ecc.) dello Stato Italiano sono sottoposti alle sue leggi e chiunque le violi, al pari dei residenti cittadini, deve trovare la giusta pena, che non deve essere a detrimento della dignità , ma nemmeno non venir comminata. Mentre per i cittadini italiani che compiono reali, è possibile la loro detenzione, dato che non è possibile l'espulsione o la privazione della cittadinanza, per gli "ospiti" si può agire con grande celerità : chiunque compia atti contrari alla legge italiana, a qualsiasi livello,m deve essere immediatamente espulso ed accompagnato al paese d'origine, prelevando i fondi occorrenti o dalla tasche dello stesso espulso, qualora ve ne siano o da apposito fondo del Ministeri competenti, con la raccomandazione alle autorità del paese di provvedere al proprio cittadino nei modi che la legge dello Stato prevede per i reati ascritti. Certo vi è il problema dei perseguitati politici, ma per questi, casi rarissimi tra gli emigrati, si può provvedere con la legge italiano, ma con le restrizioni che si adottano per i casi di gravi retai dei cittadini italiani. Lo Stato Italiano deve essere visibile e presente ed agire di conseguenza, perchè il diritto di ospitalità deve garantire che lo straniero non sia trattato con ostilità . "Egli può essere allontanato, se può essere fatto senza sua danno; ma sino a quando se ne sta pacificamente al suo posto, non va trattato da nemico. Non si tratta di un diritto di ospitalità cui egli possa fare appello (per questo si richiederebbe uno speciale accordo che gli concederebbe per un certo periodo il beneficio di essere accettato come coinquilino), ma di un diritto di visita, che spetta a tutti gli uomini: di entrare cioè a far parte della società , in virtù del diritto del possesso comune di tutta la superficie della terra, sulla quale, essendo sferica, gli uomini non possono disperdersi all'infinito, ma alla fine debbono rassegnarsi a coesistere (I. Kant, Per la pace perpetua, terzo articolo definitivo). Quindi un'ospitalità aperta, dove lo Stato Italiano non tratta appunto gli ospiti, come nemici, ma nello stesso tempo chiede un loro corretto comportamento in tutti i campi in osservanza alle proprie leggi, qualora queste vengano violate l'ospite deve essere rimandato allo Stato da cui proviene. Avere il coraggio di queste azioni diviene deterrente anche i cittadini italiani stessi e soprattutto non consente il banale buonismo cui si fa appello, ma chi lo predica molto spesso non lo pratica.
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