D&R e Gabrielli, il j'accuse a provincia e comune di Grumolo
Venerdi 28 Giugno 2013 alle 18:43 | 0 commenti
Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dalla Regione Veneto in una con il comune di Grumolo e la Desio & Robé. Il ricorso puntava a sospendere la immediata esecutività della sentenza del Tar Veneto che condannava le inerzie della Regione proprio per le la querelle delle autorizzazioni illegittime relative all'elettromarket lungo la Ss11, oggi chiuso.
Querelle sollevata dall'imprenditore Agostino Cogo. «Sono entrato in possesso dell'ordinanza dei giudici oggi pomeriggio - spiega quest'ultimo - anche se il provvedimento porta la data del 19 giugno e il registro 03999/2013 Reg.Ric». Ora si attende che il Consiglio di Stato entri nel merito delle contestazioni.
Ma la partita da Grumolo si sposta nel capoluogo. Dopo il caso Desio & Robé (meglio nota come D&R), ovvero la vicenda delle autorizzazioni illegittime da oltre vent'anni, almeno per il Tar Veneto, Cogo, un imprenditore che a metà anni Duemila aveva avviato un contenzioso ancora in essere col comune alza il bersaglio. E punta l'indice su un piano urbanistico vicino. Ma stavolta le accuse coinvolgono pure i vertici tecnici della provincia di Vicenza.
Sempre Cogo infatti accende i suoi fanali verso il cosiddetto "Piano particolareggiato statale 11", un pacchetto di convenzioni fondiarie con annesso progetto attuativo nate sul finire degli anni Ottanta che vede protagonisti tra gli altri il comune di Grumolo, la siderurgica Gabrielli (in foto) ed alcuni proprietari terrieri della zona incluso Cogo. Il quale però muove alcuni appunti. In primis il suo fondo sarebbe stato intercluso, ovvero lasciato senza sbocchi sulla pubblica via, il che avrebbe generato «una serie di problemi e danni anche economici ancora perduranti» proprio in relazione agli interessi del Cogo (l'area non è molto distante dalla Desio & Robé, di recente al centro di una querelle simile). In seconda battuta alcune parti dell'iter sarebbero mancanti della sua firma il che sempre secondo l'imprenditore metterebbe un macigno sulla regolarità dell'iter seguito. In terza istanza, in alcuni procedimenti collegati, l'amministrazione di Grumolo avrebbe concesso ampliamenti agli edifici della Gabrielli, in spregio alle norme vigenti. Così almeno denuncia Cogo, che oltre ad avere inviato una serie di esposti al comune ha chiesto anche alla provincia di intervenire sostituendosi al comune «come previsto dalla legge».
Non avendo ottenuto risposte soddisfacenti «nemmeno dall'architetto Roberto José Bavaresco», direttore del settore urbanistica di Palazzo Nievo, Cogo è passato alle vie di fatto indirizzando una sfilza di esposti e denunce: dapprima alla polizia locale del comprensorio. Poi alla procura della repubblica di Vicenza. E le acque hanno così cominciato a smuoversi giacché proprio la municipale convenzionata dei comuni di Torri, Quinto, Grumolo e Grisignano compie più sopralluoghi e redige, tra i tanti, un verbale per abuso edilizio a carico della Gabrielli: e ancora a carico della Leasint spa proprietaria dello stabile, nonché dell'imprenditore Firmino Menaldo, tutti soggetti che compaiono nella cosiddetta convenzione "Statale 11". Il rapporto di polizia giudiziaria, che porta la data del 2 gennaio 2012 e il protocollo numero 24 (fascicolo 3-1-99-18/2011), è firmato dal comandante dei vigili urbani Paolo Bertozzo in persona. L'accusa è quella di avere violato l'articolo 181 comma 1 del decreto legge 42/2004 ovvero il «Codice dei beni culturali e del paesaggio». Si tratta di una accusa grave perché la sanzione eventualmente ascrivibile è di tipo penale. Il tutto finisce tra l'altro in un ponderoso memoriale di una ottantina di pagine, detto memoriale Cogo, che scatena anche una querelle in consiglio comunale a Grumolo originata da una interrogazione del consigliere di minoranza Vittorio Bettinardi datata 14 giugno 2012.
Sul fronte opposto c'è la provincia di Vicenza che con una nota del giorno 8 marzo 2012 firmata proprio da Bavaresco spiega: «... considerato che in applicazione delle norme del piano regolatore e dello strumento urbanistico attuativo, per la tipologia commercio all'ingrosso si applicano gli stessi standard previsti per le attività produttive artigianali e industriali, non si rilevano i segnalati elementi di irregolarità dei provvedimenti in oggetto. Si comunica, pertanto, che non sussitono i presupposti per potere avviare una procedura in base all'articolo 30 della legge regionale 11/2004 da parte della provincia». In realtà Bavaresco contattato da chi scrive perché fornisse altri elementi non ha risposto. Nessuna risposta nel merito è giunta nemmeno dalla Gabrielli né dal sindaco di Grumolo Flavio Scaranto che non replica nel merito. Dalle voci filtrate da borgo Berga pare che la squadra di polizia giudiziaria della forestale in forza alla procura della repubblica di Vicenza stia vagliando l'intera documentazione mentre Cogo nel frattempo annuncia di volersi muovere sul piano amministrativo investendo, come nel caso Desio & Robé, il Tar veneto al fine di chiamare in causa «le inerzie della regione». Ed è in questo contesto che giunge lo sfogo dell'imprenditore: «Perché mai alla Gabrielli si concede di tutto e di più sapendo tutti in realtà come stanno le cose? E la procura oltre ad indagarmi perché ho chiesto le carte che il comune mi doveva e che per anni mi ha negato, che cosa ha fatto sino ad oggi?».
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