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Ebola, infarti, ispezioni di Zaia, politica. E 130 cents spesi per titolo e foto del GdV

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 5 Novembre 2014 alle 23:40 | 0 commenti

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Oggi su Il Giornale di Vicenza compariva in prima pagina la foto di un operatore sanitario con lo "scafandro" d'ordinanza contro le malattie infettive e sopra l'immagine d'effetto il titolo a lettere cubitali «Altro che ebola. La quarantena è già violata». All'interno c'è il relativo, deciso articolo a firma Franco Pepe, lo storico esperto di sanità del GdV, che sarebbe noto anche all'Ordine dei Giornalisti per aver svolto funzioni retribuite per conto dell'organizzazione regionale della sanità.

Il pezzo-denuncia, grazie anche, se non soprattutto, a titoli e foto appare come un attacco, ovviamente a tutela dei cittadini, al direttore medico dell'ospedale Ennio Cardone che avrebbe attuato quella che appare una condotta imprudente per il caso del  colonnello dell´Us Army di quasi 60 anni che, tornato dalla Liberia, dall'area di quarantena decisa dai vertici della base è stato ricoverato d'urgenza martedì al S. Bortolo perchè sentiva fitte al petto per le quali, dopo gli accertamenti effettuati, dovrebbe esseree verrà sottoposto a un intervento di by pass o di angioplastica.

Cosa sia successo di così grave da far sbattere il tutto in prima pagina sul quotidiano vicentino in endemico crollo di vendite lo riferisce Pepe. Il direttore medico dell´ospedale Ennio Cardone avrebbe dichiarato con un tono che dal resto della cronaca si intuisce come criticabile: «Nessun problema. Per noi è un malato come un altro. Non presenta nulla che abbia a che fare, neanche lontanamente, con una malattia infettiva. A noi della quarantena decisa dagli americani non interessa nulla. È una loro iniziativa. Un loro atteggiamento. Noi abbiamo il compito di curare il paziente, qualsiasi paziente. Il codice del San Bortolo è questo».

Frase così grave e segno di imprudenza palese del direttore sanitario da meritare il titolo allarmante e lo strillo in locandina per attirare lettori e compratori di copie?

Mah.

Leggiamo ancora la cronaca, di fatto precisa e tecnicamente inappuntabile del collega, per trovare altre prove, magari "pepate",  della giusta preoccupazione causate dalle dichiarazioni "avventate" del dr. Cardone: «Abbiamo risposto alla chiamata arrivata dalla caserma americana come avremmo fatto per qualsiasi altra richiesta di soccorso partita dalla città da un vicentino. La quarantena, ripeto, è stata scelta da loro. Per noi non è un deterrente, né ci fa paura. Non ci fermiamo dinanzi a una misura cautelativa voluta dal Pentagono e dai vertici Usa. Seguiamo i nostri protocolli, e questo ci basta».

Ci viene di scrivere ancora "mah".

Poi Franco Pepe ci racconta in dettaglio il dopo chiamata d'emergenza dalla base Del Din, neanche il cronista fosse stato lì in quell'ambulanza magari con lo scafandro almeno lui o gli operatori in servizio avessero avuto il tempo e la grande voglia di raccontare così tanti particolari di un intervento così delicato su un uomo che, scriverà l'esperto in sanità veneta, è «in preda a una sindrome coronarica acuta. Ha in corso un´ischemia. Presenta i segni premonitori dell´infarto. Deve essere ricoverato immediatamente».

Allora l'equipaggio del 118 non avrebbe avuto addosso «le tute speciali di protezione. Non scatta alcun piano operativo, ma dall'ospedale, secondo le disposizioni interne top secret date, e non rivelate all'esterno (fanno eccezione i dettagli accurati riferiti a Pepe, ndr), parte una serie di telefonate per informare, anche a scopo precauzionale, l'unità di crisi. Fra i primi viene contattato il dott. Cardone. Non è un vero allerta. Ma si seguono gli eventi con attenzione. Ore 20,10: l´ufficiale Usa arriva al San Bortolo e viene subito collocato, prudenzialmente, nella stanza di isolamento del pronto soccorso predisposta per i casi sospetti. All´infermiera del triage, che gli rivolge le domande standard dettate dal protocollo anti-Ebola dinanzi a un´interprete del servizio di collegamento Usa patient liaison office del San Bortolo, risponde di essere tornato dalla Liberia, di far parte del gruppo di militari posti in quarantena, ma dichiara anche di non aver avuto contatti con persone malate di Evd, l´Ebola virus disease, o decedute a causa della febbre emorragica».

Prove di superficialità di Cardone, dei medici e degli operatori sanitari?

Mah, doppio mah.

E poi ancora: «Il codice è giallo. Il colonnello ... ha in corso un'ischemia. Presenta i segni premonitori dell´infarto. Deve essere ricoverato immediatamente. Prima, però, sempre seguendo alla lettera il protocollo anti-Ebola, va controllato dall´infettivologo di guardia dell'ospedale. Così avviene nel giro di pochi minuti. Lo specialista fa l'anamnesi, seguendo lo schema stabilito dalla circolare del ministero della salute dell'8 ottobre per raccogliere dalla voce del paziente le informazioni che servono, e, alla fine, conclude che il caso sia da escludere dalla definizione di contagio. Così il paziente americano è portato in cardiologia, dove viene sottoposto alle prime cure... in attesa di essere operato».

Mah, doppio mah e poi mah ancora.

Stamattina non abbiamo incrociato un'edicola (anche perchè non ci serviva visto che, per lavoro, siamo uno dei, solo?, mille abbonati alla versione online del quotidiano di Confindustria Vicenza) altrimenti avremmo speso volentieri, pur se preoccupati e proprio perchè preoccupati, l'eurino e 30 cents per leggere della «quarantena già violata» sbattuta in prima pagina e ancora minacciosa a tutta pagina nella prima di cronaca che urlava: «In quarantena per ebola, va in cardiologia» ma che poi ci avrebbe fatto rimpiangere le monete buttate dopo aver letto quello che in buona parte vi abbiamo riproposto.

Ma ora sono arrivate anche le polemiche scatenate dal "caso" (e, Dio non voglia, che ci siano di mezzo anche le guerre in casa ex Lega Nord tra Luca Zaia e Flavio Tosi, notoriamente un "potente referente politico" della sanità regionale per nomine e quant'altro!) con conseguenti comunicati ufficiali della direzione sanitaria del S. Bortolo  e la "doverosa" ispezione prontamente disposta da Zaia al S. Bortolo tramite il dg Mantoan (nota pubblicata di seguito*).

Ma forse a Zaia & c., per non eccedere in quell'interventismo mediatico (corretto controllare, meno sbandierare) che mai hanno mostrato in precedenza, che so, neanche per le denunce dell'ebola finanziaria da 160 milioni di euro dell'Ospedale di Santorso, sarebbe bastato dare fiducia non tanto a frasi lette senza allarmismo allarmante e pronunciate da Cardone (tra cui l'ultima riferita dal cronista del GdV: «Ci siamo attenuti rigidamente alle direttive del ministero e della Regione. Tutto il San Bortolo è in grado di operare, screenare e decidere. Nessun problema. Nessun allarme. Per noi è un malato normale») ma proprio alla sostanza di quello che ha scritto il vecchio collaboratore Franco Pepe che, sia pure com maestria utile a far leggere con interesse il suo pezzo e a fargli meritare prima pagina e titolone marketing oriented, ha semplicemente  alternato una preoccupazione comportamentale a cento rassicurazioni protocollari.

E poi, questo ce lo arguiamo noi, che non ci sia stato alcun timore di rischio lo hanno dimostrato proprio gli informatori di Pepe, gli operatori del 118 e del S. Bortolo sarebbero stati tutti così matti da non preoccuparsi di un possibile infetto di ebola a contatto con loro e con gli altri pazienti, anche se questi a debita distanza, lo ribasdisce Pepe, e da avere il tempo di ciacolare con lui magari scaldandosi al gusto di una buona grappa.

Quella che alcuni lettori del GdV oggi si son dovuti negare avendo speso 130 cent per comprare il titolo  allarmato  e non il contenuto comunque equilibrato dell'informazione data.

Chiudiamo per completezza col comunicato del presidente uscente delle Regione Veneto, Luca Zaia, che è in procinto di ricandidarsi, se non deflagherà la sua lotta con Tosi, che pare fare il gioco degli amici del Pd del suo amico Variati,  e che tutti i giorni non fa che decantare le qualità della sanità veneta e dei suoi dirigenti.

Inlcuso il direttore medico dell'ospedale Ennio Cardone?

Mah.

Si aspetti l'esito dell'ispezione, non lo si giudichi male solo perchè è stata venduta qualche copia in più del giornale locale!

 

Un operatore sanitario in condizioni di sicurezza. Per il GdV P.S. La didascalia della foto di un sanitario a corredo del pezzo di Pepe recita: «Un medico pronto a operare su un paziente colpito da ebola...». Sorge allora spontanea una domanda per il direttore: se si leggesse questa dida con malizia pari a quella che ha suggerito ai lettori chi ha disegnato la prima pagina del suo giornale, non verrebbe da commentare che chi l'ha realizzata non sappia che un paziente di ebola non si opera ma si cura? Sa, a instillare brutti pensieri si fa presto. Ma come non va messo alla berlina l'autore della dida distratto, e forse stanco dopo un giorno di lavoro davanti ai computer, non le sembra per lo meno insensibile infangare il nome di un medico, magari stanco dopo una giornata passata a curare malati anche gravi, solo perchè qualche verbo inappropriato da lui usato può essere strumentaluzzato contro di lui? Ci pensi direttore, ci pensi.

E se ha dubbi, legga il commento del suo Marino Smiderle che ha scritto in poche righe, che condividiamo  quello che qui abbiamo faticosamente cercato di spiegare: è giusto fare marketing, ma non sulla pele delle persone.

Anche perchè prima o poi le parti si possono invertire.

 

* Ecco la nota di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto.

Letti gli articoli di un quotidiano veneto relativo al ricovero di un militare della base Usa di Vicenza nel reparto cardiologia dell'Ospedale San Bortolo, attualmente in quarantena in quanto proveniente da zone infette da virus ebola, valutate altresì le dichiarazioni del direttore medico dell'ospedale, e preso atto della dichiarazione ai media del direttore generale dell'Ulss 6, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha ordinato al direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan di disporre con effetto immediato una ispezione che accerti l'esatta dinamica dei fatti.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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