L'emendamento sulla doppia preferenza di genere alle prossime elezioni è stato bocciato per tre soli voti in consiglio regionale del Veneto. A favore hanno votato il Partito Democratico, ma anche il Nuovo Centro Destra che fa parte della maggioranza consiliare e che con il vicentino Costantino Toniolo, presidente della Commissione affari istituzionali del Consiglio regionale del Veneto, è stato relatore in aula della proposta di legge.Â
Sia Toniolo che la deputata del PD, Daniela Sbrollini, sempre attenta alle tematiche che riguardano i diritti delle donne, definiscono il voto una "occasione persa".
Prima scintilla di un'allenza regionale tra i due partiti come già avvenuto a livello nazionale nel governo Renzi?
Ecco le loro analisi a riguardo.
Sbrollini:
Che vergogna! L'ennesima occasione persa. Ci eravamo illusi troppo presto che in questa Regione qualcosa potesse cambiare, invece la maggioranza Forza Italia-Lega rimane nell'intenzione di immobilismo che ha caratterizzato questi anni di malgoverno. Lo spirito conservativo ha prevalso sulla voglia di cambiamento delle minoranze speriamo siano gli ultimi mesi di una giunta che ha pesantemente rallentato la nostra regione non solo dal punto di vista economico ma anche sul piano sociale, dei diritti e delle pari opportunità !
Ad oggi nel Consiglio Regionale le donne sono decisamente sotto rappresentate e rischiano di esserlo anche nella prossima. Il Veneto non può e non deve rinunciare all'energia, all'intelligenza e al contributo delle donne.
Nel 2012 fui prima firmataria della legge in parlamento che ha consentito in questi ultimi 2 anni di far eleggere migliaia di donne in migliaia di consigli comunali in tutto il paese, tale regola non è certo un imposizione di una "quota rosa" ma lascia che l'elettore diventi libero di esprimersi sia con il voto di preferenza ad un uomo sia per una donna. Già Campania ed Emilia Romagna hanno adottato questa regola anche in Regione ed entrambe le esperienze hanno portato un forte rinnovamento nei Consigli regionali
Sono certa che gli elettori saranno migliori della giunta che ci ha governato e sapranno scegliere tante donne competenti per  guidare la nostra Regione nei prossimi 5 anni.
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Toniolo:
Abbiamo perso l'occasione importante di introdurre anche in Veneto una scelta di civiltà e progresso: la doppia preferenza di genere non sarà inserita nella legge elettorale. E questo ci dispiace: noi del Nuovo centrodestra ci contavamo che passasse come è già avvenuto in Emilia Romagna, Toscana e Sicilia! Come gruppo Ncd Veneto autonomo abbiamo votato perché vi fosse la possibilità di indicare sulla scheda elettorale alle elezioni regionali sia un nome di un uomo, sia un nome di una donna, al fine di incentivare la partecipazione alla politica delle donne: una loro presenza più massiccia sarebbe arricchente in tutti i contesti amministrativi e politici. Questo non è stato possibile, a causa di troppi consiglieri che hanno ancora una visione del mondo retrograda e maschilista!
Di seguito invece la nota sul tema del Partito Democratico zona Bassanese:
La responsabile pari opportunità del Partito Democratico bassanese Giulia Cunico commenta il voto in Consiglio regionale veneto sulla nuova legge elettorale e la bocciatura della proposta della doppia preferenza di genere: «Con il voto di ieri si è persa un'immensa occasione che va nella direzione della parità di genere. Ancora una volta la Regione Veneto e chi la amministra si è rivelato insensibile a certi temi che noi crediamo ancora molto importanti, come la rappresentanza femminile nelle istituzioni. La cosa ancora più triste è come si è svolta la vicenda, con il voto favorevole in commissione e successivamente il cambio di idee in consiglio, con consiglieri che escono repentinamente dall'aula e altri che preferiscono astenersi».
«Faccio mia la riflessione della nostra candidata Alessandra Moretti - conclude Cunico - Bocciando la doppia preferenza di genere, Lega e Forza Italia hanno umiliato ancora una volta le donne venete, lasciando il Consiglio regionale in una condizione di rappresentanza femminile inferiore a quella di Paesi come Afghanistan, Bangladesh e Iraq: 58 uomini e 2 donne. Noi abbiamo il coraggio di dire che questa è una profonda ingiustizia e posso già anticipare che il PD presenterà una lista che rispetterà la parità di genere».