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Economia criminale da 170 miliardi, denunce di riciclaggio + 212% in 5 anni: Veneto quarto

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 2 Settembre 2014 alle 22:55 | 0 commenti

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Cgia di Mestre  -  Lombardia, Lazio, Campania, Veneto e Emilia Romagna le regioni più “colpite”

L’allarme è lanciato dall’Ufficio studi della CGIA: l’economia criminale vale 170 miliardi di euro all’anno (*). Una cifra imponente che, oltre a derivare da attività illegali, spesso viene riversata sul mercato finendo per inquinarlo e stravolgerlo.

“La stima del valore economico prodotto dalle attività criminali – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – è il frutto di una nostra elaborazione realizzata su dati della Banca d’Italia. Va ricordato, in base alle definizioni stabilite dall’Ocse, che i dati prodotti dall’Istituto di via Nazionale non includono i reati violenti come furti, rapine, usura ed estorsioni, ma solo le transazioni illecite concordate tra il venditore e l’acquirente, come ad esempio contrabbando, traffico di armi, smaltimento illegale di rifiuti, gioco d’azzardo, ricettazione, prostituzione e traffico di stupefacenti. Detto ciò, queste attività criminali fatturano 170 miliardi all’anno, l’equivalente del PIL di una regione come il Lazio”. La conferma dell’ escalation del giro d’affari in capo alle organizzazioni criminali emerge anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. Stiamo parlando delle operazioni sospette “denunciate” alla UIF da parte di intermediari finanziari (per l’80% banche, ma anche uffici postali, società finanziarie o assicurazioni). Ebbene, tra il 2009 ed il 2013 sono aumentate di quasi il 212 per cento. Se nel 2009 erano 20.660, nel 2013 hanno raggiunto quota 64.415, anche se va detto che il livello record è stato toccato nel 2012, con 66.855 segnalazioni. La CGIA ricorda che una volta ricevuti questi “avvisi”, la Uif effettua degli approfondimenti sulle operazioni sospette e le trasmette, arricchite dell’analisi finanziaria, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) e alla Direzione Investigativa Antimafia (DIA). Solo nel caso le segnalazioni siano ritenute infondate, la Uif le archivia. Ovviamente – prosegue Bortolussi – le organizzazioni criminali hanno la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività illecite nell’economia legale. E il boom di denunce avvenute tra il 2009 e il 2013 è un segnale molto preoccupante. Pur non conoscendo il numero delle segnalazioni archiviate dalla Uif e nemmeno la dimensione economica di quelle che sono state successivamente prese in esame dalla DIA e dalla Polizia Valutaria, abbiamo il forte sospetto che l’aumento delle segnalazioni registrato in questi ultimi anni ci dimostri che questa parte dell’economia nazionale è l’unica che non ha risentito della crisi”. L’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA è riuscita a mappare il numero delle segnalazioni di riciclaggio avvenute nel 2013 anche a livello regionale. Le Regioni più “colpite” sono state la Lombardia (11.575), il Lazio (9.188), la Campania (7.174), il Veneto (4.959) e l’Emilia Romagna (4.947). Quasi il 60 per cento delle segnalazioni registrate a livello nazionale è concentrato in queste cinque Regioni.

 

In riferimento ai dati regionali, fa sapere l’Ufficio studi della CGIA, oltre alle segnalazioni di riciclaggio sono incluse anche quelle relative al finanziamento del terrorismo e dei programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa. Tuttavia, il numero riferito a queste ultime due aree è statisticamente molto contenuto: nel 2013 è stato pari a 186.

Nota metodologica

(*) Il 6 giugno 2012, presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, l’allora Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola, ebbe modo di affermare che il valore medio del sommerso criminale, nel periodo 2005-2008, era stato pari al 10,9% del Pil. Ipotizzando che l’incidenza sia ancora a questi livelli, l’Ufficio studi della CGIA stima che per il 2013 il valore economico dell’economia criminale si attesti attorno ai 170 miliardi di euro. Nella metodologia di calcolo eseguita dalla Banca d’Italia, così come stabilito dall’Ocse, si fa riferimento solo alle transazioni criminali avvenute dopo un accordo tra il venditore e l’acquirente. Non sono inclusi i reati “violenti” come i furti, le estorsioni, le rapine e l’usura.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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