Edilizia, anche a Vicenza sciopero il 18 dicembre con manifestazione a Padova
Martedi 21 Novembre 2017 alle 17:34 | 0 commenti
FILLEA Cgil FILCA Cisl e FENEAL Uil oggi 21 novembre hanno presentato lo sciopero nazionale dell'edilizia per il contratto collettivo nazionale del settore industria che vede come controparte ANCE. Luca Rossi (Fillea) con Riccardo Martin, Lorenzo D'Amico (Filca) con Andrea Padrin, e Giacomo Pirro (Feneal) hanno spiegato i motivi che porteranno all'astensione dal lavoro del 18 dicembre prossimo e al lavoro di informazione e di assemblea sui posti di lavoro che verrà realizzato da oggi allo sciopero. In Veneto la manifestazione si svolgerà a Padova.
Da Vicenza però la voce è forte perché proprio tra Vicenza, Padova e Treviso è stato centrato l'obiettivo del contratto integrativo sovraprovinciale il primo in Italia dove si anticipa per la parte territoriale una serie di iniziative che potrebbero e dovrebbero (per la parte sindacale) essere inserite nel rinnovo nazionale.
Si chiedono aumenti salariali in grado di riattivare i consumi; la difesa e la riforma delle casse edili a tutela dei lavoratori e contro il lavoro nero e l'evasione; maggiore sicurezza sui posti di lavoro; la creazione di un fondo sanitario integrativo nazionale; il rafforzamento della previdenza complementare e infine il potenziamento dell fondo integrativo per il pensionamento anticipato.
I sindacalisti vicentini hanno sottolineato come il settore che si trova in un momento di stagnazione sia invece centrale per ridare ossigeno all'economia del paese: "non si tratta di costruire ancora e di consumare suolo", hanno detto, "ma di lavorare molto sul riutilizzo e sulle ristrutturazioni e poi sulle grandi opere."
Si pensi che la Pedemontana Veneta solo in provincia di Vicenza pesa per un quinto degli occupati dell'edilizia del settore industria. In tutto stiamo parlando di circa 4 mila addetti in provincia che diventano 800 mila a livello nazionale (più 400 mila dell'indotto).
"Un settore che negli ultimi 10 anni si è dimezzato nel numero degli addetti", hanno sottolineato, "ma che altri paesi come Germania, Francia e Spagna hanno saputo rivitalizzare e valorizzare in termini di PIL!"
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